11 Ottobre 2023

L’ASSEDIO DI GAZA RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UNA CATASTROFE UMANITARIA

 

I bambini palestinesi che vivono a Gaza non hanno acqua pulita

L’unica centrale elettrica a Gaza si è spenta alle 14 ora locale, mentre gli ospedali hanno esaurito i posti letto. Già oltre 400 mila persone sono rimaste senza acqua e servizi di base. Oltre 180 mila gli sfollati in gran parte ammassati in scuole sovraffollate

Appello urgente al Governo Italiano e alla comunità internazionale per mettere in campo tutte le possibili pressioni diplomatiche per arrivare ad un immediate cessate il fuoco

L’assedio su Gaza rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria, lasciando senza cibo, acqua, elettricità e carburante centinaia di migliaia di civili allo stremo, dopo 16 anni di blocco.

È l’allarme lanciato da Oxfam, dopo l’annuncio del Governo israeliano, in risposta agli spaventosi attacchi di Hamas, avvenuti in uno dei giorni più tristi e letali nella storia di Israele. Un’escalation di violenza che ha già provocato oltre 2.000 morti nel Paese e a Gaza, tantissimi feriti e che arriva dopo un anno in cui si sono già registrate molte vittime in Cisgiordania e nella Striscia.

Una situazione che ha costretto Oxfam a sospendere tutte le attività di aiuto umanitario e allo sviluppo nella Striscia.

“Siamo inorriditi da quanto sta accadendo ed è accaduto negli ultimi giorni. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam ItaliaLa violenza non apre mai la strada per la Pace. Per questo chiediamo al Governo italiano e alla comunità internazionale di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici disponibili per arrivare a un immediato cessate il fuoco. La decisione di attuare un ‘assedio totale’ da parte del Governo israeliano, che si somma al blocco in corso, costituisce una punizione collettiva nei confronti di una popolazione civile, che non ha alcuna responsabilità per quanto successo. E’ un atto illegale secondo il diritto internazionale e rischia di alimentare ulteriormente questa crisi”.

La situazione disperata degli sfollati a Gaza

Nelle ultime ore le Nazioni Unite hanno riferito che ci sono già oltre 180.000 sfollati a Gaza, tra cui 135.000 persone che hanno trovato rifugio nelle scuole già affollate, gestite dalle agenzie ONU.

Allo stesso tempo la gran parte delle famiglie stanno rimanendo senza cibo, acqua e servizi igienici, e molti sono intrappolati nelle proprie case, senza poter fuggire dai bombardamenti.

La mancanza di carburante rischia di aver conseguenze disastrose per la popolazione

L’unica centrale elettrica di Gaza, fondamentale per l’erogazione dell’acqua e per poter garantire l’accesso ai servizi igienici essenziali alla popolazione già prima dell’attuale escalation era in funzione per sole quattro ore al giorno. Da poche ore si è spenta del tutto, con conseguenze gravissime per gli ospedali, che hanno esaurito i posti letto, e per le strutture sanitarie, che adesso dipendono esclusivamente dai generatori per alimentare attrezzature mediche vitali; il principale ospedale di Gaza potrebbe esaurire le scorte di carburante nei prossimi quattro giorni.

Ad oggi i danni causati dagli attacchi aerei su Gaza hanno causato l’interruzione del funzionamento dei servizi idrici e igienici per oltre 400.000 persone.  L’impianto di trattamento delle acque reflue nel nord di Gaza si è fermato, causando lo scarico di liquami grezzi in mare.

“La spirale di guerra, seguita da tregue temporanee e promesse di aiuti per tamponare l’emergenza deve interrompersi – conclude Pezzati – La comunità internazionale deve affrontare al più presto le cause alla base dell’ingiustizia e della violenza che vengono perpetrate sotto l’occupazione”.

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