1 Ottobre 2024

GAZA, 1 ANNO DOPO: MAI COSI’ TANTE VITTIME TRA DONNE E BAMBINI NEGLI ULTIMI 20 ANNI

 

L’esercito israeliano in un solo anno ha ucciso almeno 6.000 donne e 11.000 bambini. È il dato più alto rispetto a qualsiasi altro conflitto della storia recente.

In media ogni 3 ore i bombardamenti colpiscono un’infrastruttura civile, tra cui scuole, ospedali e punti di distribuzione degli aiuti.

I bombardamenti su Gaza distruggono case e infrastrutture

Roma, 1 ottobre 2024 – Il numero di donne e bambini uccisi nell’ultimo anno a Gaza è il più alto rispetto a qualsiasi conflitto degli ultimi 20 anni, considerando lo stesso lasso di tempo. Secondo stime prudenti, si tratta di più di 6.000 donne e 11.000 bambini.

È la denuncia diffusa oggi da Oxfam, di fronte all’allargamento del conflitto in Libano e Cisgiordiana (compresa Gerusalemme est) e all’ulteriore massacro di civili che ne sta conseguendo.

Fino ad oggi il numero più alto di donne uccise in un solo anno era di 2600 in Iraq nel 2016, secondo i dati relativi al periodo 2004-2021, forniti dallo Small Arms Survey. Il numero più alto di bambini uccisi era stato registrato in Siria, dove nei primi 2 anni e mezzo di guerra ne erano morti 11 mila, ossia circa 4.700 all’anno.

Ma c’è un altro dato che testimonia l’orrore di quanto sta accadendo: il numero record di donne e bambini uccisi a Gaza non comprende le circa 20.000 persone non identificate, disperse o sepolte sotto le macerie.

Uno studio pubblicato a luglio su Lancet ha stimato che il numero reale di morti nella Striscia potrebbe essere superiore a 186.000, prendendo in considerazione le morti indirette, ad esempio per fame o mancanza di assistenza sanitaria.

“I rapporti delle Nazioni Unite degli ultimi 18 anni confermano che in nessun altro conflitto era mai stato ucciso un numero così alto di minori. Nell’ultimo anno a Gaza, questo numero indicibile è stato di cinque volte superiore a quello registrato tra il 2005 e il 2022.  – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia Cifre scioccanti che impongono la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, soprattutto di fronte all’escalation regionale a cui stiamo assistendo. Gli orribili attentati del 7 ottobre di un anno fa, che hanno causato 1.200 vittime tra cittadini israeliani e stranieri – tra cui 282 donne e 36 bambini, con 250 persone prese in ostaggio – hanno costituito gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, ma niente giustifica la morte violenta di innocenti. A questo si aggiunge la complicità dei Paesi più influenti nel contesto internazionale, che hanno continuato a rifornire Israele di armi, senza chiedere conto del massacro di civili”.  

LA DISTRUZIONE SISTEMATICA DI INFRASTRUTTURE CIVILI

Eloquenti i dati forniti da Action on Armed Violence (aggiornati al 23 settembre) sulla distruzione sistematica delle infrastrutture civili. L’analisi ci dice che Israele ne abbia bombardata in media una ogni tre ore dall’inizio della guerra. A parte la pausa umanitaria di sei giorni dello scorso novembre, ci sono stati solo due giorni in tutto l’anno senza bombardamenti.

I bombardamenti israeliani colpiscono in media:

  • una o più abitazioni ogni 4 ore;
  • tende e rifugi temporanei ogni 17 ore;
  • scuole e ospedali ogni 4 giorni;
  • punti di distribuzione degli aiuti e magazzini ogni 15 giorni.

