Pannelli solari, tubature e serbatoi vincono la sfida contro la siccità
Ora, quando Amina ha bisogno di acqua per il tè, può semplicemente attraversare la strada della sua città, Gol’Anod, girare dietro un piccolo edificio in lamiera e riempire il suo contenitore dal rubinetto. In pochi istanti è di nuovo nel suo negozio, con il bollitore sul fuoco.
Amina apprezza la facilità con cui è possibile procurarsi l’acqua ora, rispetto a soli sei mesi fa. “Prima andavo a prendere l’acqua lontano, ci volevano quattro ore”. Due ore a tratta,con l’acqua sulla schiena, perché non sempre aveva a disposizione un asino o un cammello che la trasportasse per lei. “Ora”, dice Amina, “non c’è più distanza”.
Questo miglioramento è dovuto a due provvedimenti fondamentali: un pozzo installato dal governo durante un periodo particolarmente secco nel 2017, con una pompa alimentata a diesel, e un successivo intervento da parte di Oxfam nel 2022, che ha installato pannelli solari per alimentare la pompa. Oxfam ha anche convogliato l’acqua in città con una tubatura lunga 2 km, immagazzinandola in un serbatoio sopraelevato di 50 metri cubi che ora alimenta tre serie di rubinetti e abbeveratoi in cemento per condividere l’acqua con il bestiame.
L’acqua pesa
La 35enne, madre di sette figli, racconta che la richiesta di acqua per la sua famiglia ha significato sforzi enormi per lei. “Anche quando ero incinta, andavo a prendere l’acqua”, racconta, aggiungendo che, man mano che i suoi figli crescevano, non poteva più portarne uno o due con sé e doveva lasciarli a casa; allo sforzo fisico, si aggiungeva la preoccupazione di lasciare i bambini da soli per così tanto tempo.
Una volta cresciuta la figlia maggiore, portare l’acqua divenne una delle sue nuove responsabilità. A volte doveva partire prima dell’alba. “Quando mandi tua figlia a prendere l’acqua al mattino presto, hai paura per lei”, racconta Amina. Avere l’acqua così vicina a casa sua l’ha sollevata da questi timori. “Non ho più paura che gli uomini sulla strada possano farle del male”.
Fornire acqua più vicina alle abitazioni è una priorità nel momento in cui compiamo una valutazione dei bisogni nelle aree colpite dalla siccità, come Gol’Anod, che si trova in una regione in cui le piogge sono state insolitamente scarse per sei anni. L’obiettivo è quello di ridurre il tempo e la distanza necessari per procurarsi l’acqua, il che “ridurrà il rischio di violenza di genere per le donne e le ragazze”, spiega Ayan Sharif, responsabile delle questioni di genere per Oxfam a Deghebhur, nella regione somala dell’Etiopia.
L’acqua costa
Prima che Oxfam installasse la pompa a energia solare a due chilometri da Gol’Anod, il tempo e la fatica di portare l’acqua in città erano solo una parte del problema: pompare l’acqua con un generatore diesel rendeva l’acqua costosa, ci dice Hassan Mohamed Adan, 27 anni, responsabile dell’Ufficio Idrico di Ararso, il distretto della Regione Somala in cui si trova Gol’Anod.
Dopo aver installato il generatore, il governo si aspettava che i cittadini di Gol’Anod e le famiglie di pastori di passaggio che avevano bisogno di acqua per le loro mandrie trovassero i soldi per il carburante.
“Il generatore consuma molto carburante”, dice Mohammud. “E’ stata una grande sfida per la comunità trovare il denaro per alimentare il generatore”.
Da quando Oxfam ha installato il sistema alimentato a pannelli solari e le tubature, i costi di gestione del pozzo sono molto più bassi. “Oxfam ha cambiato radicalmente la nostra società”, afferma Mohammud.
Gratitudine per l’acqua
Gol’Anod ha lottato a lungo per sopravvivere a numerose ondate di siccità nella regione somala dell’Etiopia. Nel 2017, molti abitanti della città sono partiti alla ricerca di aiuto, motivo per cui il governo ha installato il pozzo. Ma anche oggi, con il nuovo pozzo alimentato con energia solare a basso costo, la gente sta lottando, come testimonia la riduzione delle mandrie di bestiame nella zona. “Un tempo c’erano così tanti animali qui intorno”, racconta Amina “Ora non ce ne sono quasi più”.
Sebbene le recenti piogge diano speranza alla gente, sarà difficile per queste famiglie tornare ad avere le mandrie numerose come un tempo. Ma se ci riusciranno, gli abitanti di Gol’Anod sperano che il nuovo pozzo li aiuterà a tenerle in vita.
“Senza acqua non c’è vita”, dice Amina. “La beviamo, cuciniamo con essa, è essenziale. La vita significa avere l’acqua. La nostra vita è iniziata quando questa organizzazione è venuta ad aiutarci”, dice. “Vogliamo ringraziarvi, vi siamo molto grati”.