3 Aprile 2013

Aiuto pubblico allo sviluppo: 2012 il grande arresto

 
Kenya. Tioko Korima annaffia l'orto di casa che ha messo su grazie a Oxfam. Alejandro Chaskielberg/ Oxfam
Kenya, Turkama

Oxfam chiede ai paesi OCSE di cambiare rotta: l’Italia riuscirà a farlo nei prossimi cinque anni?

In occasione dell’uscita dei dati OCSE sull’aiuto pubblico allo sviluppo dato dai paesi donatori nel 2012 Oxfam evidenzia un calo degli aiuti in termini reali di 8.452 miliardi di dollari – dallo 0,31% allo 0,29% del PIL globale.
Questi non sono solo numeri su un pezzo di carta: è la realtà di milioni di persone lasciate ogni giorno, ogni ora, senza cibo, medicine o acqua. I paesi in via di sviluppo sono già stati piegati dall’impatto della crisi economica globale, e affrontano ogni giorno le conseguenze della volatilità dei prezzi del cibo e dei cambiamenti climatici. I paesi più ricchi non possono, proprio adesso, lasciar cadere questo impegno”. Dichiara Jeremy Hobbs, Direttore di Oxfam International.
Come risulta dai dati OCSE, l’Italia è uno dei paesi europei che ha tagliato maggiormente gli aiuti nel 2012 – arrivando a devolvere un misero 0,13% del proprio PIL allo sviluppo. In larga parte l’aiuto italiano è multilaterale, e ricomprende la quota di aiuti “obbligatori” data all’Unione Europea.

“A fronte di questi dati sconfortanti, il 2013 ha già segnato un cambiamento di rotta per l’Italia che sotto la guida del primo ministro della Cooperazione Internazionale della storia repubblicana ha parzialmente aumentato il volume totale degli aiuti. Chiediamo al nuovo Parlamento – in gran parte espressione di forze politiche attente ai temi della solidarietà, della cooperazione, della tutela dell’ambiente e dei beni comuni in Italia e nel mondo – di confermare questo trend positivo nel 2014 e nei prossimi anni.” dichiara Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia.
L’esempio da seguire è quello del Regno Unito, paese colpito in modo pesante dalla crisi economica che ha tuttavia deliberato nelle scorse settimane l’impegno di destinare lo 0,7% del proprio PIL in aiuto pubblico allo sviluppo, ottemperando all’impegno che la comunità internazionale ha preso in sede ONU nel 1970. “Questo dimostra che mantenere gli impegni verso i più poveri così – come tagliarli – è una questione di volontà politica” ha aggiunto Bacciotti.

Anche sul tema degli strumenti innovativi per finanziare lo sviluppo l’Italia può fare molto. “Oltre a sostenere il progetto di una tassa sulle transazioni finanziarie europea, l’Italia ha introdotto una prima forma di tassazione sulle  transazioni finanziarie (TTF) – in vigore dal primo marzo scorso. – ha concluso Bacciotti – Oxfam Italia e molte altre organizzazioni chiedono che i proventi di questa tassa vengano utilizzati anche per finanziare la lotta alla povertà e al cambiamento climatico globale, perché l’aiuto non è carità, ma un investimento cruciale per costruire un futuro migliore e più giusto”. La TTF italiana prevede la raccolta di un gettito di circa 1 miliardo, mentre l’adozione di una TTF europea se introdotta anche solo in 11 Stati Membri raccoglierebbe un gettito stimato intorno ai 35 miliardi di euro.
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