Brisbane, le "big heads" di Oxfam in azione. Credits: Jason Malouin_OxfamAus_scr
Lo stunt al G20

Al vertice di Brisbane, il flash mob di Oxfam: Barack Obama, David Cameron, Tony Abbot e altri leader mondiali nelle insolite vesti di baywatch per fronteggiare la crescente marea della disuguaglianza globale.

Il flash mob:  foto

Oxfam accende i riflettori sulla drammatica crescita della disuguaglianza economica globale e al G20 di Brisbane organizza un flash con le famose “big heads” dei leader del G20: Tony Abbott, Barack Obama David Cameron Xi Jinping, Narendra Modi, Angela Merkel e Jacob Zuma sono baywatch a cui il mondo chiede di salvare vite umane intrappolate nella marea crescente della disuguaglianza.


La marea crescente della disuguaglianza è un problema cruciale che non riguarda solo i paesi più poveri del mondo, ma anche gli stessi paesi del G20. – ha detto la direttrice del dipartimento campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti – Questo flash mob è solo un modo divertente per puntare l’attenzione su una questione molto seria”.


Lo scorso gennaio Oxfam ha rivelato che le 85 persone più ricche del mondo possiedono l’intera ricchezza della metà più povera del pianeta.

“Dal Fondo monetario internazionale a Papa Francesco, da Barack Obama al World Economic Forum, rileviamo un crescente consenso sulla sfida posta oggi dalla disuguaglianza: un fallimento avrebbe enormi conseguenze economiche e sociali – ha aggiunto Bacciotti – I paesi del G20 ospitano più della metà delle persone più povere del mondo: i leader del summit devono perciò ascoltare gli avvertimenti e riconoscere che la disuguaglianza vanifica la lotta  alla povertà, minacciando la crescita economica e la stabilità. Come leader delle maggiori economie globali, hanno però il potere di fermare questo processo”.

Oxfam chiede che il G20 affronti la disuguaglianza con la lotta all’evasione fiscale delle multinazionali e una riforma fiscale globale che includa i paesi in via di sviluppo nel processo decisionale.

“Secondo Oxfam, i paesi poveri perdono ogni anno 100 miliardi di dollari a causa dell’evasione fiscale – ha concluso Bacciotti –  E’ inaccettabile che gli incentivi fiscali alle multinazionali che lavorano in Sierra Leone, dove imperversa ancora il virus dell’Ebola, siano pari al 59% dell’intero budget del paese, e più di otto volte la spesa sanitaria del governo. Il divario fra ricchi e poveri è a un livello estremo, e sta ancora crescendo. Dallo scoppio della crisi finanziaria, il numero di multimiliardari nel mondo è più che raddoppiato. Nello stesso periodo, più di un milione di donne sono morte di parto per la mancanza delle più basilari strutture sanitarie” .
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