Roma, 20 novembre 2024 – Prevenire la dispersione scolastica offrendo nuove opportunità formative e soluzioni concrete per contrastare la povertà educativa e rendere la scuola più inclusiva.
È questa la sfida su cui Oxfam ha deciso di lavorare con il progetto “Give me five”, in alcuni dei quartieri più difficili di 5 città, attraversati da differenti livelli di povertà e disagio sociale, dove tanti ragazzi sono a rischio di abbandonare prima gli studi o completarli con competenze di base insufficienti, andando incontro ad un vero e proprio “fallimento formativo”.
Un intenso lavoro che, in sinergia con molti partner, sarà realizzato nei prossimi mesi, al fianco di oltre 800 studenti e decine di docenti di 9 scuole a Roma, Napoli, Ragusa, Arezzo e Padova; in collaborazione con Indire e con il sostegno dell’Istituto buddista Soka Gakkai.
“In Italia ancora oggi oltre 4 studenti su 10 non raggiungono competenze di base adeguate in italiano e matematica (1) e più di 1 su 10 abbandona gli studi (2). A questo si aggiunge una difficoltà di accesso all’offerta culturale e formativa diffusa nei territori. Basti pensare che oltre il 70% dei nostri ragazzi sotto i 19 anni non frequenta mai una biblioteca o che il 16,8% non ha nemmeno la possibilità di assistere a spettacoli o eventi culturali (3). – sottolinea Sibilla Filippi responsabile del Programma Educazione Trasformativa di Oxfam Italia – Sono tutti indicatori che descrivono come, nonostante i progressi degli ultimi anni, resti ancora molta strada da fare in Italia, soprattutto in moltissime “periferie” delle nostre città, dove ragazze e ragazzi rischiano di restare indietro perché privati di opportunità, spazi di formazione, culturali e di socializzazione, dentro e fuori dalla scuola. L’obiettivo è arricchire il contesto educativo, facilitare l’accesso alle opportunità a beneficio degli studenti e dei docenti, offrendo innovazione didattica, lavorando per prevenire qualsiasi forma di discriminazione di genere, sviluppando sinergie virtuose tra scuola, associazioni e istituzioni nei diversi territori”.
Centrale in questa direzione sarà il lavoro che verrà realizzato – in tutti e 5 i territori coinvolti nel progetto – per lo sviluppo dei Patti Educativi di comunità, ossia lo strumento introdotto dal Ministero dell’Istruzione, per affrontare le emergenze e le carenze del mondo scuola, mettendo in rete e responsabilizzando i soggetti pubblici e del terzo settore.
“La lotta dell’abbandono scolastico e alla povertà educativa sono sfide complesse, che né la scuola, né una singola associazione o ente locale, possono vincere da soli. – aggiunge Filippi – Diviene perciò cruciale il lavoro che associazioni, istituzioni, soggetti privati e scuole possono realizzare insieme attraverso i Patti di comunità. Uno strumento che responsabilizza ciascun soggetto, con l’obiettivo comune di non lasciare indietro nessuno. Per questo nei prossimi mesi coinvolgeremo docenti, associazioni e istituzioni locali nella progettazione di attività in grado di animare e riqualificare gli spazi scolastici, assieme ad altri luoghi nei quartieri dove i ragazzi passano le proprie giornate”.
A Napoli in particolare – dove ad esempio la percentuale degli studenti che non raggiunge competenze di base al termine delle superiori in italiano, matematica e inglese (oltre il 60%) è ben al di sopra della media nazionale e il tasso di abbandono è pari al 16% – il progetto interviene in partenariato con la Cooperativa Orsa Maggiore e le scuole Pirandello-Svevo e Scherillo per sostenere le carriere scolastiche di ragazzi e ragazze di Soccavo e Pianura, due quartieri caratterizzati da una forte mancanza di spazi di aggregazione e socializzazione.
A Roma – dove i ragazzi che restano indietro con gli studi alle superiori supera il 12% (5) – le attività di concentreranno invece nel quartiere Prenestino-Labicano, assieme alla Casa dei diritti sociali e in aiuto dei ragazzi degli Istituti comprensivi Venezia-Giulia e Via Anagni. Qui, in un contesto dov’è molto rilevante la presenza di famiglie straniere, si sta intervenendo in particolare per l’integrazione a scuola degli alunni di origine rom e sinti residenti nel campo di Villa Gordiani (vicino ai due istituti), grazie alla collaborazione attivata con i servizi sociali e il comitato della Croce Rossa di Roma Capitale. A partire da questo lavoro e dal rafforzamento della rete di soggetti attivi sul territorio, sono inoltre in fase di avvio percorsi comuni ai due Istituti per lo sviluppo di un Patto educativo condiviso.
A Ragusa, Oxfam lavora con la Fondazione San Giovanni Battista al fianco dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo Vann’Antò – per l’inserimento degli studenti stranieri e per fronteggiare un tasso di abbandono scolastico pari al 17,1%. Un dato che si aggiunge ad un preoccupante fenomeno di “dispersione implicita”, che coinvolge molti studenti, che accumulano lacune fin dalle scuole primarie. Il 27,9% degli alunni di terza media nel ragusano, infatti, presenta gravi difficoltà in italiano, matematica e inglese, contro una media nazionale del 14,4%. Al contempo si va consolidando il lavoro per lo sviluppo di un Patto educativo sul territorio con i Comuni di Ragusa, Chiaromonte, Giarratana, S. Croce Camerina e tante associazioni locali.
In provincia di Arezzo, dove il tasso di ritardo scolastico dei ragazzi alle scuole superiori è del 15,3% (rispetto al 18,3% della Toscana), l’intervento si concentra nel comune di Bibbiena in Casentino, nell’Istituto comprensivo Dovizi e l’istituto superiore E. Fermi. Qui – per contrastare la carenza di offerta di opportunità formative nel tempo extrascolastico, di servizi educativi in particolare per l’infanzia e i rischi di dispersione scolastica soprattutto degli studenti di origine straniera- è stato appena siglato un nuovo Patto Educativo Territoriale con i Comuni della Comunità montana del Casentino e le associazioni del territorio. Un risultato che arriva sulla scia del lavoro svolto negli ultimi anni da Oxfam nel Comune di Arezzo.
A Padova infine Give me five, in sinergia con la cooperativa GEA e gli Istituti comprensivi “Donatello” e “Briosco”, interviene nel quartiere di Arcella, dove vivono molte famiglie straniere e dove il ritardo scolastico alle secondarie superiori supera il 17%. Qui nei prossimi mesi grazie alla creazione di una rete che coinvolge scuole, parrocchie, servizi sociali, enti del terzo settore e anche la polizia locale, l’obiettivo sarà individuare le principali emergenze o situazioni di disagio del quartiere per prevenire l’abbandono degli studi.
Ufficio stampa Oxfam Italia
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NOTE:
1 – I dati sui livelli di competenze raggiunte dagli studenti sono forniti annualmente da Invalsi
2- Indicatore europeo Early Leaving from Education and Training – Fonte Openpolis su dati ISTAT: https://www.openpolis.it/abbandono-scolastico-un-miglioramento-che-non-dice-tutto/
3- Dati Istat per il 2023, pubblicati ad ottobre 2024 https://www.legiornatedibertinoro.it/wp-content/uploads/2024/10/GdB2024_Pratesi.pdf
4 – Il progetto “Give Me Five”, promosso da Oxfam Italia, in collaborazione con Indire, è realizzato con il sostegno dell’Istituto buddista Soka Gakkai (fondi Otto per Mille).
5 – Fonte Oxfam Italia su dati MIM.