Roma, 20 luglio 2011 – Un buco nero di 800 milioni di dollari che non permette di rispondere in modo adeguato all’emergenza nell’Africa orientale. Il ritardo è in buona parte colpa di diversi paesi industrializzati che stanno ignorando la crisi nel Corno d’Africa. Oxfam chiede per questo ai donatori internazionali e ai governi della regione di mettere subito a disposizione più risorse. Si stima, infatti, che sia necessario un miliardo di dollari per evitare una catastrofe umanitaria nell’Africa orientale, ma finora sono stati stanziati solo 200 milioni.
“E’ moralmente inaccettabile che diversi paesi ricchi e donatori non siano in grado di dare un contributo più generoso. Non c’è tempo da perdere se vogliamo salvare la vita di tantissime persone”, avverte Fran Equiza, responsabile della regione per Oxfam. “Non possiamo restare a guardare mentre questa tragedia si svolge davanti ai nostri occhi. Il mondo è lento nel riconoscere la gravità della crisi, ma non ci sono più scuse per non agire”.
Il Regno Unito è stato il primo paese a impegnarsi con nuovi aiuti: circa 145milioni di dollari nelle ultime due settimane, quasi il 15% dei fondi necessari. Per colmare il ritardo, gli altri grandi donatori devono offrire contributi simili. La risposta europea è stata sorprendentemente lenta. Donatori come l’Italia non hanno ancora stanziato nuovi fondi. La Francia è stata forte a parole, chiedendo un vertice straordinario del G20 sull’emergenza, ma finora non è stata capace di dare seguito alle parole con nuove risorse. Altri donatori hanno subito stanziato piccole somme, come la Germania (circa 8,5 milioni di dollari) e la Spagna (poco meno di 10 milioni), ma devono mettere a disposizione al più presto maggiori risorse. Considerata la portata della crisi, anche i donatori nel resto del mondo devono fare la loro parte.
“Ci auguriamo che l’Italia, un paese che ha forti legami con la regione, si accorga di quanto sta accadendo nel Corno d’Africa e contribuisca a rispondere alla crisi prima che si trasformi in una catastrofe umanitaria”. dichiara Francesco Petrelli, presidente di Oxfam Italia. “Gli 800mila euro di aiuti annunciati nei giorni scorsi dal sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica sono una goccia nel mare rispetto a quanto hanno donato altri paesi e alle dimensioni dell’emergenza”.
La grave siccità è senza dubbio all’origine della grande portata della crisi. Tuttavia, l’emergenza è causata in egual misura dagli uomini e dalle errate politiche dei governi. I governi e i donatori devono fare di più per affrontare alla radice i problemi che rendono queste popolazioni vulnerabili. In alcune zone, la capacità di far fronte alla siccità è stata minata dalle politiche territoriali che limitano l’accesso alle aree di pascolo e dal conflitto in corso in Somalia, che ha distrutto gran parte delle infrastrutture del paese ed esacerbato la crisi dei rifugiati. Solo quest’anno, ben 135mila persone sono state costrette a fuggire dalla Somalia. I tassi di malnutrizione dei rifugiati somali nei campi di Dolo Ado in Etiopia sono quattro volte superiori al livello considerato d’emergenza, mentre in alcune zone una percentuale del bestiame variabile tra il 60-90% è già deceduto.
Oxfam Italia ha lanciato una raccolta fondi in soccorso della popolazione colpita dalla gravissima emergenza umanitaria nel Corno d’Africa per fornire cibo, acqua e sistemi igienico sanitari. Per sostenere la raccolta fondi è possibile DONARE CON CARTA DI CREDITO SUL SITO, telefonando al numero verde 800.99.13.99 o tramite conto corrente postale N° 14301527. CAUSALE: Emergenza Corno d’Africa.