9 Luglio 2019

Il sondaggio Oxfam e Federconsumatori tra i consumatori italiani

 

In Italia 3 consumatori su 4 sono disposti ad acquistare prodotti liberi da sfruttamento indipendentemente dal prezzoIl 74,41% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare un prodotto libero da dinamiche di sfruttamento dei lavoratori, indipendentemente dal prezzo. 

Allo stesso tempo, in 8 su 10 (il 78,20% del campione) dichiarano di non avere adeguate informazioni per poter riconoscere sugli scaffali dei supermercati i prodotti che assicurano una equa redistribuzione del valore tra tutti gli attori della filiera.

I consumatori ci dicono di non voler essere complici inconsapevoli dello sfruttamento nei campi e che senza informazioni ed elementi che garantiscano la piena trasparenza sul rispetto dei diritti umani nelle filiere, non riescono ad esercitare una scelta responsabile che pure dichiarano, senza esitare, di voler compiere.

Il sondaggio realizzato da Oxfam e Federconsumatori, condotto dal 5 al 19 giugno su un campione di più di 2000 consumatori italiani, ha voluto indagare inoltre il livello di consapevolezza dei consumatori italiani rispetto al tema dello sfruttamento dei braccianti e degli operai agricoli, e la loro propensione ad agire per arginare il fenomeno

Il sondaggio presentato oggi è stato realizzato nell’ambito della campagna di Oxfam “Al giusto prezzo”, che pone al centro il tema della responsabilità delle imprese sui diritti umani e il ruolo che i consumatori possono esercitare.

Le principali cause di sfruttamento dietro ai prodotti

L’80% dei consumatori vuole maggiore trasparenza sui prodotti nei supermercatiI consumatori esprimono un sostanziale riconoscimento della complessità del fenomeno, non riconducendolo al ruolo di un singolo attore della filiera, ma piuttosto ad una concatenazione di cause ed effetti.

  • Per il 63,34% degli intervistati l’infiltrazione mafiosa è la principale causa che condiziona un sistema diffuso di sfruttamento nelle campagne italiane.
  • In seconda posizione si collocano il ruolo degli imprenditori agricoli, a cui il 54,11% dei consumatori attribuisce la responsabilità di condurre affari sulla pelle di lavoratori disposti a tutto pur di sopravvivere.
  • La mancanza di controlli nelle aziende agricole è invece l’opzione scelta dal 51,62% dei rispondenti.

Abbiamo riscontrato la consapevolezza del fatto che lo sfruttamento non si origina e esaurisce sui campi, ma è il frutto di un percorso di filiera in cui anche il settore della distribuzione e i consumatori hanno importanti responsabilità

Le richieste dei consumatori alla Grande Distribuzione

Il 44% dei consumatori ritiene che le politiche della GDO siano determinanti nell’alimentare o nel contrastare lo sfruttamento del lavoro in agricolturaSecondo i consumatori, le aziende della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) potrebbero intraprendere da subito alcune azioni per porre fine allo sfruttamento del lavoro agricolo e alla violazione dei diritti lungo le filiere di produzione:

  • garantire che i prodotti a scaffale siano liberi da sfruttamento e aumentarne l’offerta per consentire pratiche di acquisto responsabile;
  • aumentare la trasparenza delle informazioni sull’origine e il percorso che un prodotto compie dal campo allo scaffale;
  • garantire ai produttori un costo all’origine dignitoso che assicuri una remunerazione equa dei fattori di produzione.

 

 

 

NOTA INFORMATIVA E METODOLOGICA
L’indagine è stata realizzata da Oxfam e Federconsumatori che hanno somministrato per due settimane (dal 5 al 19 giugno) un questionario online al database degli iscritti a Federconsumatori e ai firmatari della petizione Al giusto prezzo promossa da Oxfam Italia. Il questionario è stato diffuso anche attraverso i social network delle organizzazioni promotrici così da ampliare il ventaglio di potenziali rispondenti. Al sondaggio hanno partecipato oltre 2.500 persone, di cui 2.005 hanno effettivamente completato il questionario in tutte le sue parti. Il campione di rispondenti ha compreso in misura equivalente uomini (50,12%) e donne (48,68%). La fascia di età maggiormente rappresentata è quella degli over 60 (39,60%), seguita da 45-60 anni (34,71%), 31-45 anni (18,05%), 16-30 anni (7,64%). La provenienza geografica del campione di rispondenti è diffusa su tutto il territorio nazionale con una prevalenza di rispondenti dalle seguenti città: Firenze (8,73%), Milano (8,18%), Roma (6,93%), Udine (4,69%).
Le domande somministrate nel questionario sono consultabili cliccando qui.

La campagna “Al giusto prezzo”

La campagna “Al giusto prezzo” chiede ai big della grande distribuzione italiana – Coop, Gruppo Selex, Esselunga, Conad e Eurospin – di assumersi la responsabilità della tutela dei diritti umani nelle proprie filiere di approvvigionamento iniziando da una valutazione sull’impatto che le proprie politiche di approvvigionamento hanno sui diritti umani e adottando misure concrete volte a prevenire, mitigare e/o porre rimedio ad eventuali violazioni dei diritti.

Una campagna a cui Federconsumatori ha aderito con convinzione, nell’ottica di una collaborazione che proseguirà nel tempo.

Chiedi ai supermercati italiani un cibo prodotto al giusto prezzo.

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