25 Settembre 2012

Rep.Dem. del Congo

 

Congo

I problemi del paese

Il Congo ha adesso 2 milioni di sfollati, il numero più alto dal 2009. Credits: Marie Cacace/Oxfam
Sfollati in arrivo a Kibati

La maggior parte della popolazione del paese vive in condizioni di estrema povertà, frutto di un’eredità coloniale tra le più pesanti e di circa quarant’anni di dittature, colpi di stato e guerre civili. Il massiccio invio di aiuti internazionali di emergenza ha reso le popolazioni dipendenti dall’esterno e non ha favorito la loro partecipazione attiva ai processi di sviluppo. A ciò si aggiungono i forti limiti formativi, finanziari, organizzativi e logistici di province e altre entità decentrate. Sia per la dimensione territoriale, sia per la ricchezza energetica, la stabilizzazione politica della RDC potrebbe giocare un ruolo dominante nell’armonizzazione geopolitica dell’area dei Grandi Laghi, storicamente considerata la zona africana maggiormente colpita dai conflitti armati.

Cosa facciamo

Lavoriamo in Nord Kivu e Kasai Occidentale in ambito sanitario, agricolo e istituzionale: i progetti presenti, finanziati da Regione Toscana, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e dall’Unione Europea, favoriscono il rafforzamento degli scambi fra le entità locali sulle tematiche legate al decentramento, al rafforzamento delle cooperative e delle piccole imprese al fine di aumentare il reddito, alla gestione dei rifiuti ed infine alla salute materno infantile e la trasmissione dell’HIV/AIDS.

Congo, il lavoro di Oxfam sul campo per promuovere salute e igiene. Credits: Caroline Gluck/Oxfam
Oxfam in Congo

La gestione dei rifiuti è un problema prioritario per la città di Kananga che ha risvolti sociali e sanitari sui cittadini: la città, a causa della carenza di mezzi materiali e logistici, non realizza alcuna politica di gestione dei rifiuti. Attraverso le attività programmate, il progetto punta al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione di Kananga rafforzandone i servizi locali di base di igiene e bonifica del territorio, con il coinvolgimento degli enti locali e della società civile. Obiettivo secondario è l’aumento dell’inclusione sociale e lavorativa delle fasce di popolazione maggiormente a rischio di marginalizzazione e povertà (giovani, donne e disoccupati), inscrivendosi anche nel quadro della strategia nazionale di lotta alla povertà.

Bambini si recano al pozzo. Credits: Mark Kiehlmann/Oxfam
Il nuovo pozzo

Il problema della gestione dei rifiuti è trattato sia sotto il profilo sanitario sia sotto l’aspetto sociale,  attivando meccanismi di coordinamento fra enti locali e società civile nella gestione dei servizi di base, attraverso attività di sensibilizzazione e mobilitazione del tessuto sociale urbano e la costituzione di un comitato locale di gestione mista per organizzare e coordinare le attività delle brigate di salute e garantire l’efficacia del servizio di base. A latere, lo stesso servizio di gestione dei rifiuti è potenziato e migliorato grazie alle attività di formazione sia dei tecnici di settore sia di esponenti della società civile, con lo scopo di promuovere e diffondere una nuova sensibilità sulla correlazione fra salute e igiene pubblica. Il miglioramento dei servizi di gestione dei rifiuti passa anche dall’effettivo empowerment dei lavoratori di settore: gli enti territoriali sono dotati dell’equipaggiamento per svolgere i lavori di sanità pubblica e la bonifica ambientale grazie all’acquisto degli strumenti necessari (camion, kit logistici) e alla costruzione di infrastrutture quali centri di selezione e riciclaggio e latrine in luoghi con alta densità abitativa. Il progetto si inscrive anche nel quadro della strategia nazionale di lotta alla povertà, poiché prevede che vengano formati e impiegati nei servizi di gestione dei rifiuti e bonifica ambientale individui appartenenti a fasce di popolazione ad alto rischio di emarginazione (giovani, donne e disoccupati). L’obiettivo è quello di dare la possibilità al Comune di Kananga di garantire un impiego stabile anche negli anni successivi alla fine del progetto, grazie al meccanismo fiscale da implementare, ai contratti di vendita dei rifiuti e agli introiti di vendita del compost. Inoltre, poiché il progetto è facilmente replicabile, gli individui formati possono spendere la loro conoscenza divenendo essi stessi formatori di nuovi lavoratori del settore.

