La situazione è sempre più critica
Oltre 1,9 milioni di persone stanno letteralmente rimanendo senza accesso ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari. Mentre solo l’anno scorso il numero di sfollati interni è cresciuto di 10 volte: oltre 500 mila uomini, donne e bambini, che hanno trovato rifugio nei villaggi di aree già poverissime del Paese.
L’intensificarsi degli scontri nel nord e nell’est del Burkina Faso aggravati dall’impatto della siccità e del cambiamento climatico degli ultimi anni, sta portando la popolazione sull’orlo del baratro.
Migliaia di famiglie hanno perso tutto e adesso sono allo stremo: hanno bisogno di acqua pulita e servizi igienici, di un riparo, cibo e assistenza sanitaria. I bisogni umanitari sono enormi e continuano a crescere con l’arrivo di un sempre maggior numero di profughi.
Donne e ragazze per prime sono costrette a ore e ore di fila per procurarsi la poca acqua disponibile.
“Se mi alzo alle 7 la mattina in cerca d’acqua devo rimanere sotto il sole anche fino a mezzogiorno per procurarmene quel poco che spesso non è sufficiente per i bisogni della mia famiglia per l’intera giornata. E questo accade ogni giorno”, racconta Fatoumata Sawadogo, madre che ha trovato rifugio nel campo profughi di Pissila, nel centro-nord del Burkina Faso, dove in questo momento più di 3.500 sfollati vivono senza accesso a fonti d’acqua pulita.
In questo contesto, il rischio di epidemie è altissimo e nuovi focolai potrebbero avere gravissime conseguenze nelle aree dove migliaia di sfollati hanno trovato scampo. Si registra un consistente aumento di malattie intestinali per la mancanza di accesso all’acqua pulita.
“Senz’acqua non possiamo garantire le norme igieniche minime” aggiunge Huguette Yago, ingegnere idraulico, che qui lavora con uno dei partner locali di Oxfam per far fronte all’emergenza, nel tentativo anche di prevenire la diffusione di malattie dovuto alla mancanza di igiene.
L’accesso all’acqua è diventato una sfida giornaliera
In alcune città, come Barsalogho, l’accesso ad acqua pulita è diminuito del 40% (Fonte: HNO 2020), a causa dell’arrivo in massa di sfollati in aree del paese dove le infrastrutture e le fonti d’acqua disponibili sono scarsissime ed erano appena sufficienti per la popolazione prima dello scoppio dell’emergenza.
Cosa fa Oxfam per fornire accesso all’acqua pulita?
Interveniamo in 13 regioni del Paese, per fornire l’accesso all’acqua pulita agli sfollati e alle comunità ospitanti nelle aree più colpite. Dopo aver recentemente ripristinato infrastrutture idriche per garantire l’accesso all’acqua a circa 21.800 persone al giorno, stiamo lavorando per riattivare 107 punti di erogazione d’acqua per soccorrere 287 mila persone allo stremo.
In un contesto peraltro dove 1,2 milioni di persone non hanno accesso a cure di base, circa 318 mila bambini non possono più studiare e 2.400 scuole sono state chiuse, chiediamo uno sforzo immediato da parte della comunità internazionale per finanziare il piano internazionale di risposta all’emergenza.
Ogni aiuto è importante.