“Le violazioni del diritto internazionale umanitario compiute da Israele nell’ultimo anno sono di una gravità tale da poter essere considerate come crimini contro l’umanità. – aggiunge Pezzati – Il livello di devastazione causata a Gaza è indicativo di un uso del tutto sproporzionato della forza in relazione agli obiettivi militari, e della sistematica assenza di discriminazione tra obiettivi militari e popolazione civile. L’esercito israeliano ha infatti preso di mira senza sosta le infrastrutture indispensabili alla sopravvivenza della popolazione. In questo momento solo 17 dei 36 ospedali della Striscia sono parzialmente funzionanti e tutti soffrono per la mancanza di carburante, forniture mediche e acqua potabile. Migliaia di famiglie sono state sfollate con la forza decine di volte per essere indirizzate verso le cosiddette “zone sicure”, che però a loro volta vengono bombardate”.  

Una catastrofe confermata da un ulteriore dato: ad oggi circa il 68% dei terreni coltivati e delle strade di Gaza sono state completamente distrutte o danneggiate.

UNA CATASTROFE UMANITARIA SENZA PRECEDENTI CHE COINVOLGE GLI OPERATORI UMANITARI

“I nostri colleghi e gli operatori delle associazioni partner con cui lavoriamo a Gaza in questo momento sono stati quasi tutti sfollati, ma ogni giorno fanno del loro meglio per rispondere a un’emergenza senza precedenti su molti piani: la carestia imminente, la ricomparsa della poliomelite, la mancanza di acqua pulita e qualsiasi bene essenziale”, continua Pezzati.

“L’ultimo anno a Gaza ha avuto un impatto devastante soprattutto sulle donne che hanno sopportato un doppio fardello. Molte di loro si sono ritrovate da sole a prendersi cura dei figli in mezzo alle macerie. – aggiunge la dottoressa Umaiyeh Khammash, direttrice di Juzoor, associazione partner di Oxfam, che sostiene centinaia di migliaia di persone in più di 90 rifugi e punti di assistenza sanitaria in tutta Gaza – Le madri incinte o in allattamento in particolare hanno affrontato difficoltà immense a causa del crollo dei servizi sanitari. Per i bambini il trauma è stato altrettanto profondo. Oltre 25.000 bambini hanno perso un genitore o sono diventati orfani, con il trauma psicologico che ne consegue. Tantissimi hanno subito gravi lesioni fisiche e hanno perso un arto”.

IN CISGIORDANIA OLTRE MILLE ATTACCHI IN 1 ANNO

Anche in Cisgiordania, l’escalation senza precedenti del conflitto sta aumentando esponenzialmente, ponendo il rischio di gravi violazioni del diritto internazionale e crimini di guerra.

Dallo scorso ottobre, infatti, l’esercito israeliano ha imposto la demolizione di oltre 2.000 case abitate da palestinesi causando danni ingenti alle infrastrutture pubbliche e alle vie di comunicazione.  Nello stesso periodo, più di 680 palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani o nel corso di operazioni militari; si sono verificati oltre mille attacchi compiuti dai coloni contro la popolazione palestinese, che hanno portato alla distruzione di coltivazioni, sistemi di irrigazione e serre, (incluse quelle realizzate grazie a progetti di aiuto allo sviluppo finanziati a livello internazionale e sostenuti da Oxfam).

L’APPELLO PER UN IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO

Oxfam rilancia quindi l’appello urgente per un cessate il fuoco immediato e permanente; il rilascio di tutti gli ostaggi e dei palestinesi detenuti illegalmente; lo stop alla vendita di armi a Israele; l’ingresso senza restrizioni degli aiuti umanitari a Gaza.

Alla luce del recente parere consultivo espresso dalla Corte Internazionale di Giustizia, – e quanto contenuto nella Risoluzione dell’Assemblea Generale votata la settimana scorsa per darne attuazione – chiede inoltre alla comunità internazionale di fare tutto il possibile per porre immediatamente fine all’occupazione illegale israeliana; lavorando per la rimozione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e il pagamento di risarcimenti verso le comunità palestinesi colpite.

