17 Giugno 2024

G7: UN PASSO AVANTI E TROPPE OCCASIONI MANCATE

 

Per la prima volta in cinquant’anni, il G7 parla di tassazione dei super-ricchi nella sua dichiarazione finale. Questo l’unico aspetto positivo di un summit in cui i leader mondiali hanno mancato di affrontare alla radice le cause strutturali delle disuguaglianze e i nodi profondi di un contesto internazionale fortemente segnato da emergenze umanitarie come il conflitto tra Israele e Gaza, la crisi climatica e la crescente insicurezza alimentare.

In questi giorni, abbiamo seguito il Summit da vicino: ai leader del G7 abbiamo portato le nostre istanze e le richieste delle oltre 70 mila voci che in questi mesi si sono levate con noi per chiedere un cessate il fuoco a Gaza e la fine della spirale di violenza che sta continuando a mietere vite innocenti.

UN PASSO POSITIVO: TASSARE I SUPER RICCHI

Nel comunicato conclusivo del G7, i capi di stato hanno concordato sulla necessità di aumentare le imposte sui più ricchi, seguendo le richieste della maggioranza dei cittadini che chiedono una tassazione personale più equa e progressiva. In molti paesi, infatti, i ricchi versano oggi, in proporzione al reddito o patrimonio, meno imposte rispetto dei contribuenti con redditi più modesti o patrimoni più piccoli. Si tratta di un importante presa d’atto, ma non basta. Per questo i leader del G7 devono ora dar prova del loro pieno sostegno all’adozione di un’agenda internazionale per la tassazione delle persone ultra-ricche, promossa dalla presidenza brasiliana del G20. Questo contribuirebbe a rafforzare l’equità dei sistemi fiscali, ridurre le disuguaglianze e generare risorse cruciali per finanziare i crescenti bisogni sociali e la lotta al cambiamento climatico.

Nonostante le rassicurazioni israeliane, la maggior parte degli sfollati di Gaza è stata privata degli aiuti umanitari, mentre la carestia si avvicina sempre più e Israele continua a bombardare aree che aveva dichiarato “zone sicure”. Foto. Alef Multimedia
Nonostante le rassicurazioni israeliane, la maggior parte degli sfollati di Gaza è stata privata degli aiuti umanitari, mentre la carestia si avvicina sempre più e Israele continua a bombardare aree che aveva dichiarato “zone sicure”. Foto. Alef Multimedia

GAZA: OCCASIONE PERSA PER UNA PACE DURATURA

I leader del G7 hanno chiaramente scelto di non stare dalla parte dell’umanità” – ha commentato il nostro portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia Paolo Pezzati, presente al Media Center del G7.

Chiedono a Israele di rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale, ma non dicono nulla sul potenziale genocidio, sugli oltre 37 mila bambini, donne e uomini palestinesi uccisi da Israele, sulle migliaia di prigionieri palestinesi detenuti illegalmente o sulla recente sentenza della Corte internazionale di giustizia che ha imposto di fermare le operazioni militari a Rafah e di consentire l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza”.

I leader del G7 si sono limitati a prendere in esame la sola emergenza presente: ad aggravare l’analisi emersa durante il Summit, durante la conferenza stampa di chiusura la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha affermato di fatto che la guerra è iniziata il 7 ottobre, ignorando un contesto storico di decenni di occupazione e oppressione, che ha inflitto immense sofferenze ai palestinesi privandoli dei loro diritti fondamentali.

Un’occasione perduta per gettare le basi per un mondo in cui palestinesi e israeliani siano liberi di vivere in pace con giustizia, e nel rispetto dei diritti umani e civili. Ribadiamo con forza il nostro appello urgente alla Presidente del Consiglio italiano e a tutti i leader mondiali affinché:

  • ⁠esercitino maggiore pressione per un cessate il fuoco immediato e incondizionato
  • si adoperino per garantire la protezione dei civili
  • lavorino per garantire l’accesso degli aiuti umanitari all’interno della striscia
  • si impegnino a cessare l’invio di armamenti a Israele

Chiediamo inoltre che sia resa pubblica la lista degli armamenti e/o componenti inviate ad Israele dall’Italia dopo il 7 ottobre 2023.

È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia: bambini, donne, uomini inermi non possono più aspettare. Unisciti a migliaia di persone per chiedere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in Israele.

Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili per un #CessateilfuocoORA

 

L’IPOCRISIA SULLA CRISI CLIMATICA

Pur ribadendo la necessità di limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e l’impegno di abbandonare i combustibili fossili, mancano ancora piani e tappe precise per uscire dal gas e dal petrolio; solo per il carbone è’ stato indicato un termine temporale di uscita entro i primi anni del prossimo decennio. E intanto i paesi del G7, tra i primi inquinator al mondo, non si impegnano a tagliare la propria quota di emissioni di CO2. Inoltre, i finanziamenti per compensare le perdite e i danni subiti in conseguenza dei cambiamenti climatici dai Paesi del Sud del mondo continuano a essere insufficienti, e per la maggioranza sono erogati sotto forma di prestiti: è una grande ipocrisia che i paesi più poveri siano costretti a indebitarsi per miliardi di dollari per proteggersi da danni di cui hanno minori responsabilità.

Lotta alla fame e alla crisi climatica sono strettamente interconnessi. Siccità e carestia minano la sopravvivenza dei piccoli produttori e contadini, che sempre di più dipendono dagli aiuti per sopravvivere. Foto: Petterik Wiggers/Oxfam
Lotta alla fame e alla crisi climatica sono strettamente interconnessi. Siccità e carestia minano la sopravvivenza dei piccoli produttori e contadini, che sempre di più dipendono dagli aiuti per sopravvivere. Foto: Petterik Wiggers/Oxfam

RISORSE INSUFFICIENTI PER LA LOTTA ALLA FAME

In meno di dieci anni, il numero di persone in stato di grave insicurezza alimentare è quasi raddoppiato.
I leader del G7 avrebbero potuto già in questo Summit colmare la carenza di risorse necessarie per contribuire ad azzerare la fame nel mondo, se solo vi fosse stata volontà’ politica. Ad esempio ricorrendo a una significativa ristrutturazione del debito estero che gli stessi Leader G7 riconoscono essere giunto a livelli insostenibili e minare lo sviluppo dei paesi più indebitati. Per ora la tanto annunciata Apulia Food Systems Initiative, ossia lo strumento che dovrebbe costituire il primo tassello di strategia dell’Italia per contribuire alla lotta alla fame nel mondo, a partire dall’Africa, e‘ ancora una scatola abbastanza vuota i cui sviluppi, nella più’ totale opacità’ sono rimandati alla Ministeriale Sviluppo che si terrà’ a ottobre. Ci auguriamo che questa Iniziativa si fondi sul riconoscimento del ruolo cruciale dei piccoli produttori agricoli nella lotta alla fame globale, e che nel definirla si preveda il loro pieno coinvolgimento.

Guarda la video intervista al nostro portavoce per le crisi umanitarie Paolo Pezzati, che riassume chiaramente la nostra analisi sulla conclusione del Summit.

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