Lo stato del Mar Rosso ha gli indicatori peggiori in questo senso, dopo le regioni interessate dal conflitto in Darfur. Il sistema sanitario ha carenze sia nel management che nella pianificazione, e questo fa sì che anche le poche risorse esistenti siano sotto o male utilizzate.
Nonostante l’adozione di un sistema sanitario distrettuale, le inadeguate capacità istituzionali e umane hanno limitato l’accesso, la qualità e la copertura dei servizi sanitari e sociali locali, con ripercussioni molto gravi sulla salute delle comunità, in particolar modo di donne e bambini.
Il progetto ha inteso rispondere alle sfide legate alla estrema debolezza del servizio sanitario locale, concentrandosi principalmente nel garantire accesso ai servizi alle mamme e ai bambini e nel rafforzare il distretto di salute migliorandone e potenziandone l’offerta, garantendo formazione al personale medico e sanitario.
Una componente del progetto ha inoltre promosso attività generatrici di reddito a beneficio di donne sole e vulnerabili. La formazione ha affrontato numerose tematiche (gestione dei medicinali, ottimizzazione dei servizi, nutrizione materno infantile, vaccinazioni, salute riproduttiva e neonatale le principali) coinvolgendo operatori sanitari, autorità locali, personale del ministero della salute, farmacisti, medici, ostetriche e nutrizionisti. Importante componente del progetto in questo senso è stata la formazione di 60 “Madri attive”, coinvolte in una formazione retribuita da parte del Dipartimento di nutrizione e dallo staff di Oxfam Italia e responsabili di sensibilizzare le proprie comunità, secondo il metodo del peer to peer. Al fine di migliorare la nutrizione e garantire l’accesso al reddito, 44 donne hanno ricevuto sementi, alberelli da frutto, attrezzi per la cura dei campi, ma anche stufe ad alta efficienza energetica, e sono state coinvolte in gruppi di risparmio e credito composti da 15-20 membri della comunità per raccogliere e gestire risorse economiche per venire incontro a emergenze o investimenti.
Le attività di sensibilizzazione delle comunità su buone pratiche igieniche volte a prevenire le malattie trasmesse da acqua sporca o contaminata sono state intensificate per far fronte alla sfida rappresentata dalla pandemia, e 1000 tra le famiglie più vulnerabili hanno ricevuto un kit igienico sanitario, e le comunità tutte sono state coinvolte in campagne di sensibilizzazione sulla gestione dei rifiuti e contro l’espletamento dei bisogni all’aperto, sostenendo la costruzione di latrine e la manutenzione delle stesse.
“Ci hanno insegnato come coltivare bene un orto; abbiamo imparato che ci sono colture che non dovrebbero essere coltivate vicino ad altre colture, ed altre ancora che invece possono esserlo. Abbiamo imparato a piantare verdure come il peperoncino per tenere lontani gli insetti. Prima non sapevo che ci fossero vitamine nelle verdure… La maggior parte di quelle che ho piantato sono cresciute, e io e mio figlio le abbiamo mangiate per quasi sei mesi, senza comprarle più e tenendo i soldi da parte… Sono anche riuscita a darne un po’ anche ai miei vicini.”
Partner:
Sudan Ministry of Health (all related department: Reproductive Health, Academy Health, Nutrition, Sanitation, Vaccination)
Local Health Centers: Um Algura, Algadesia, Dem Mayo, Hosiry, Almargania, Alyarmok
Abuhadia: local partner
Donatori: Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Unione Europea, Regione Toscana, Chiesa Valdese
Budget: 786.688 euro
Durata: 25/01/2019 – 24/07/2021