“Dalle notizie che abbiamo risulta positivo che l’accordo fra Italia e Tunisia preveda il rilascio di permessi solo a chi è già sbarcato e non a chi sbarcherà in futuro. Si tutelano così tutti quelli che sono arrivati e si potrà accertare chi ha effettivamente diritto alla protezione come rifugiato, distinguendo tra cittadini tunisini e chi ha altra provenienza. Si evita al tempo stesso di innescare un effetto ‘attrattivo’, che produrrebbe ondate di migranti difficilmente gestibili.
Il motivo di maggiore debolezza dell’accordo è che esso prevede il rimpatrio dei cittadini tunisini: una condizione già prevista in precedenza. La Tunisia è uno stato in cui tutte le istituzioni statali, centrali e locali, sono al collasso o quantomeno in profonda crisi di funzionamento. Vi sono forti motivi di dubitare della capacità di una rapida risposta da parte delle autorità tunisine quando saranno chiamate ad accertare se una persona arrivata in Italia sia effettivamente cittadina tunisina. Inoltre, nonostante i finanziamenti promessi non è realistico pensare che, almeno in tempi brevi, si possa ovviare a questo problema.
Nel breve periodo, per governare la situazione, l’Italia dovrebbe contribuire a rendere subito disponibili fondi per un efficace programma di sostegno umanitario verso la Tunisia per la gestione dei profughi, conseguenza della crisi libica.
Ricordiamo che in questo momento, mentre l’Italia sta fronteggiando l’arrivo di circa 20mila persone, la Tunisia ne ha accolte 200mila, certamente quasi tutti rifugiati di guerra e quindi aventi diritto alla protezione.
E’ evidente che sarebbe stata assai utile una seria politica di cooperazione che il governo italiano ha penalizzato riducendo drasticamente, fin quasi alla cancellazione, i fondi ad essa dedicati dal ministero degli Affari Esteri”.
Francesco Petrelli, presidente di Oxfam Italia