Corporate news e approfondimenti > A GAZA LE DONNE CONTINUANO A LOTTARE PER LA SOPRAVVIVENZA NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
In occasione della giornata internazionale della donna dell’8 marzo, le operatrici umanitarie e le partner di Oxfam a Gaza condividono testimonianze toccanti sull’incidenza devastante della guerra sulle loro vite, delineando le sfide affrontate come professioniste, madri, figlie e il profondo impatto su centinaia di migliaia di donne e bambine nella regione.
Prima di introdurre questo articolo vi lasciamo alle parole di Ghada, responsabile comunicazione di Oxfam:
“La Giornata internazionale della donna dovrebbe essere un giorno per celebrare le conquiste e l’emancipazione delle donne, un giorno per abbracciare la diversità, l’uguaglianza e la forza. Dovrebbe essere un giorno per ispirare il cambiamento e rompere le barriere, per onorare il passato e guardare avanti verso un futuro migliore. Oggi con la guerra la Giornata internazionale della donna non ha più senso. Molte donne a Gaza hanno perso la vita. Molte donne hanno perso i loro figli, i loro genitori, i loro mariti, i loro fratelli. Molti hanno perso la casa, la memoria, il reddito”.
Fidaa è Coordinatrice per la sicurezza alimentare e la protezione di Oxfam. È madre di sei bambini. La sua famiglia ha dovuto abbandonare la casa a Gaza City, affrontando quattro sfollamenti. Attualmente a Rafah, lotta per sopravvivere con risorse scarse, cercando di procurarsi cibo, acqua e medicine. La sua storia è un potente richiamo alla cruda realtà che molte famiglie come la sua stanno vivendo in queste circostanze difficili.
“Come madre, la paura per i miei figli mi tormenta ogni momento, giorno e notte. Durante le ore notturne, l’insonnia è il mio compagno più fedele, mentre immagino cosa potrebbe accadere loro, se dovesse succedere qualcosa di terribile. La perdita di uno di loro, o la possibilità che loro perdano me, rappresenta un timore costante che non mi abbandona. Non riesco a sentirli al sicuro, neanche per un istante. Ogni mattina mi sveglio con l’incertezza di chi potrebbe mancarmi oggi. La lotta quotidiana è estenuante, cercare la motivazione per affrontare ogni giornata e continuare a vivere. La nostra speranza è sospesa a un filo, e non so quanto ancora potremo reggere.”
Fidaa, Direttrice di progetto per il partner Atfaluna, che sostiene le persone sorde, riassume così la sostanza del suo e del nostro lavoro:
“Anche se abbiamo sofferto incommensurabilmente, la vita deve continuare in mezzo alla devastazione. Lo dobbiamo a noi stessi e alle future generazioni per ricostruire e riottenere quello che è stato perduto.”
La voce di Khloud si aggiunge al coro. Ha 29 anni e opera come funzionaria di supporto al Programma di Giustizia Economica di Oxfam. Khloud ha affrontato molteplici sfollamenti. Ogni giorno, lotta per la sopravvivenza all’interno della Striscia di Gaza.
“La situazione a Gaza è catastrofica. Donne e bambini pagano sempre il prezzo più alto di ogni conflitto. […] Come madre che si prende cura del suo bambino, cerco sempre di arrangiarmi per far fronte a questa situazione. Trascorro l’intera giornata cercando di trovare cose per lui, come latte e cibo. Oggi, nella giornata che celebra la giornata mondiale della donna il mio unico desiderio è che le donne palestinesi, soprattutto quelle che si trovano Gaza in queste circostanze difficili, possano avere una vita serena come qualsiasi altra donna nel mondo.’’
Haya, Funzionaria per la giustizia di genere di Oxfam, insieme alla sua famiglia, è stata costretta a lasciare la propria casa a Gaza City. Come tanti altri, continua a lottare instancabilmente per la sopravvivenza.
“Fin dalle fasi iniziali di questo conflitto, è stato sulle spalle delle donne e dei bambini che ha gravato il peso più insostenibile. In mezzo a tutti gli ostacoli, non ci resta altra scelta se non affrontarli per sopravvivere a questa guerra mortale. Non lo facciamo solo per noi stessi, ma per continuare a resistere per i nostri cari.“
La dottoressa Hadeel è originaria del campo profughi di Shati a Gaza e ha dedicato la sua carriera alla promozione della giustizia di genere e dei diritti delle donne, operando in diverse regioni del Medio Oriente, Africa, Asia centrale e Canada.
“La situazione delle donne a Gaza è inimmaginabile. […] Le donne incinte sono costrette a partorire tra le macerie, senza anestesia né supporto. Le ragazze iniziano ad avere le mestruazioni quando non ci sono prodotti sanitari e strutture per lavarsi. E tutto questo si aggiunge alla minaccia infinita della violenza e al non sapere se si sveglieranno vivi. Ogni ora due madri vengono uccise e innumerevoli bambini diventano orfani”.
Buthaina, 52 anni, riveste il ruolo di direttrice esecutiva dell’Associazione Wefaq per la cura delle donne e dei bambini, oltre a essere madre di tre figli. Afferma con convinzione: “Nessuno comprende i bisogni di una donna meglio di un’altra donna“. Buthaina ha guidato l’iniziativa “Bagni sicuri solo per donne”, riconoscendo l’indispensabile necessità di preservare la privacy e la dignità femminile.
A Gaza, quasi un milione di sfollati sono donne e bambine.
La tua azienda, in questo momento di grave emergenza, può fare la differenza per le migliaia di persone che sono intrappolate nella Striscia.