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Dal 2017, al fine di contrastare la povertà e dare risposte ai bisogni concreti espressi dalle fasce più vulnerabili ed emarginate della popolazione, Oxfam, insieme a partner locali radicati sui territori come la Diaconia Valdese, ha inaugurato i Community Center in numerose città italiane. Sono luoghi sicuri e spazi accoglienti che si propongono come centri di ascolto, rilevamento dei bisogni, orientamento e concreto supporto per tutte quelle persone non prese in carico dai servizi istituzionali, ma la cui situazione, senza un supporto esterno, sarebbe destinata ad aggravarsi. I Centri si rivolgono quindi a tutti coloro che si trovano in situazioni di fragilità economica e sociale affinché possano colmare un gap informativo che spesso sperimentano non conoscendo quali sono i servizi del territorio a cui potrebbero avere accesso e di quale supporto potrebbero beneficiare.
I centri fungono da raccordo con i Servizi socio-sanitari del territorio ma offrono anche servizi concreti di accompagnamento e supporto dei beneficiari, quali ad esempio le attività di doposcuola per bambini e ragazzi, orientamento al lavoro, sostegno alla genitorialità, informazioni riguardo ad agevolazioni economiche o fiscali, percorsi formativi, mediazione familiare, attività socio-culturali, corsi di italiano. Allo stesso tempo rilevano le necessità dei territori grazie all’interazione costante con la popolazione, che li vive come veri e propri luoghi di cittadinanza attiva, di partecipazione, di condivisione.
All’interno dei community center lavorano team multidisciplinari: operatori qualificati, educatori, mediatori linguistico-culturali, psicologi, consulenti legali e volontari per venire incontro ai bisogni più diversi degli utenti.
I Community center sono attivi nelle città di Arezzo, Firenze, Milano, Torino, Perugia, Catania, Bologna e Napoli in collaborazione con la Diaconia Valdese e ad Empoli, Campi Bisenzio e Prato in collaborazione con associazioni locali radicate sui territori, in particolare l’associazione Il Piccolo Principe, la cooperativa Macramè e l’associazione Cieli Aperti.
Le persone che arrivano nelle nostre città sono portatrici non solo di risorse, aspettative e bisogni, ma anche di molteplici identità linguistiche, sociali, culturali e religiose che, nei fatti, pongono il tema dell’incontro tra differenze come uno dei nodi centrali su cui costruire condizioni stabili di sviluppo e convivenza. Il senso della mediazione culturale si comprende assumendo che l’integrazione può essere considerata una progressiva acquisizione di cittadinanza attraverso un processo di inclusione, di contaminazione e sperimentazione di nuove forme di rapporti e comportamenti, volti a tenere insieme principi universali e particolarismi. Un modello di integrazione non deve quindi tendere ad annullare le varie culture nel modello sociale del paese ospitante, bensì promuovere un progetto dialettico fra sistemi valoriali.
Due sono gli ambiti principali in cui la mediazione trova impiego: sanitario e scolastico.
In ambito sanitario la figura del mediatore culturale risulta essere particolarmente delicata perché si inserisce nella relazione medico-paziente dove i risultati dell’intervento e della cura sono fortemente condizionati dalla fiducia e collaborazione tra le parti. La comunicazione è in questo ambito indispensabile e il mediatore svolge un ruolo importante solo se riconosciuto ed accettato da entrambi i soggetti che devono comunicare. Compito del mediatore è spesso in primo luogo quello di individuare e comprendere quali sono gli elementi di paura e disagio che il paziente straniero vive nel momento della sua relazione con il sistema sanitario, soprattutto in fase iniziale, di primo contatto o quando il rapporto si centra su aspetti intimi o delicati dal punto di vista degli approcci culturali. Qui è evidente come l’esperienza migratoria di cui è portatore il mediatore straniero diventa talvolta essenziale, sia nell’analisi delle difficoltà, sia nel superamento delle stesse.
In ambito scolastico il mediatore culturale ricopre un ruolo essenziale sul piano orientativo e informativo per l’allievo e la sua famiglia, aiutandoli a comprendere il contesto, i regolamenti e le opportunità offerte dal sistema educativo così come, reciprocamente, per gli operatori scolastici, ricostruendo il percorso scolastico dello studente e favorendo la comunicazione con i genitori. Sul piano linguistico e comunicativo, attraverso traduzioni orali e scritte; sul piano culturale e interculturale, e su quello relazionale, individuando i bisogni dello studente e facendosene portavoce, in famiglia come a scuola.
