12 Settembre 2014

11 settembre, 13 anni dopo

 

Emma Bonino e Domenico Quirico si sono confrontati a Firenze su cause e conseguenze delle crisi che stanno travolgendo il Medio Oriente. (Qui il video di Radio Radicale) e le videointerviste a

Emma Bonino

e Domenico Quirico


Grande successo di pubblico per l’incontro di ieri sera all’auditorium Stensen di Firenze organizzato da Oxfam Italia e dalla Fondazione Stensen. Il dibattito si è subito acceso, dopo l’intervento della Presidente di Oxfam Italia Maurizia Iachino, con le acute disamine dell’inviato de La Stampa Domenico Quirico e dell’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino. File gremite e tanti spettatori in piedi per seguire le analisi di  due profondi conoscitori dell’area mediorientale, moderati dal prof. Luciano Bozzo dell’Università degli Studi di Firenze.

“Ringrazio tutti i volontari di Oxfam, la fondazione Stensen e i nostri ospiti per aver reso possibile questo importante momento di confronto” ha affermato Maurizia Iachino. “Oxfam è da anni al lavoro in contesti d’emergenza, in zone spesso colpite da guerre e conflitti. In Medio Oriente stiamo facendo la nostra parte, ma abbiamo bisogno di essere sostenuti. La diplomazia deve mobilitarsi, deve sedersi a un tavolo e trovare una soluzione che rispetti le norme internazionali e i diritti di milioni di persone che stanno vivendo questo dramma. Noi, come Oxfam, possiamo fare molto, ma non possiamo fare tutto. Ognuno deve fare la propria parte”.

Al centro del dibattito l’attuale situazione mediorientale, l’avanzata dell’ISIS e dell’integralismo islamico e il ruolo che Stati Uniti e Unione Europea possono ricoprire in questo delicato contesto geopolitico.
“Il più grande desiderio della mia vita è tornare in Siria, per incontrare le canaglie che mi hanno sequestrato e porre loro alcune domande a cui non hanno riposto nei cinque mesi di prigionia” ha affermato nel corso del suo intervento Domenico Quirico che, ricordando i 152 giorni del suo rapimento in Siria, ha evidenziato le proprie perplessità su ciò che sta accadendo intorno alle tante crisi che stanno insanguinando il Medio Oriente, a partire dai contesti iracheno e siriano: “L’ISIS non è un problema psichiatrico, ma politico” ha continuato “A differenza di quanto affermato da Obama, è un movimento che è pienamente radicato nel XXI secolo, che sfrutta le tecnologie e le attuali opportunità per diffondere il proprio messaggio. Le immagini delle decapitazioni di Foley e Sotloff sono diventate lo sfondo di tanti cellulari nei paesi arabi. E’ una cosa che inebria i fondamentalisti”.

Un momento dell'incontro presso la Fondazione Stensen a Firenze
Un momento della serata

Puntuale l’intervento di Emma Bonino che ha posto la questione su un piano decisamente più politico: “Quando c’è un incendio, intanto bisogna spegnerlo. Ma c’è da chiedersi, una volta che scoppiano tanti incendi, e tutti nello stesso modo, se per caso ci sia qualche piromane: voglio dire che sarebbe venuto il momento di porre ai nostri amici islamici qualche domanda scomoda. E il punto, in definitiva, è che manca la politica”. L’ex ministro ha quindi invitato l’Unione Europea a giocare un ruolo politico nel Mediterraneo e ad attivare una maggior collaborazione coi paesi del Maghreb e dell’area mediorientale.


Comune infine l’invito all’Islam moderato a far sentire la propria voce, a farsi vedere, a non temere quelle poche minoranze radicali che stanno mostrando il lato più buio di un intero popolo.  Un appello insomma, a rompere quel silenzio assordante che può e sta lasciando spazio alla guerra e violenza che colpisce soprattutto i civili.
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