17 Giugno 2022

VACCINI COVID: NESSUN NUOVO DIRITTO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO

 

VACCINI COVID

In risposta alla notizia che i governi dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) hanno raggiunto – nel corso dell’incontro che si è appena tenuto a Ginevra – un accordo sui brevetti per il vaccini Covid nei paesi in via di sviluppo, Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY hanno dichiarato:

 “Non siamo di fronte alla sospensione delle regole sulla proprietà intellettuale di cui il mondo ha un disperato bisogno per garantire l’accesso a vaccini e cure per tutti, ovunque. L’Ue, il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Svizzera hanno bloccato quel testo, raggiungendo un compromesso che in gran parte ribadisce i diritti già esistenti dei paesi in via di sviluppo di derogare i brevetti in determinate circostanze. L’accordo raggiunto inoltre si applica solo a vaccini  Covid e non alle terapie e alla diagnostica, strumenti chiave per la lotta al virus, riguarda solo i brevetti e non altri diritti della proprietà intellettuale, che costituiscono un ostacolo alla produzione. Infine riguarderà solo i paesi che non hanno già sviluppato capacità produttiva. Dobbiamo dirlo chiaramente: è un accordo fatto per salvare la faccia, non vite umane.

La condotta dei paesi ricchi all’OMC è stata vergognosa. L’Ue ha bocciato ogni tentativo di accordo che significasse una reale rinuncia alla proprietà intellettuale; Regno Unito e Svizzera hanno lavorato al peggioramento di qualsiasi testo; gli Stati Uniti hanno negoziato dietro le quinte per ridurre l’impatto e la portata dell’accordo.

Venti mesi di battaglie di Sud Africa e India, supportate da 100 paesi membri dell’OMC, non sono serviti per assicurare ai paesi in via di sviluppo il diritto di produrre e accedere a vaccini, test e cure. Gli ostacoli costantemente posti dai paesi ricchi hanno portato a questo deludente e vergognoso risultato, che costituisce un pericoloso precedente anche per le prossime emergenze sanitarie. Ci auguriamo che i paesi in via di sviluppo ora intraprendano ogni possibile azione per esercitare i loro diritti e superare le norme sulla proprietà intellettuale per salvare vite umane”.

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