Mme Kapinga, sindaca della città congolese di Kananga
Mme Kapinga

Intervista ad Antoinette Kapinga

Sindaca della Città di Kananga (Kasai Occidentale, Repubblica Democratica del Congo) e presidentessa dell’Associazione nazionale dei Comuni Congolesi.


“I miei cittadini devono affrontare gravi problemi, primo tra tutti la mancanza di acqua potabile; il 60% della popolazione non è infatti connessa alla rete idrica. Questo vale anche per l’elettricità: manca infatti una fonte di distribuzione, per cui ogni famiglia deve arrangiarsi come può, usando piccoli generatori. La città di Kananga ha 1.300.000 abitanti, molti dei quali vivono in bidonville in zone insalubri e inquinate; molte case sono costruite in zone soggette a forte erosione e, senza un sistema canalizzazione dell’acqua, rischiano sempre di crollare. Per strada vivono moltissimi bambini, orfani di genitori morti di Aids o costretti a lavorare o a rubare per sopravvivere. Tra ottobre e gennaio, nel mezzo delle stagioni agricole, vi è una grave scarsità di cibo: in questo periodo le scorte di mais, il nostro alimento di base, non sono sufficienti e il prezzo può salire fino a 5 volte. Il progetto di Oxfam Italia ha risposto a questo bisogno aiutandoci ad aumentare del 50% la produzione e creando una cooperativa che ha dato lavoro a 500 persone, contribuendo anche a migliorare il clima sociale e i rapporti tra i sessi, laddove uomini e donne ora lavorano insieme, condividendo i frutti di questo lavoro con la comunità. Come amministrazione comunale affiancheremo Oxfam Italia venendo incontro anche a un altro bisogno dei cittadini, con l’introduzione della raccolta differenziata dei rifiuti. Fino ad oggi venivano raccolti e bruciati, ma adesso ci stiamo organizzando per fare la differenziazione e il compostaggio, formando personale specializzato; con questo nuovo progetto questa diventerà una vera e propria attività remunerativa di cui tutti beneficeremo.

Sono molto soddisfatta perché attraverso quest’azione l’amministrazione municipale è entrata in contatto diretto con il territorio. Adesso conosco esattamente le esigenze di un quartiere rispetto a un altro e questo contatto diretto con i cittadini ha contribuito enormemente ad avvicinare le parti, migliorando il clima sociale e le relazioni interpersonali e riducendo la conflittualità.

Penso sia davvero importante aumentare la collaborazione fra istituzioni, associazioni locali e ong e questo progetto va esattamente in questa direzione.”

Mary Robinson con Nyaradzai Gumbonzvanda (YWCA). Credits: OxfamGB
Mary Robinson in Congo

Favoriamo il processo di decentramento come strumento di buona governance e di lotta alla povertà. Offriamo la nostra expertise per rafforzare le competenze delle amministrazioni pubbliche di Nord Kivu e Kasai Occidentale attraverso l’organizzazione di formazione e seminari di scambio tra le due province nelle attività di sviluppo locale; per migliorare la gestione dei servizi di base legati allo smaltimento dei rifiuti nelle due province, mirando all’inclusione di fasce di popolazione povere ed emarginate; per rilanciare attività produttive e promuovere cooperative e piccole imprese locali nelle aree di Beni, Butembo e Goma, attraverso attività di sostegno alla commercializzazione e scambio di esperienze nord-sud e sud-sud.

Congo, Mary Robinson con Nyaradzai Gumbonzvanda (YWCA). Credits: OxfamGB
Produzione di succo di maracuja

Il progetto ha realizzato un seminario di scambio per mettere a confronto le esperienze che si trovano ad affrontare le due Province nella gestione dei propri territori.
La fornitura di servizi locali di base di igiene e nettezza urbana delle città di Kananga e Goma è migliorata grazie alle accresciute competenze dei tecnici responsabili dell’attuazione del servizio, formati sulle tecniche di igiene pubblica e forniti di kit per svolgere il proprio lavoro.
Nell’ambito del progetto si è poi offerto appoggio tecnico a microimprese e cooperative di coltivatori attivi nella filiera del mais (a Kananga) e del maracuja (nell’asse Beni, Butembo, Goma), attraverso il coinvolgimento delle imprese locali e la formazione delle cooperative al fine di favorire la commercializzazione dei prodotti a livello nazionale e internazionale.

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