Crescono di mezzo milione di euro i finanziamenti destinati al blocco dei flussi migratori: passati da 10 milioni nel 2020 a 10,5 nel 2021. In totale 32,6 milioni destinati alla Guardia Costiera libica dal 2017.
Impennata delle risorse destinate alle missioni navali che non prevedono il salvataggio dei migranti in mare. Dall’inizio dell’anno, oltre 720 vittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale, almeno 7.135 dalla firma dell’accordo tra Italia e Libia. Oltre 13 mila i migranti riportati in Libia.
Continuano ad aumentare gli stanziamenti italiani alla Guardia Costiera libica. Il Governo ha infatti deciso di destinare 500 mila euro in più nel 2021 per sostenerne le attività, per un totale di 32,6 milioni di euro spesi dal 2017, anno dell’accordo Italia-Libia. Sale anche a 960 milioni il costo sostenuto dai contribuenti italiani per le missioni navali nel Mediterraneo, (nessuna delle quali ha compiti di ricerca e soccorso in mare) e nel paese nord africano, con un aumento di 17 milioni rispetto al 2020 per la missione Mare Sicuro e 15 milioni per Irini.
Tutto ciò, nonostante si continui a morire lungo la rotta del Mediterraneo centrale – con oltre 720 vittime dall’inizio dell’anno – e siano oramai ben note le modalità di intervento della cosiddetta Guardia Costiera libica, come testimoniato dal video diffuso in questi giorni da Sea-Watch.
È l’allarme lanciato da Oxfam, alla vigilia del dibattito parlamentare sul rinnovo delle missioni militari italiane. In un anno che vede il record di persone intercettate e riportate in Libia: più di 13.000. Dato che non ha suggerito evidentemente al Governo, né una profonda riflessione sul destino dei migranti, tra cui donne e bambini, che una volta rientrati nel paese nord-africano sono destinati ad essere vittime di abusi e torture sistematiche dalle quali stavano scappando, finendo nei centri di detenzione ufficiali e in altri luoghi di prigionia clandestini. Né tantomeno si è attuata una revisione dello stesso accordo con le autorità libiche, nonostante numerose inchieste e testimonianze abbiano confermato il coinvolgimento della Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani.
“Mentre lungo la rotta del Mediterraneo centrale si continua a morire, come dimostrano i continui naufragi di queste settimane, con l’ennesima tragedia avvenuta a Lampedusa pochi giorni fa, – sottolinea Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – il Governo Draghi sta agendo in perfetta continuità con gli esecutivi precedenti sulle politiche migratorie, come dimostrano anche le recenti richieste al Consiglio europeo per un maggior coinvolgimento dell’Unione nel rafforzamento degli accordi con le autorità libiche. In sostanza si va avanti nella stessa direzione, in un paese dove “l’industria del contrabbando e tratta” è stata in parte convertita in “industria della detenzione” con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro”.
L’appello all’Italia
“A pochi giorni dalla discussione parlamentare sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero, – conclude Pezzati – chiediamo perciò ai partiti di maggioranza di interrompere immediatamente gli stanziamenti per il 2021 diretti alla Guardia Costiera libica, che solo quest’anno ha intercettato e riportato in un paese non sicuro il triplo dei migranti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Assieme è necessaria una revisione delle missioni che contengono iniziative legate alla sua formazione e al suo supporto. Quello che serve è un cambio deciso di approccio, una gestione diretta dei flussi e non la mera chiusura delle frontiere delegata a paesi come la Libia o la Turchia”.
Una direzione che Oxfam ritiene possa essere intrapresa solo con una serie di interventi diretti a:
- superare la legge Bossi-Fini ed estendere i canali di ingresso regolari per i migranti in Italia e in Unione europea;
- approvare un piano di evacuazione delle persone detenute illegalmente in Libia;
- istituire una missione navale europea con chiaro compito di ricerca e salvataggio delle persone in mare;
- riconoscere il ruolo fondamentale delle organizzazioni umanitarie nella salvaguardia della vita umana in mare;
- interrompere l’accordo Italia-Libia, subordinando qualsiasi futuro accordo alla fine della fase di transizione politica nel paese, nonché alle necessarie riforme che eliminino la detenzione arbitraria e prevedano adeguate misure di assistenza e protezione, in particolare per migranti e rifugiati.