[vc_row][vc_column el_class=”stories-detail”][vc_row_inner][vc_column_inner el_class=”post-header” css=”.vc_custom_1479477047948{background-image: url(https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2016/11/detail-title.jpg?id=236) !important;}”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_single_image source=”featured_image” img_size=”full” css=”.vc_custom_1479477768125{margin-top: 0px !important;margin-right: 0px !important;margin-bottom: 0px !important;margin-left: 0px !important;padding-right: 0px !important;}”][vc_column_text css=”.vc_custom_1489744256291{padding-top: 20px !important;padding-right: 40px !important;padding-bottom: 20px !important;padding-left: 40px !important;background-color: #ffffff !important;}” el_class=”figcaption”]A un anno dalla sua adozione, l’accordo Unione Europea Turchia esemplifica il fallimento di politiche che calpestano i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo costringendoli a sopravvivere in condizioni disumane, spesso in strutture sovraffollate nelle isole greche.
Cosa prevede l’accordo UE-Turchia
L’accordo UE-Turchia permette all’Europa di rimandare indietro i richiedenti asilo dalla Grecia alla Turchia, delegando a quest’ultima la responsabilità di garantirne la protezione e violandone i diritti fondamentali. Moltissimi richiedenti asilo di sei nazionalità sono direttamente messi in detenzione al loro arrivo sull’isola di Lesbo per espletare le procedure collegate alla loro richiesta, contrariamente alla legislazione europea sull’accoglienza.
L’Unione Europea ha indicato l’accordo UE-Turchia come un modello per nuovi accordi con altri paesi terzi per affrontare i flussi migratori verso l’Europa.
Qual è l’impatto dell’accordo?
Abbiamo intervistato migranti, i legali e altri operatori nelle isole greche di Chio, Lesbo e Samos – le tre isole nelle quali è arrivata la maggior parte dei richiedenti asilo.
Le persone più vulnerabili come donne e bambini (rispettivamente il 21% e il 28% degli arrivi dal marzo scorso), oltre al trauma della fuga da guerre e persecuzioni, negli ultimi 12 mesi hanno dovuto vivere in condizioni “disumane”.
Moltissimi hanno passato l’inverno sotto le tende, esposti al freddo e alle malattie, senza assistenza medica o sostegno psicologico. Le procedure di richiesta d’asilo sono inoltre poco chiare, rese impossibili da infiniti ostacoli, di fatto la negazione del diritto a ricevere protezione.
Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne in Italia: “Si tratta di un accordo che costituisce un precedente pericoloso perché – come sta già avvenendo – potrebbe portare altri paesi a sottrarsi dall’obbligo di garantire protezione internazionale e accoglienza a chi è in cerca di una vita dignitosa in Europa”.
Cosa chiediamo
Oxfam, International Rescue Commitee e Norwegian Refugee Council chiedono il rispetto dei diritti umani e il diritto di cercare protezione internazionale secondo la convenzione di Ginevra del 1951 che stabilisce chiaramente il diritto dei rifugiati a vedere esaminate le loro richieste d’asilo su base individuale, come misura essenziale per la loro protezione.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Altre storie” use_theme_fonts=”yes” el_class=”related-h” css=”.vc_custom_1479471720715{background-image: url(https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2016/11/related-h-bg-1.jpg?id=234) !important;}”][vc_basic_grid post_type=”post” max_items=”3″ item=”137″ grid_id=”vc_gid:1489744147747-d622928a-6d46-3″ offset=”1″ css=”.vc_custom_1489743581282{margin-bottom: 30px !important;}” taxonomies=”281, 89, 87″][/vc_column][/vc_row]