Domenica 22 luglio stata una domenica di sangue per la Striscia di Gaza, la giornata di più intensi bombardamenti dall’inizio del conflitto: circa 100 vittime tra i civili palestinesi nelle ultime 24 ore, ed un intero quartiere praticamente raso al suolo nei pressi di Gaza City. “Il sobborgo di Shuja’iyya è stata la mia casa fino a 22 anni, è dove sono nato. – racconta Ahmed Sourani, tra i 34 operatori di Oxfam al lavoro dentro Gaza per portare aiuto alla popolazione – E’ una zona povera e molto popolata dove vivono circa 100 mila persone. Ieri in una solo giornata di attacchi qui ci sono state oltre 60 vittime e più di 300 civili feriti, con decine di case completamente distrutte”.
Intanto si fanno sempre più drammatiche le notizie che arrivano da quello che si sta trasformando in uno dei peggiori scenari di guerra degli ultimi anni, con la conta delle vittime, che cresce di ora in ora: dall’inizio degli attacchi si contano 508 vittime palestinesi con circa 3.150 feriti e 18 israeliani uccisi.
Ma il dato ancora piu’ allarmante è il numero sempre più alto di vittime tra i bambini: dall’inizio dell’offensiva terrestre israeliana di giovedì scorso infatti, a Gaza è rimasto ucciso un bambino ogni 90 minuti, circa un quarto delle vittime complessive tra i civili, mentre si stima che adesso siano 72 mila i minori che, avendo perso la casa o un familiare sotto i bombardamenti, hanno bisogno di assistenza psicologica. “Le notizie che stanno arrivando di ora in ora dai nostri operatori al lavoro dentro Gaza, sono sempre più gravi – spiega il responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone – Dopo l’impennata di attacchi di ieri, le persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie case sono arrivate a 100 mila, più di 70.000 persone hanno trovato rifugio nelle 44 scuole dell’UNRWA, mentre altre 28.000 si sono spostate da parenti, amici o in altre sistemazioni. Nel frattempo però la metà della popolazione che vive dentro Gaza, circa 900 mila persone, non ha accesso ad acqua potabile e servizi igienici”.
Intanto si fa sempre più difficile la situazione per quanto riguarda l’accesso a cibo e beni di prima necessità per la popolazione ed infatti Oxfam sta distribuendo buoni per l’acquisto di beni alimentari e di prima necessità a 900 famiglie colpite dal conflitto.
“E’ uno scenario surreale: le strade vuote e gli ospedali pieni di morti e feriti. – continua Ahmed Sourani – La gente va avanti con cibo secco e carne in scatola. Il pane è diventato introvabile, e frutta e verdura sono carissime. I bisogni aumentano e, con loro, anche i prezzi. E’ una situazione insostenibile”. Ad aggravare infine il tragico quadro della situazione, il fatto che le famiglie a Gaza non hanno accesso a più 4 ore di elettricità al giorno.
“In questo bagno di sangue – conclude Riccardo Sansone – è necessario e urgente che il Governo italiano e tutta la comunità internazionale intervengano immediatamente per fermare l’uso delle armi ed impedire che altri vittime innocenti perdano la vita”.