Dall’inizio del cessate il fuoco, la risposta umanitaria all’interno della Striscia è notevolmente aumentata, e si indirizza principalmente sulla distribuzione di acqua, l’installazione di servizi igienico sanitari e il ripristino delle infrastrutture idriche. Il nostro personale sul campo lavora notte e giorno per soddisfare gli enormi bisogni di donne, uomini e bambini stremati da 15 mesi di guerra.
BISOGNI ENORMI DA SODDISFARE
Con il cessare dei bombardamenti, la popolazione di Gaza ha iniziato a tornare nelle proprie case, trovando però solo macerie: e tende e ripari di fortuna sono ancora l’unica soluzione per centinaia di migliaia di persone, esposte ai rigori dell’inverno. Oltre l’80% delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sono state distrutte e la situazione dal punto di vista idrico, specialmente nel governatorato di Gaza Nord e Rafah, è disperata: qui le persone hanno a disposizione appena 5,7 litri di acqua a testa.
“Andavo a prendere l’acqua salata per lavare i piatti e fare il bucato” racconta Sabreen, madre di sette figli sfollata a Deir Al Balah. “L’acqua non era mai abbastanza. Le malattie della pelle si diffondevano. Per fortuna, quando Oxfam ci ha dato l’acqua, abbiamo iniziato a lavare i nostri figli. La cisterna di ha risparmiato molti sforzi e fatica, e le lunghe distanze per andare a prendere l’acqua”

Solo nel mese di dicembre, abbiamo portato acqua pulita a centinaia di migliaia di persone, ripristinando tubature e installando servizi igienico sanitari:
- In 15 campi di Khan Yunis e Deir Al Balah abbiamo garantito 15 litri d’acqua al giorno tramite le autobotti a beneficio di 22,054 persone, mentre in 21 campi oltre 34mila persone hanno ricevuto tre litri d’acqua al giorno.
- A Khan Younis, 3 mila persone hanno ricevuto taniche e a oltre 15 mila persone, a Gaza City e nel Nord di Gaza, sono stati consegnati secchi per trasportare e conservare l’acqua in modo sicuro;
- In 30 campi e nelle comunità ospitanti di Gaza City, Nord Gaza e Khan Younis, abbiamo distribuito a quasi 46 mila persone kit igienico sanitari, oltre a kit specifici per donne e ragazze.
- Abbiamo riparato sette pozzi a Gaza e nella zona centrale, a beneficio di quasi 70 mila persone.
L’inverno ha portato forti piogge e inondazioni, peggiorando le vite di migliaia di sfollati. I campi sono diventati vere e proprie trappole di fango, in cui l’acqua fa fatica a essere assorbita e l’umidità costante favorisce il proliferare di insetti e malattie.
Shahinaz, nel campo di fortuna in cui è sfollata si è adoperata come volontaria accanto ai nostri perchè tutti avessero acqua pulita e servizi igienici: “I servizi igienici sono stati installati e ne è stata garantita la manutenzione, e le fogne sono state regolarmente curate. Questi sforzi hanno apportato grandi benefici nel campo, e hanno alleviato la durezza dell’inverno per gli sfollati”. Insieme al nostro partner, Palestinian Environmental Friends Association, abbiamo inoltre distribuito sacchi di sabbia, creando barriere per impedire l’ingresso dell’acqua all’interno delle tende.
- Abbiamo portato 300 metri cubi di sabbia in due campi per sfollati;
- Abbiamo completato la riparazione delle reti di acque reflue a Khan Younis e all’ospedale Naser, a beneficio di 100 mila persone.

I PROSSIMI PASSI
Sebbene ancora sottodimensionati rispetto al bisogno, gli aiuti che stanno entrando a Gaza ci permettono di incrementare la nostra risposta umanitaria. Per sei mesi, è stato impedito l’ingresso a Gaza di 85 tonnellate di tubature e serbatoi per l’acqua – per un valore di oltre 480.000 dollari – perché la fornitura era ritenuta “sovradimensionata” e gli articoli catalogati come a ‘doppio uso’, ossia potenzialmente utilizzabili anche per scopi militari. Le autorità israeliane hanno finalmente approvato la spedizione solo questa settimana, anche se deve ancora arrivare a destinazione.
Nei prossimi mesi, ci concentreremo nel garantire l’accesso ad acqua e servizi igienico sanitari, sia con soluzioni a breve termine, come distribuzione d’acqua tramite autobotti o cisterne flessibili, sia riabilitando le infrastrutture danneggiate. Ci adopereremo inoltre per potenziare i servizi di protezione per mitigare il più possibile gli effetti a lungo termine della guerra sulle persone più vulnerabili come donne, bambini, persone con disabilità. Parallelamente, lavoreremo per ripristinare i mercati locali e le attività agricole, e garantire assistenza dignitosa alle comunità attraverso la fornitura di denaro contante per permettere l’acquisto di beni di prima necessità e alimenti non appena il mercato locale sarà nuovamente operativo.
Da dicembre 2024 fino al cessate il fuoco del 19 gennaio 2024, i nostri interventi hanno raggiunto 156.133 persone. La portata complessiva dall’inizio della risposta umanitaria ha riguardato 1.211.018 persone.
TU, in questo momento di grave emergenza, puoi fare la differenza tra la vita e la morte per le migliaia di persone che stanno cercando di ricostruire la propria vita.