La furia del ciclone Idai
Il ciclone Idai, considerato uno degli eventi atmosferici più catastrofici che ha colpito l’Africa, tra il 14 e 15 marzo 2019 ha spazzato via abitazioni, campi e interi villaggi devastando il Malawi, il Mozambico e lo Zimbawe, impattando sulla vita di più di 2.6 milioni di persone.
Milioni di persone sono rimaste senza cibo, acqua e servizi igienico sanitari. Scuole ospedali, ponti, strade sono stati spazzati via dalla furia dell’acqua e del vento, che è arrivato a superare i 170 km orari. Migliaia di persone sono ancora isolate in zone difficilissime da raggiungere, se non in elicottero o con le imbarcazioni.
Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a sfollare, raccogliendosi in campi di transito, con scarso accesso all’acqua potabile o ai servizi igienici, incrementando il rischio di malattie portate dall’acqua o sporca o contaminata. La minaccia di un’epidemia di colera è molto alta, e il morbo si sta diffondendo velocemente.
Nonostante le sfide logistiche, le squadre di Oxfam lavorano 24 ore su 24 per portare aiuto alle famiglie e comunità più colpite. L’obiettivo è raggiungere 775.000 persone nei tre paesi con acqua pulita, servizi igienico sanitari, cibo e rifugi.
La risposta si incentra sulla prevenzione di malattie mortali quali il colera e la malaria, attraverso:
- Fornitura di acqua pulita tramite autobotti
- Installazione di latrine e lavabi
- Distribuzione di bucket, cisterne mobili e kit igienico sanitari
- Formazione di volontari per sensibilizzare le comunità sull’importanza dell’igiene
Cosa fa Oxfam in Mozambico?
Ci sono 5.656 casi di colera registrati al 16 aprile secondo il Ministero della salute, di cui 4000 trattati e in via di guarigione, e questa è la nostra priorità nel paese e nel programma di emergenza. Lavoriamo sulla prevenzione nei campi dentro e intorno a Beira, una delle zone più colpite dalla furia del ciclone e abbiamo inziato a Dondo, dove i casi continuano ad aumentare. Solo il 13 aprile si sono registrati 369 nuovi contagi. Nella sola Mozambico i morti ufficiali sono 602, e 239.731 case danneggiate, di cui 112.745 totalmente distrutte.
Oxfam lavora nel campo per sfollati più grande di Beira, chiamato “Il pavone d’oro”, lo stesso nome di un hotel di lusso nelle vicinanze. Più di 600 famiglie, circa 2.200 persone, vi hanno trovato rifugio, sistemandosi in grandi tende che ospitano spesso più famiglie. Oxfam garantisce acqua potabile e costruisce latrine.
La campagna di vaccinazione con vaccino orale è iniziata il 4 aprile ed è tutt’ora in corso, ma per adesso la copertura è estremamente bassa, tra il 18-26%.
La campagna di sensibilizzazione, la distribuzione di bustine purificatrici e di acqua potabile ha raggiunto a oggi 40.000 persone. Il 3 aprile è arrivato un cargo dai nostri magazzini con più di 38 tonnellate di aiuti – principalmente relativi al settore Wash (kit igienico sanitari e installazione latrine per evitare il manifestarsi e il diffondersi di malattie), pronti per essere distribuiti.
I beneficiari previsti sono 500.000, a oggi sono state raggiunte 58.010 persone, di cui 22.000 circa che hanno ricevuto acqua con le autobotti, sono state installate 83 latrine, 11 cisterne mobili di varia capienza, 44 locali docce, 5.100 kit per famiglie, 154 kit specifici per donne, 39289 persone hanno ricevuto liquido per purificare l’acqua, 280 volontari di comunità formati.
Cosa fa Oxfam in Malawi?
Abbiamo visitato il campo di Bangula, che ospita più di 5000 vittime del ciclone, circa 3000 malawiani e 2000 mozambicani, arrivati in canoa, pagando moltissimo denaro. La situazione a livello di igiene è assai compromessa, ci sono pochissime latrine e l’acqua proviene principalmente da un pozzo privato, quindi deve essere acquistata. Il cibo scarseggia, e le persone ricevono solo 1.5kg di riso a settimana, senza altri nutrienti. A oggi Oxfam ha raggiunto circa 2000 famiglie con bucket e sapone.
Cosa fa Oxfam in Zimbabwe?
Al 1 aprile, i morti nel paese erano 169, 328 dispersi, 164 feriti, 2251 case distrutte, 4073 sfollati.
Stiamo conducendo un assessment con altre organizzazioni. Sono stati distribuiti kit igienico sanitari e pacchi cibo a 1000 famiglie, e installate 17 latrine nel campo per sfollati di Ngangu.