Una valigia a Gaza. La storia del dottor Khalid Dahlan.
“Questa valigia contiene tanti ricordi ed è parte della mia identità.”
La tengo vicino alla porta con altre borse, già pronte per avere l’indispensabile in caso dovessimo lasciare le casa, se le cose si mettessero male.
La valigia è di puro cuoio. Me la diede mio padre nel 1965, ci conservava documenti importanti, come il passaporto, quando la nostra famiglia viveva nel villaggio di Hamameh, prima che fossimo costretti a fuggire e rifugiarci a Gaza nel 1948.
Diventò la mia mia borsa di scuola quando andai in Algeria per frequentare l’università e la utilizzai durante i miei studi. Ho studiato scienze, medicina e psicologia. Ho studiato per 13 anni
Conservo in questa borsa i documenti più importanti degli ultimi 45 anni: tutti i miei diplomi, quelli delle mie figlie e figli, documenti legali, fotografie e tutti i passaporti. Come fosse un archivio mobile.
“È stata con me durante tutte le guerre, in quella del 1967, in quella del 2008, in quella del 2012 e in quella del 2014 e durante quest’ultima la mia casa fu distrutta; lasciai casa indossando solo le scarpe da ginnastica e stringendo la borsa col suo prezioso contenuto.”
Nonostante la realtà che viviamo, sono ancora ottimista, anche sotto i bombardamenti. Se non avessimo la speranza non potremmo continuare a vivere. Avrò speranza anche sotto le macerie
“La guerra è un affare sporco, nessuno ne esce vittorioso. Porta perdite e tragedie.”
Dr. Khalid Dahlan, Territori Occupati Palestinesi