A Gaza la sete è stata trasformata in un’arma letale contro la popolazione civile, con gravi violazioni del diritto umanitario internazionale. Il nostro ultimo rapporto, pubblicato il 18 luglio, offre un’analisi dettagliata di come il governo israeliano abbia utilizzato la scarsità d’acqua come strumento di guerra contro i palestinesi a partire dall’ultima operazione militare a Gaza.
Le misure adottate includono il taglio drastico delle forniture idriche, la distruzione sistematica delle infrastrutture essenziali e il blocco degli aiuti umanitari. Queste azioni hanno ridotto la disponibilità d’acqua per gli abitanti della Striscia di Gaza del 94%. Questa situazione non solo solleva gravi preoccupazioni per la sopravvivenza delle persone, ma rappresenta anche una chiara violazione delle norme internazionali.
Abbiamo assistito all’uso della fame e della sete come armi di guerra da parte di Israele, con conseguenze devastanti per la popolazione civile, conferma Valentina Bidone, nostra responsabile della risposta umanitaria a Gaza.
EMERGENZA IDRICA A GAZA: UNA CRISI SENZA PRECEDENTI
Prima dell’escalation del 7 ottobre, ogni abitante di Gaza aveva a disposizione 82,7 litri di acqua al giorno, mentre ogni cittadino israeliano, inclusi i coloni che occupano illegalmente i territori palestinesi, ne aveva 247 litri. Oggi, la quantità di acqua a disposizione è crollata a 4,74 litri al giorno, un terzo dello standard minimo raccomandato a livello internazionale per la sopravvivenza di base in caso di emergenza. Per dare un’idea, questa quantità è inferiore a quella che ognuno di noi consuma quando tira lo sciacquone.
DEVASTAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE
Gli incessanti bombardamenti e attacchi hanno provocato la distruzione di cinque strutture idriche e sanitarie ogni tre giorni dal 7 ottobre.
Le conseguenze sono devastanti:
- 69% dei pozzi completamente distrutti;
- 33% degli impianti di desalinizzazione ridotti in macerie;
- 70% delle pompe per lo smaltimento delle acque reflue fuori servizio;
- 100% degli impianti di trattamento delle acque e dei principali laboratori di analisi della qualità dell’acqua rasi al suolo.
LA CRISI SANITARIA PEGGIORA GIORNO DOPO GIORNO
La mancanza di acqua pulita favorisce la diffusione di malattie mortali, specialmente tra i bambini. Malattie come colera, dissenteria acuta, epatite, poliomielite e tifo si stanno diffondendo rapidamente all’interno della Striscia, in assenza di acqua potabile e servizi igienici adeguati.
I dati sono allarmanti:
- Oltre 485 mila casi di dissenteria acuta con quasi 113 mila riguardanti bambini sotto i 5 anni;
- Oltre 81 mila casi gravi di ittero, che è manifestazione dell’epatite;
- Oltre 865 mila casi di infezioni respiratorie acute.
Le malattie possono colpire chiunque, comprese le persone che lavorano direttamente sul campo, come i nostri colleghi. Recentemente, il marito della nostra collega Fatima ha contratto l’epatite. Poiché in queste condizioni l’isolamento sanitario è impossibile, anche Fatima si è ammalata.
Pochi giorni fa mi è stata diagnosticata l’epatite. […] L’ultima volta che ho visto acqua potabile scorrere da un rubinetto è stato prima dell’inizio della guerra. La quarantena è impossibile, poiché viviamo in uno spazio condiviso con molte persone. Non abbiamo acqua, sapone, shampoo – nulla che garantisca una corretta igiene, racconta Fatima.
IL NOSTRO APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
- Il drammatico scenario descritto nel nostro rapporto rende più che mai imperativo che il governo di Israele e i gruppi armati palestinesi raggiungano un accordo per un cessate il fuoco immediato e permanente.
- Israele deve porre fine all’assedio e revocare il blocco su Gaza per garantire un accesso senza ostacoli e sostenibile all’assistenza umanitaria, compreso cibo, acqua pulita, servizi igienico-sanitari e rifugi.
- La comunità internazionale deve sostenere un’indagine indipendente sulle potenziali violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, inclusa la devastazione delle infrastrutture civili essenziali, e garantire che i responsabili di tali crimini siano chiamati a rispondere.
- Israele deve contribuire ai costi di riparazione e ricostruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie danneggiate o distrutte durante il conflitto.
- È cruciale che la comunità internazionale deve sostenere il rispetto del diritto, ponendo fine alla cultura dell’impunità per i crimini di guerra.
CHIAMATA URGENTE PER UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO
Il rapporto sottolinea l’urgente necessità di azioni decisive per sostenere la giustizia e i diritti umani, prevenire ulteriori sofferenze e proteggere i diritti dei palestinesi a Gaza, in conformità con le Convenzioni di Ginevra e con quella sul genocidio.
Il nostro impegno a fianco della popolazione palestinese continua incessantemente, ma solo un cessate il fuoco duraturo può garantire l’ingresso degli aiuti vitali necessari per la sopravvivenza.
È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia: bambini, donne e uomini vulnerabili non possono più attendere. Unisciti a migliaia di persone per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in tutta la regione.
Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili ORA