Da ottobre assistiamo con sgomento agli attacchi indiscriminati e alle atrocità inflitte alla popolazione civile di Gaza. Sul campo il lavoro dei nostri colleghi e colleghe si fa sempre più complesso. Nonostante le restrizioni imposte da Israele, grazie ai partner e alla generosità di quanti hanno donato, nei primi sei mesi dall’escalation siamo riusciti a raggiungere più di 335mila persone fornendo servizi salvavita e assistenza umanitaria.
ABBIAMO PORTATO ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO SANITARI
Oltre il 70% delle abitazioni di Gaza, gran parte delle scuole e delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sono state distrutte o danneggiate a causa dei bombardamenti israeliani e hanno lasciato la popolazione senza accesso a fonti di acqua pulita. All’interno di questa drammatica cornice abbiamo raggiunto oltre 166 mila persone
- Oltre 66 mila persone hanno ricevuto acqua pulita grazie al trasporto con le autobotti, un servizio che sta continuando e che continuerà per i prossimi mesi, permettendo una fornitura quotidiana. È stato inoltre ripristinato un impianto per lo smaltimento delle acque reflue, così da limitare l’insorgere di malattie.
- Grazie ai 5 impianti di desalinizzazione che sono stati finora installati, abbiamo potuto garantire acqua pulita a circa 13.000 persone a Rafah. Uno degli impianti è stato brutalmente distrutto dalle forze Israeliane.
- In prossimità degli impianti, abbiamo consegnato 5.000 taniche per il trasporto dell’acqua, oltre a 1.200 bucket nei rifugi informali di Rafah.
- Abbiamo Installato latrine, cisterne e fontanelle.
‘’Al mattino presto, alle sei, c’era già la fila per i bagni a causa dell’affollamento. I bambini non potevano aspettare […] Era un susseguirsi di persone che entravano e uscivano dai bagni. Ma grazie ai nuovi bagni installati da Oxfam, la situazione è notevolmente migliorata: sono vicini a noi e puliti. Le persone li igienizzano regolarmente, garantendo un ambiente più salubre” racconta Duaa, sfollata con la famiglia nel campo di Al Mawasi, dove abbiamo installato cisterne, latrine e fontanelle a beneficio di migliaia di sfollati.
In molte occasioni le autorità israeliane hanno negato l’ingresso di pompe idrauliche e kit di desalinizzazione dell’acqua.
Abbiamo portato assistenza alle donne
La situazione delle donne in età fertile e delle adolescenti nella striscia di Gaza è estremamente grave. La diffusione di malattie come l’epatite e le infezioni è particolarmente preoccupante all’interno dei campi per sfollati, dove le persone sono già indebolite dalla fame e dal freddo. È quindi cruciale intervenire tempestivamente per proteggere la salute e il benessere delle donne e delle ragazze. Queste donne costituiscono il 30% della popolazione locale, con 50.000 donne in stato di gravidanza e 105.000 madri che allattano.
“La guerra ha enormemente aumentato il carico sulle donne. Abbiamo monitorato molti casi di donne e ragazze sfollate che vivono in condizioni terribili” Racconta Buthaina Sobh, Direttrice esecutiva del nostro partner locale, WeFaq Association for Women and Children Care.
Per questo motivo, abbiamo fornito:
- oltre 22.000 kit igienico-sanitari, di cui circa 3.600 specificamente destinati a ragazze e adolescenti, e altri 1.000 per madri con bambini piccoli. Queste azioni sono indispensabili per garantire che queste donne possano prendersi cura adeguatamente della propria igiene.
- Abbiamo inoltre garantito a 500 neomamme kit specifici contenenti articoli per l’igiene e la salute propria e dei neonati, e formato ostetriche per garantire assistenza in contesti di emergenza, dotandole di kit appositi.
ABBIAMO DISTRIBUITO CIBO
La situazione alimentare nella Striscia di Gaza è disumana e inaccettabile. La portata della catastrofe umanitaria in corso è tale da rappresentare un rischio reale di genocidio. Tutta la popolazione di Gaza si trova ad affrontare livelli critici di insicurezza alimentare, un tragico scenario che purtroppo si tradurrà presto in un aumento significativo di morti.
Dal 7 al 27 maggio il numero di camion di aiuti entrati a Gaza è stato tra i più bassi degli ultimi 7 mesi, mentre sta aumentando rapidamente il rischio di morti per fame.
All’interno di questo tragico scenario, siamo riusciti a distribuire a oltre 159 mila persone forniture di cibo, agli sfollati nei rifugi informali e nelle famiglie ospitanti. Abbiamo distribuito anche aiuti in denaro, per permettere alle persone di acquistare, laddove possibile, beni e alimenti di prima necessità.
ACCOGLIENZA E PROTEZIONE
Oltre 36.000 persone hanno ricevuto servizi di accoglienza e protezione, con speciale attenzione ai giovani, alle donne, a chi si trova in condizioni di particolare fragilità, come le persone anziane, malate o a quelle con disabilità. A queste ultime sono stati distribuiti centinaia di servizi igienici portatili, e oltre 200 dispositivi medici speciali. Abbiamo inoltre distribuito indumenti per l’inverno, coperte, materassi, cuscini, tappetini agli sfollati nei rifugi informali, costretti a dormire in tende improvvisate senza alcun riparo dal freddo e dalle intemperie.
L’appello per un immediato cessate il fuoco
Nonostante il nostro impegno incessante, poter distribuire aiuti dentro Gaza diventa di giorno in giorno sempre più difficile. In meno di tre settimane, quasi un milione di palestinesi sono stati sfollati in aree già sovraffollate e prive di servizi di base, siamo costretti a lavorare con la continua preoccupazione per la sicurezza delle operazioni di soccorso e degli operatori sul campo, e a far i conti con il moltiplicarsi dei posti di blocco israeliani, che rallentano e ostacolano la risposta umanitaria.
In questo contesto è prioritario un cessate il fuoco immediato e duraturo e che vengano garantiti percorsi coerenti e prevedibili per portare gli aiuti dentro e attraverso Gaza. Le parti in conflitto devono garantire l’accesso umanitario alla popolazione e la consegna degli aiuti, rispettando le norme del diritto umanitario internazionale. Israele in particolare deve rispettare le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), incluso il recente ordine che impone uno stop all’offensiva militare su Rafah.
La comunità internazionale, inclusi i Paesi terzi e i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono tenuti a rispettare quanto previsto dal diritto internazionale umanitario e dalle sentenze della Corte internazionale di giustizia, e hanno l’obbligo di garantire la sicurezza della popolazione palestinese.
IL TUO SOSTEGNO È FONDAMENTALE
Tu, in questo momento di grave emergenza, puoi fare la differenza tra la vita e la morte per le migliaia di persone che sono intrappolate nella Striscia senza un posto dove fuggire per mettersi in salvo. Questi civili innocenti stanno pagando un prezzo altissimo, che nessuno dovrebbe pagare.