Firma la petizione: tu puoi dire BASTA
La terrificante escalation di violenza esplosa il 7 ottobre ha già causato la morte di migliaia di persone innocenti. Sia i civili palestinesi che quelli israeliani hanno dovuto affrontare violenze spaventose e continuano a pagare il prezzo del fallimento dei leader politici nel risolvere un conflitto che ha radici profonde.
Alla brutale uccisione di massa di civili compiuta da Hamas e al sequestro di centinaia di persone inermi è seguito un assedio totale su Gaza con bombardamenti indiscriminati sulla Striscia da parte di Israele. Migliaia di palestinesi sono stati costretti a lasciare le proprie case, a seguito dell’ordine di evacuazione del governo israeliano, e vivono in edifici sovraffollati o sono senza riparo.
Oggi Gaza è completamente isolata
Nelle ultime ore, le forze armate israeliane hanno ampliato le operazioni a Gaza. Gli attacchi aerei si sono intensificati a un livello senza precedenti e tutti i mezzi di comunicazione sono stati tagliati. 2,2 milioni di persone sono completamente isolate.
Per 36 ore, il blackout ha impedito alle persone di conoscere la sorte di amici e familiari. “Utilizziamo i mezzi di comunicazione per tenere il contatto con i nostri familiari, soprattutto per chi, come me, ha parenti dispersi in varie case e famiglie. Non possiamo avere notizie se non tramite messaggi su Whatsapp o Facebook. Quando la connessione è stata interrotta, non siamo stati in grado di avere notizie, di capire cosa stesse succedendo e come stavano i miei familiari a casa” ha raccontato una operatrice di Oxfam, che vive a Sud di Gaza. La sicurezza dei civili, soprattutto quelli nel nord di Gaza, è a grave rischio. Prima dell’inizio delle operazioni all’interno della Striscia, il 27 ottobre, circa 30.000 sfollati erano tornati al Nord, a causa dell’impossibilità di trovare rifugi a Sud della striscia.
Le guerre hanno regole. I civili devono essere protetti.
Oggi non sappiamo se i civili sono al sicuro. Se ci sia ancora acqua potabile, se il carburante sia esaurito o se ci sia ancora cibo disponibile. Così come non possiamo sapere se gli ospedali sono sicuri. Oggi Gaza è al buio ed è stata completamente isolata dal mondo esterno e al suo interno.
Siamo sull’orlo di una catastrofe umanitaria
- Si teme lo scoppio di un’epidemia di colera per la mancanza di acqua pulita. Le persone hanno a disposizione da uno a tre litri d’acqua, quando in un contesto di emergenza il fabbisogno supera i 15 litri a testa.
- Gli ospedali di Gaza sono al collasso: stanno finendo i medicinali, i dispositivi usa e getta e il carburante per far funzionare le attrezzature, comprese le incubatrici per i neonati. Al 27 ottobre, più di un terzo degli ospedali di Gaza sono stati costretti a chiudere per mancanza di carburante o per aver subito danni.
- Le persone non hanno cibo a sufficienza. L’assenza di energia elettrica impedisce la produzione di pane o la conservazione degli alimenti. Tutte le attività di pesca e agricoltura sono state interrotte. 2,2 milioni di persone hanno urgente bisogno di cibo. Quel poco che hanno, come cereali o legumi, non può essere consumato perché mancano acqua e combustibile.
- Alcuni camion con aiuti umanitari sono entrati a Gaza dal valico egiziano di Rafa; tuttavia, sono assolutamente insufficienti e molti altri convogli sono fermi in attesa del via libera. Prima della crisi ne entravano 100 al giorno. Da quando è stato imposto l’assedio totale su Gaza, solo il 2% delle forniture alimentari previste è stato consegnato.

È una situazione inaccettabile
È necessario agire immediatamente per proteggere i civili e scongiurare la perdita di altre vite umane: nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza la cessazione delle violenze.
Dedica un minuto del tuo tempo e unisciti a migliaia di persone che chiedono un cessate il fuoco immediato. Centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini innocenti non possono aspettare.
Firma ora
Chiedi alla Presidente Giorgia Meloni e ai leader europei che si impegnino affinché:
- tutte le parti accettino l‘immediata cessazione delle ostilità per evitare un’escalation della violenza;
- vengano garantiti l’assistenza umanitaria e l’accesso a cibo, acqua e cure mediche;
- avvenga il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone private della libertà, con particolare urgenza di bambini, donne incinte e madri con neonati e bambini piccoli, feriti e malati tenuti prigionieri dai gruppi armati a Gaza;
- venga garantita la protezione dei civili;
- l’Italia e l’Europa si impegnino a lavorare per una pace duratura che garantisca giustizia, dignità e futuro ai popoli palestinese e israeliano.
Con la tua firma puoi chiedere la pace e salvare migliaia di vite. Fallo ora.