Oxfam Italia, attraverso la propria cooperativa sociale Oxfam Italia Intercultura, gestisce dal 2000 il servizio di mediazione presso l’ASL Sud Est Toscana, che comprende tutti gli ospedali e i distretti socio-sanitari della Provincia di Arezzo, Siena e Grosseto, implementando direttamente attività sia con le strutture sanitarie (il consultorio nel territorio grossetano) sia nelle strutture CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) nel territorio senese, sia con gli istituti scolastici. Una delle sfide più importanti è quella di fornire un servizio che mantenga standard di livello alto in un territorio molto frammentato e dislocato, sia da un punto di vista geografico, che della presenza di differenti comunità di cittadini stranieri.
Nell’ultimo anno, Oxfam ha offerto il servizio di mediazione linguistico-culturale a circa 6.000 persone, di cui 4.000 donne.
Il Community Facilitator è una persona qualificata e formata che lavora all’interno delle comunità per promuovere l’accesso ai servizi socio-educativi, sanitari, lavorativi a persone a rischio di esclusione sociale. Godono della stima e della fiducia dei membri della comunità e si assumono il compito di rendere le persone consapevoli, facilitando il confronto e la discussione critica su questioni di interesse per la comunità favorendo processi di empowerment. È una figura che svolge funzioni di “mediazione” in senso lato, cioè accompagna e promuove la partecipazione e l’autonomia dei soggetti che incontra, considerandoli come soggetti portatori di valori, saperi e competenze e ne valorizza l’unicità. Tra i suoi compiti vi sono l’attivazione di processi di empowerment e di crescita dell’individuo.
È una figura dinamica e mobile, che si reca nei servizi socio-sanitari e nelle scuole, ma soprattutto, a differenza dei mediatori culturali, si reca nei luoghi di ritrovo, di aggregazione e nelle aziende, per informare ed incontrare persone a rischio di esclusione sociale che normalmente non accedono ai servizi. Il lavoro dei CF ha quindi l’obiettivo di informare e facilitare l’accesso ai servizi proprio a queste persone.
Il CF deve essere in grado di riconoscere i bisogni dei soggetti più fragili tenendo in considerazione gli aspetti culturali e personali. Deve saper individuare eventuali disagi e bisogni individuali non dichiarati esplicitamente e tradurli in percorsi di orientamento e accompagnamento alla rete dei servizi del territorio. Opera per la riduzione di forme di discriminazione, marginalità sociale e sfruttamento lavorativo. Svolge una funzione di “mediazione” e facilitazione interponendosi tra l’utente e gli operatori dei servizi migliorandone la comunicazione e favorendone l’accesso.
Oxfam sta sperimentando con ottimi risultati le figure dei community facilitator nei territori di Prato, Empoli e Campi Bisenzio (FI) nell’ambito del programma “Nessuno Escluso- Supporting communities in Tuscany” finanziato dalla Fondazione Burberry. Nel periodo di emergenza, i Community Facilitator hanno continuato ad essere attivi attraverso canali Whatsapp, We Chat e telefonici per supportare le comunità che accompagnano abitualmente. In quasi due anni, circa 2.300 persone hanno beneficiato dei servizi dei Community Facilitator sui tre territori.
In linea con il SDG 4 e con la mission di Oxfam, Oxfam Italia si impegna per garantire l’accesso all’istruzione ed alle opportunità di formazione a tutti i livelli e per tutti con una forte attenzione a garantire anche un’alta qualità dell’offerta formativa secondo un’ottica inclusiva e democratica.
Lavoriamo nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado per ridurre il rischio di dispersione scolastica attraverso percorsi di educazione inclusiva rivolti agli e alle insegnanti e programmi di mentoring per studenti e studentesse in cui valorizzare l’approccio della peer-education.
La didattica inclusiva è un approccio volto a garantire equità pedagogica e successo formativo nel riconoscimento dei bisogni e capacità di tutti gli alunni della classe a prescindere dalle diagnosi o dalla provenienza geografica e sociale degli studenti. Tutta l’équipe dei docenti deve essere in grado di programmare e declinare la propria disciplina in modo inclusivo e stratificato privilegiando approcci metodologici che favoriscono la partecipazione attiva ai processi di apprendimento di tutti.
