L’iniziativa di condivisione delle dosi con il meccanismo COVAX è ormai in crisi, mentre i contagi in Africa si moltiplicano. Al ritmo attuale, i Paesi poveri riusciranno a immunizzare l’intera popolazione solo nel 2078. Il G7 e i Paesi Ue ascoltino il Parlamento europeo che ha già votato a favore della sospensione dei brevetti
“I Paesi membri dell’Ue e la Commissione devono ascoltare il Parlamento europeo che ha votato oggi una risoluzione che richiede la sospensione della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, delegittimando politicamente le iniziative intraprese in precedenza dalla Commissione europea.”
Così Sara Albiani, policy advisor su salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY, membri dalla People’s Vaccine Alliance (PVA), una coalizione mondiale di organizzazioni e attivisti che include premi Nobel, scienziati e leader religiosi come Papa Francesco e il Dalai Lama.
In questo momento, l’egoismo dei Paesi del G7 è l’ostacolo maggiore per mettere fine alla pandemia di Covid-19.
“L’inadeguatezza dimostrata finora dal Covax e il ritardo dei governi nell’adottare una decisione definitiva al problema della disuguaglianza nell’accesso ai vaccini contro il Covid si stanno traducendo in un aumento dei contagi in Africa ancora sottostimato – hanno aggiunto Sara Albiani, policy advisor su salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY – Secondo il report epidemiologico settimanale dell’OMS, mentre i casi positivi continuano a diminuire in gran parte del mondo (l’Europa ha visto un calo del 17% negli ultimi sette giorni, e il sud-est asiatico addirittura del 30%), in 14 Paesi africani sono in aumento costante. Uganda e Zambia hanno riportato il numero più alto di nuovi casi con rispettivamente il 137% e il 191%. Pochi giorni fa, l’Uganda ha reintrodotto un nuovo lockdown per 42 giorni per cercare di far fronte all’aumento esponenziale dei contagi.”
Secondo PVA, le promesse del G7 di vaccinare tutto il mondo entro il 2022 saranno infatti impossibili da mantenere se i governi continueranno a bloccare le proposte di sospensione temporanea dei brevetti e di condivisione delle tecnologie necessarie a salvare la vita di milioni di persone.
Al summit ci si aspetta che i capi di stato annuncino i loro piani per condividere le dosi in eccesso con i Paesi poveri, ma questa strategia è evidentemente insufficiente per porre fine alla pandemia globale.
PVA ha infatti calcolato che, se il ritmo di vaccinazioni continuerà con la distribuzione attuale, i Paesi poveri riusciranno a immunizzare la loro intera popolazione solo nel 2078.
Nel frattempo, i Paesi del G7 avranno vaccinato tutti i loro cittadini a gennaio 2022 e già stanno pianificando la somministrazione della terza dose. Alla fine di maggio, il 42% aveva già ricevuto almeno la prima dose di vaccino, mentre i Paesi a basso reddito non arrivavano nemmeno all’1%.
La tanto annunciata iniziativa del COVAX per garantire l’accesso equo ai vaccini è infatti ormai chiaramente in crisi. A fine maggio, il programma aveva distribuito 77 milioni di dosi di vaccino, solo un terzo di quelle previste entro quella data. Al suo attuale tasso di distribuzione, COVAX consegnerà 250 milioni di dosi entro la fine di quest’anno, coprendo solo il 10% della popolazione dei Paesi poveri che ne prendono parte. Di conseguenza, gli Stati che hanno fatto affidamento sul programma stanno rimanendo a corto di vaccini, e molte persone che hanno ricevuto la prima dose non hanno idea di quando, o se, ne riceveranno una seconda.
Questa crisi di approvvigionamento è in parte dovuta all’incapacità di COVAX di contrastare i monopoli farmaceutici, e in parte all’eccessiva fiducia sul rifornimento del vaccino AstraZeneca da parte dell’India, che sta invece destinando le dosi prodotte al proprio uso interno.
Per tenere in piedi il sistema COVAX sono di conseguenza necessarie con urgenza finanziamenti da parte dei Paesi ricchi, ma queste non saranno comunque sufficienti a mantenere gli obiettivi prefissati. È ormai evidente che il bisogno di donazioni è sintomo di un sistema malfunzionante, in cui i vaccini sono stati resi artificialmente scarsi e molto costosi.
Una soluzione reale
Da ormai un anno, India e Sud Africa – anche loro invitati al summit di questa settimana in Gran Bretagna – hanno proposto all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) la sospensione temporanea di alcuni brevetti per permettere a diversi Paesi di fabbricare tamponi, cure e vaccini contro il Covid-19 in tutto il mondo. La proposta ha ricevuto il supporto di oltre 100 Paesi, ma i membri del G7 si sono finora messi di traverso.
Solo gli Stati Uniti hanno sostenuto esplicitamente la sospensione dei brevetti sui vaccini – ma non sui trattamenti e gli strumenti diagnostici – mentre il Giappone ha dichiarato che non si opporrà nel caso in cui gli altri Paesi siano favorevoli.
Germania, Regno Unito e la rappresentanza dell’Unione europea hanno invece continuato a opporsi strenuamente a questa iniziativa, nonostante la sospensione porterebbe a un aumento massiccio della produzione di vaccini su scala mondiale e alla possibilità di salvare milioni di vite. Italia e Canada hanno finora nicchiato, rimanendo a guardare indecise sul da farsi, mentre Macron avrebbe dichiarato finalmente il suo supporto a una sospensione dopo un incontro con un gruppo di ONG francesi.
La People’s Vaccine Alliance chiede la sospensione della proprietà intellettuale, la condivisione delle tecnologie, e il finanziamento per la produzione di vaccini a livello mondiale. I membri del comitato hanno redatto un’analisi tecnica dettagliata che dimostra che in questo modo 8 miliardi di dosi potrebbero essere prodotte in un anno, con un minimo di 25 miliardi di dollari.
“Chiediamo ai leader del G7 di impegnarsi per raggiungere l’obiettivo globale di vaccinare il 60% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e la sua totalità entro i prossimi 12 mesi, supportare in seno all’OMC la sospensione immediata delle norme che tutelano la proprietà intellettuali e imporre il trasferimento della tecnologia dei vaccini a tutti i produttori qualificati nel mondo, finanziare la creazione e il rafforzamento di siti produttivi e dei sistemi sanitari affinché i vaccini siano somministrati a tutti gratuitamente,” hanno concluso Albiani e Miccio.