[vc_row][vc_column el_class=”stories-detail”][vc_row_inner][vc_column_inner el_class=”post-header”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_single_image source=”featured_image” img_size=”full” css=”.vc_custom_1479477768125{margin-top: 0px !important;margin-right: 0px !important;margin-bottom: 0px !important;margin-left: 0px !important;padding-right: 0px !important;}”][vc_column_text css=”.vc_custom_1490184032508{padding-top: 20px !important;padding-right: 40px !important;padding-bottom: 20px !important;padding-left: 40px !important;background-color: #ffffff !important;}” el_class=”figcaption”]In occasione della Giornata mondiale dell’acqua abbiamo pubblicato il rapporto Gaza senz’acqua per denunciare che a due anni e mezzo dal conflitto del 2014, oltre 1,8 milioni di abitanti hanno un limitatissimo accesso all’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari.
L’emergenza idrica a Gaza
Il sistema straordinario disegnato dalla comunità internazionale per la ricostruzione post-bellica (il cosiddetto Gaza Reconstruction Mechanism-GRM) non riesce ancora a rispondere ai bisogni dei quasi 2 milioni di abitanti della Striscia “intrappolati” in una delle zone più densamente popolate del mondo.
Il 95% della popolazione – anche solo per bere e cucinare – dipende dall’acqua marina desalinizzata fornita dalle autocisterne private. A questo si aggiunge un sistema fognario del tutto inadeguato con oltre un terzo delle famiglie che non è connesso al sistema delle acque reflue. Una situazione di carenza idrica di cui fanno le spese soprattutto donne e bambini, che in molti casi sono costretti a lavarsi, bere e cucinare con acqua contaminata e si trovano esposti così al rischio di diarrea, vomito e disidratazione.
Una situazione drammatica, aggravata degli effetti del decennale blocco di Israele sulla Striscia.
Il blocco di Israele sulla Striscia di Gaza
Siamo di fronte a una situazione di “stallo”, nel processo di ricostruzione, considerando che:
- una lista di ben 2.950 materiali necessari per ricostruire le infrastrutture essenziali per la fornitura di acqua e di servizi igienico sanitari ancora è in attesa di approvazione per poter entrare nella Striscia;
- solo il 16% dei materiali destinati a progetti di ricostruzione di infrastrutture idriche, sottoposti all’approvazione dell’attuale sistema, hanno passato il blocco imposto dalle autorità israeliane;
- per la maggior parte dei materiali necessari per le infrastrutture idriche – che sono ritenuti utilizzabili sia per scopi civili che militari dalla autorità israeliane- si deve attendere tra i 61 e i 100 giorni per il responso di idoneità e poter entrare a Gaza;
- meno della metà dei progetti per la ricostruzione delle infrastrutture idriche e per l’erogazione dei servizi igienici essenziali, previsti dall’attuale sistema di ricostruzione, sono stati completati.
Cosa chiediamo al governo di Israele:
- di porre fine immediatamente al blocco sulla Strscia
- di aprire tutti i valichi da e verso Gaza
- di rimuovere con urgenza dalla “dual use list” materiali fondamentali per progetti umanitari e di sviluppo.
Cosa chiediamo all’Autorità palestinese e le autorità politiche che de facto controllano Gaza:
- di dare priorità alla riconciliazione
- di favorire la comunicazione e il coordinamento tra Gaza e la Cisgiordania
- di assumere un ruolo di leadership più forte nella ricostruzione e nello sviluppo.
[su_button url=”https://www.oxfamitalia.org/savinglives/” style=”stroked” radius=”0″ text_shadow=”0px 0px 0px “]Sostieni l’intervento di Oxfam a fianco della popolazione di Gaza, attraverso la campagna #Savinglives[/su_button][/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Altre storie” use_theme_fonts=”yes” el_class=”related-h” css=”.vc_custom_1479471720715{background-image: url(https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2016/11/related-h-bg-1.jpg?id=234) !important;}”][vc_basic_grid post_type=”post” max_items=”3″ item=”137″ grid_id=”vc_gid:1490181733809-6d85c232-9baa-4″ offset=”1″ css=”.vc_custom_1490184262233{margin-bottom: 30px !important;}” taxonomies=”347, 864″][/vc_column][/vc_row]