 

Ufficio stampa

Mariateresa Alvino – +39 348.9803541 – [email protected]

David Mattesini – +39 349.4417723 – [email protected]

 

NOTE:

  • I dati sul numero di donne uccise nel corso di conflitti è stato ricavato dal database The Small Arms Survey Global Violent Deaths, che contiene gli ultimi dati disponibili dal 2004 al 2021. Include dati e stime sulle morti dirette in conflitto, disaggregate per genere delle vittime. In precedenza, il numero più alto di donne rimaste uccise in un solo anno è stato di 2.647 in Iraq nel 2016. Anche tenendo conto della potenziale sotto-segnalazione delle donne uccise in altri conflitti, il numero di morti a Gaza è molto più alto. Il dato è stato confrontato con il report dell’OCHA del 25 settembre, proveniente dal Ministero della Salute di Gaza. Su 41.495 persone uccise sono state identificate 34.344 vittime al 31 agosto tra cui 6.297 sono donne e 11.355 bambini. Il Ministero non distingue tra morti civili e combattenti.
  • Un rapporto dell’organizzazione Every Casualty Counts ha esaminato le informazioni disponibili sulla morte di 11.420 bambini nel conflitto siriano – da marzo 2011 alla fine di agosto 2013 (circa 29 mesi) – calcolando una media di 394 bambini uccisi al mese, 4.725 all’anno.
  • I rapporti Children and Armed Conflict pubblicati dalle Nazioni Unite hanno iniziato a riferire in modo coerente sulle gravi violazioni contro i bambini nel 2006, con dati annuali per l’anno precedente. I rapporti delle Nazioni Unite contengono dati verificati e stimati sul numero di bambini uccisi ogni anno, ma anche quando Oxfam ha tenuto conto delle ipotesi più prudenti per ogni stima e ha controllato altre fonti di dati, il numero di bambini uccisi a Gaza supera di gran lunga ogni singolo anno di bambini uccisi in tutti i conflitti. Queste cifre sono state poi confrontate con il rapporto dell’OCHA.
  • Il numero totale di bambini uccisi a Gaza e in Cisgiordania, secondo i rapporti delle Nazioni Unite tra il 2005 e il 2022, è di 2.304. Nell’ sono stati uccisi 11.355 bambini, un numero 4,9 volte superior. Si veda il rapporto dell’OCHA.
  • Sono disponibili dati limitati e verificati sul numero di donne e bambini uccisi durante la guerra civile del Tigray (novembre 2020 – novembre 2022) nel nord dell’Etiopia. Sebbene il rapporto Small Arms Survey riporti alcune vittime tra le donne per l’Etiopia, i dati più accreditati provengono dall’Università di Gand, che stima tra i 300.000 e i 600.000 morti civili in un periodo di due anni. Dei 3.074 morti documentati, l’8% erano donne e il 9% bambini (sotto i 20 anni). Lo studio stima che il 10% dei decessi totali sia stato causato da bombardamenti e massacri, il 30% dalla mancanza di assistenza sanitaria e il 60% dalla fame.
  • Human Rights Watch ha pubblicato un‘analisi degli attacchi del 7 ottobre 2023 e Times of Israel ha documentato il numero di bambini israeliani presi in ostaggio.
  • Action On Armed Violence (AOAV) registra, indaga e diffonde le prove della violenza armata contro i civili in tutto il mondo. I dati dal 7 ottobre al 23 settembre incluso mostrano che in questo periodo si sono verificati 2.854 bombardamenti israeliani – tra cui attacchi aerei, missili e bombardamenti di carri armati da terra. L’AOAV utilizza i rapporti dei media in lingua inglese per raccogliere le informazioni.
  • Lancet ha pubblicato nel luglio di quest’anno il rapporto “Counting the dead in Gaza: difficult but essential“, che documenta le morti indirette a Gaza dovute alla guerra.

 

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