Oxfam accompagna i docenti in percorsi di formazione e successivamente in classe affinché le lezioni vengano impostate utilizzando unità didattiche stratificate capaci di rispondere ai diversi bisogni formativi degli alunni; creando attività a forte valenza emotiva e affettiva che coinvolgano e motivino gli alunni a apprendere; adottando la metodologia del Cooperative Learning.
Per quel che riguarda il mentoring, si tratta di un dispositivo volto a valorizzare le competenze degli studenti in contesti di apprendimento informali, favorire occasioni di partecipare attivamente alla vita scolastica contribuendo a rendere le scuole contesti accoglienti e motivanti.
Come si applica? Gruppi di studenti mentor (generalmente alunni delle classi 3° e 4° delle superiori, o di terza media) adeguatamente formati si attivano a supporto di studenti più giovani in difficoltà scolastiche o a rischio di esclusione. La scuola si impegna ad organizzare attività di doposcuola per il recupero o sostegno allo studio dove i mentor possano esercitare il mentoring. Gli educatori Oxfam intervengono a supporto del lavoro dei mentor supervisionando e monitorando tutto il percorso durante l’anno scolastico.
Il dispositivo del mentoring, sperimentato con successo da Oxfam da oltre un decennio, ha dimostrato la sua efficacia anche in contesti di disagio e multiculturali. Principio alla base della metodologia è quello di valorizzare la dimensione dello scambio e del sostegno tra pari o
studenti più grandi che si mettono a disposizione di coloro che vivono situazione scolastiche di disagio o sono fortemente demotivati per poterli supportare nello studio, nel momento della socializzazione scolastica ecc. La metodologia è stata ultimamente estesa a tutti gli ordini scolastici, dall’infanzia alla secondaria di II grado, al fine di incidere dentro le scuole secondo una logica longitudinale e trasversale.
Il programma di mentoring ha già avuto un impatto positivo su più di 1.500 studenti e studentesse in Toscana e ha raccolto molte storie di successo (es. mentees diventati mentori, percorsi scolastici.
In Oxfam Italia contribuiamo alla formazione di cittadine e cittadini responsabili per costruire una società equa e solidale e per esercitare i propri diritti e le proprie responsabilità verso gli altri.
L’Educazione alla Cittadinanza globale non è un’altra materia, ma coinvolge tutta la scuola: consente ai giovani di riflettere in maniera critica sulle complesse questioni globali, incoraggiandoli a esplorare, sviluppare ed esprimere le proprie opinioni e i propri valori permettendogli di fare scelte consapevoli e di partecipare attivamente per rendere il mondo un posto più giusto e sostenibile.
Oxfam realizza i suoi programmi educativi in varie regioni italiane, coinvolgendo insegnanti e studenti sulle tematiche dei diritti umani, dello sviluppo sostenibile, delle disuguaglianze, dei fenomeni migratori, della giustizia di genere, della diversità e dell’inclusione e seguendo il processo Impara-Rifletti-Agisci: i ragazzi vengono messi nella possibilità di affrontare la realtà, valutarla, compiere scelte informate, risolvere problemi, lavorare sia in modo autonomo che in gruppo. Il lavoro è facilitato dall’uso di una piattaforma online, Oxfam EDU, che consente e favorisce la creazione di alleanze e la realizzazione di eventi e scambi di esperienze tra studenti di diverse scuole, anche oltre il confine nazionale.
Sono inoltre incoraggiate nuove forme di partecipazione attiva e responsabile alla società civile, attraverso strumenti innovativi di coinvolgimento dei gruppi più vulnerabili, la formazione degli insegnanti e la produzione di materiali didattici innovativi e multidisciplinari.
Oxfam Italia è accreditata presso il MIUR come ente di formazione per il personale docente secondo la Direttiva n. 90/2003.
Oxfam lavora con tutti gli attori del settore privato, dalle PMI alle multinazionali,
incoraggiando le aziende a contribuire a un’economia equa e sostenibile, a beneficio di tutti.
Per conoscere di più sul nostro lavoro, contattaci: [email protected]