Un quadro devastante
L’impatto della pandemia da coronavirus in Yemen rischia di portare il Paese letteralmente sull’orlo del collasso nelle prossime settimane e mesi.
Medici e infermieri in prima linea non hanno mascherine, guanti e ossigeno per le terapie intensive. Le poche strutture sanitarie in funzione, sono già sature e in diversi casi pazienti con febbre alta e crisi respiratoria non possono essere aiutati. La metà degli ospedali è stata distrutta a causa dei bombardamenti e scontri che non si sono mai fermati in 5 anni e mezzo di guerra, situazione resa ancora più grave dal commercio internazionale di armi.
Altrettanto grave l’impatto su un’economia già in ginocchio: le rimesse dei rifugiati yemeniti dall’estero sono crollate dell’80%, da gennaio ad aprile, in almeno 6 aree per effetto del lockdown in molti Paesi.
Quasi 4 milioni di sfollati interni senza accesso a cure e servizi igienici
Centinaia di migliaia di famiglie vivono in condizioni di promiscuità, alloggi di fortuna, senza poter rispettare le norme minime di distanziamento, senza accesso a cure di base, acqua pulita e sapone nemmeno per lavarsi le mani e cercare di prevenire il contagio da Covid-19. Più della metà sono donne, il 27% è composto da bambini e ragazzi con meno di 18 anni. Sono loro tra i più esposti al contagio in questo momento, dipendono in gran parte dagli aiuti umanitari per sopravvivere.
La Conferenza internazionale sulla crisi in Yemen
L’appello delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria per il 2020 ad oggi è finanziato solo per poco più di un terzo di quanto necessario a scongiurare un vero e proprio disastro umanitario. Dal summit del 2 giugno è infatti uscito un impegno per appena 1,3 miliardi di dollari in aiuti sui 3,4 necessari a salvare centinaia di migliaia di vite nei prossimi mesi. Le Nazioni unite alla vigilia si aspettavano di arrivare quantomeno a 2,4 miliardi di dollari in aiuti.
Dall’Italia, che sino ad oggi aveva stanziato appena 5 milioni l’anno per l’emergenza, è arrivato un aumento di appena 160 mila euro. Una cifra che è appena sufficiente a garantire 2 mesi di interventi umanitari di un’organizzazione come Oxfam nel Paese e che si fa ancora più piccola se paragonata ai 195 milioni di euro di armamenti italiani di cui è stata autorizzata nel 2019 l’esportazione verso Arabia Saudita e Emirati Arabi, entrambi coinvolti in un conflitto che ha già causato oltre 100 mila vittime.
Cosa fa Oxfam in Yemen?
Oggi stiamo lavorando in Yemen per riabilitare la fornitura idrica in uno dei principali ospedali di Aden e sta formando volontari e personale sanitario per sensibilizzare la popolazione sulle corrette norme di prevenzione del contagio, con l’obiettivo di raggiungere la più ampia fascia di popolazione.