26 Marzo 2025

A GAZA LA SITUAZIONE È CATASTROFICA E CRESCE IL RISCHIO DI CARESTIA

 

Durante i 42 giorni di cessate il fuoco la popolazione di Gaza era tornata a sperare, a potersi addormentare la notte sapendo che i propri cari sarebbero stati ancora accanto a loro al risveglio.” – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia.

Dal 2 marzo, le autorità israeliane hanno imposto nuovamente un assedio totale, bloccando l’intera Striscia di Gaza, vietando l’ingresso di qualsiasi fornitura umanitaria di base, tra cui acqua, cibo, forniture mediche e carburante; e di qualsiasi fornitura commerciale.

Il 10 marzo, le autorità israeliane hanno anche interrotto la fornitura di elettricità all’unico impianto di desalinizzazione dell’acqua ancora operativo a Gaza, che è in blackout elettrico dall’11 ottobre 2023.

A oltre una settimana dalla ripresa dell’offensiva militare sulla Striscia il bilancio delle vittime è catastrofico: sono già più di 50 mila dall’inizio del conflitto e rischiano di aumentare a causa del blocco imposto all’ingresso di cibo e beni di prima necessità.

Le scorte di aiuti, entrate durante il cessate il fuoco, si stanno di nuovo esaurendo e la risposta umanitaria è sempre più difficile. Le autorità israeliane stanno impedendo l’ingresso di oltre 63 mila tonnellate di aiuti alimentari destinati a 1,1 milioni di sfollati allo stremo.

La brusca interruzione dell’ingresso di aiuti alimentari è stata aggravata da un’impennata dei prezzi del cibo a Gaza, con alcuni tipi di frutta e verdura che sono aumentati di oltre il 200% rispetto ai livelli precedenti alla chiusura dei valichi.

I nostri operatori sono riusciti a portare aiuti essenziali a oltre 200 mila persone. Ora però tutto è stato messo di nuovo in discussione”.

A Gaza la situazione umanitaria è sempre più drammatica e la popolazione è a un passo dalla carestia, mentre l’offensiva di Israele sta rendendo sempre più difficile soccorrere la popolazione.

L’IMPATTO ATROCE DELL’OFFENSIVA ISRAELIANA

I bombardamenti israeliani dello scorso 18 marzo che hanno colpito le aree residenziali, soprattutto a Jabalia e Khan Younis, hanno causato quasi 700 vittime, tra cui 200 bambini.

Lo stesso giorno un attacco areo ha distrutto un centro medico che prestava assistenza a oltre 1000 pazienti al giorno, gestito da Juzoor, nostra organizzazione partner.

Nel frattempo, le autorità israeliane hanno costretto oltre 120 mila palestinesi a spostarsi di nuovo, verso altre aree di Gaza, dove comunque non sarà garantita la loro sicurezza.

Una situazione che complessivamente sta quindi rendendo sempre più difficile anche per gli operatori umanitari soccorrere la popolazione, costretti a intervenire in una situazione di perenne incertezza per la propria incolumità.

I team di Oxfam stanno continuando in condizioni sempre più difficili la distribuzione di acqua potabile e di aiuti in denaro per l’acquisto di beni essenziali. Resta però un dato di fatto: negli ultimi 535 giorni Israele ha usato sistematicamente l’accesso agli aiuti umanitari come un’arma. Negare il cibo, l’acqua, il carburante e l’elettricità alla popolazione di Gaza è un crimine di guerra e contro l’umanità, che si sta compiendo di fronte al silenzio e all’inazione della comunità internazionale, che di fatto se ne sta rendendo complice”. Dichiara Paolo Pezzati.

crediti: Alef Multimedia Company/Oxfam
crediti: Alef Multimedia Company/Oxfam

LA NOSTRA RISPOSTA A GAZA

Siamo intervenuti tempestivamente per rispondere agli enormi e crescenti bisogni della popolazione di Gaza. Un lavoro quotidiano che ha consentito dall’inizio della crisi di soccorrere oltre 1,2 milioni di persone nelle zone più colpite di Gaza, tra cui oltre 180 mila solo tra il 20 gennaio e il 28 febbraio.  Vitale è stata la distribuzione di acqua pulita e cibo, di coperte e abiti caldi per affrontare l’inverno nei campi profughi dove sono stati installati servizi igienici.

Un intervento che si intensificherà nei prossimi mesi in soccorso delle comunità di sfollati più vulnerabili con l’obiettivo di fornire aiuti essenziali e ricostruire le infrastrutture idriche e igienico sanitarie indispensabili alla sopravvivenza della popolazione, limitando così la diffusione di epidemie.

Di fronte all’aumento esponenziale dei bisogni umanitari a Gaza rilanciamo un appello urgente per un nuovo e duraturo cessate il fuoco che venga accompagnato dalla restituzione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi detenuti illegalmente. Allo stesso tempo chiediamo che Israele consenta l’ingresso e la distribuzione di tutti gli aiuti umanitari di cui la popolazione ha un disperato bisogno, che la comunità internazionale intervenga per il rispetto del diritto internazionale e che paesi terzi interrompano ogni fornitura di armi a Israele”.

DONA ACQUA SALVA UNA VITA

Per assicurare acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati a quante più persone possibile, dal 9 marzo al 5 aprile abbiamo lanciato la campagna di raccolta fondi DONA ACQUA, SALVA UNA VITA. Una campagna che ci permetterà di portare aiuto a Gaza come nelle più gravi emergenze del mondo.

Sostienici a Gaza con un SMS al 45593.

 

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