16 Settembre 2024

A GAZA GLI OCCHI DEI BAMBINI SONO LO SPECCHIO DELLA FAME

 

“La mia più grande preoccupazione è perdere un figlio perché non c’è da mangiare.”
–Duaa

Duaa Mansour è un’avvocatessa. Con il marito e i tre figli piccoli è stata costretta a sfollare a causa dei bombardamenti. Senza più una casa, la famiglia vive ogni giorno con il terrore delle bombe. Ma è la mancanza di cibo per i propri figli la cosa che preoccupa di più Duaa e suo marito.

Dall’inizio dell’escalation, a Gaza i prezzi degli alimenti di base sono più che raddoppiati, sempre che siano disponibili, rendendo impossibile acquistarli, per chi non ha più un reddito. Un aumento che ha colpito soprattutto il Nord della Striscia, dove hanno trovato rifugio Duaa e la sua famiglia.

Raed, il marito di Duaa, si ingegna con quel poco che ha a disposizione per preparare da mangiare per i suoi figli. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam
Raed, il marito di Duaa, si ingegna con quel poco che ha a disposizione per preparare da mangiare per i suoi figli. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam

INEDIA E MALNUTRIZIONE SI DIFFONDONO TRA I BAMBINI

Nella Striscia, più del 96% di donne e bambini tra i 6 e i 23 mesi non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale, a causa della mancanza di una dieta minimamente diversificata. Gli abitanti di Gaza City e delle città del Nord della Striscia, come Beit Hanoun e Beit Lahia, e coloro che vivono nei campi profughi di Jabalya, soffrono di inedia e malnutrizione acuta. Frutta e verdura sono pressoché introvabili nei mercati. È con grande dolore che Duaa ci mostra le foto delle figlie prima della guerra; i loro volti non hanno nulla a che fare con quelli scavati che hanno oggi: “I loro sorrisi e i loro visi erano completamente diversi. Le abbiamo pesate da poco.  Maram ha perso cinque chili.  Meera ha perso tre chili’’  racconta Duaa. A luglio si è registrato un aumento dei livelli di malnutrizione tra i bambini nel Nord di Gaza: solo due bambini su cinque hanno ricevuto integratori alimentari negli ultimi tre mesi. E in questo mese, la quantità di aiuti umanitari alimentari in entrata a Gaza attraverso i valichi meridionali è al livello più basso registrato dall’ottobre 2023.

La bambina ha smesso di camminare. Ha iniziato a soffrire di disidratazione” ci dice Duaa, riferendosi a Maram, la figlia più piccola. Per guarire, le servono cibo sano e medicine, difficilissimi da trovare: “Per Maram, il cibo e le medicine si complementano. Se le dai il cibo migliore, senza le medicine le sue condizioni non miglioreranno. E anche se le dai le medicine di cui ha bisogno, ma senza cibo, la sua salute non migliorerà.” Le parole di Duaa trasmettono la sua angoscia: “Facciamo del nostro meglio per dare loro il cibo di cui hanno bisogno per dormire senza morire di fame”.

LA NOSTRA SFIDA PER PORTARE CIBO ALLE FAMIGLIE DI GAZA

Nonostante le enormi difficoltà in termini di logistica e sicurezza, e le ostruzioni nell’accesso degli aiuti, nelle ultime due settimane di agosto siamo riusciti a distribuire, con l’aiuto dei nostri partner sul campo, pacchi di alimenti secchi e in scatola a ottocento famiglie nel Nord di Gaza: da quando è iniziata la distribuzione, sono quasi 10.800 le famiglie che hanno ricevuto questo tipo di aiuto. Sono stati distribuiti anche 2.500 cesti di verdura fresca a Khan Younis e nella zona centrale.

Quando i bambini hanno visto il pacco alimentare di Oxfam erano felici. C’erano cose che non vedevano da nove mesi” ci ha raccontato Duaa.

La famiglia di Duaa è tra le migliaia di famiglie che hanno ricevuto pacchi di alimenti secchi. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam
La famiglia di Duaa è tra le migliaia di famiglie che hanno ricevuto pacchi di alimenti secchi. Foto: Alef Multimedia Company/ Oxfam

Tu, in questo momento di grave emergenza, puoi fare la differenza tra la vita e la morte per le migliaia di persone che sono intrappolate nella Striscia senza un posto dove fuggire per mettersi in salvo. Questi civili innocenti stanno pagando un prezzo altissimo, che nessuno dovrebbe pagare.

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