Oxfam al fianco dei coltivatori di caffé da più di 10 anni
Lavoriamo da più di 10 anni sostenendo i cafficoltori di piccola scala in Repubblica Dominicana ed Haiti.
Abbiamo contribuito a aumentare i redditi per circa 4.000 produttori e produttrici:
- costruendo strutture per la trasformazione del caffè,
- rafforzando o creando associazioni e cooperative,
- incrementando le capacità produttive e commerciali.
Abbiamo svincolato migliaia di produttori e produttrici dal giogo dell’intermediario, che imponeva i prezzi a lui più favorevoli, contando sull’assenza di strutture per spolpare, lavare ed asciugare il caffè e sul fatto che dopo la raccolta la bacca deve essere lavorata entro poche ore, pena la marcescenza.
Aver introdotto il concetto e la pratica di controllo integrale della qualità ha permesso di differenziare i mercati: la produzione migliore è esportata, il resto è destinato al mercato interno, che garantisce comunque ottimi margini. E addirittura, una parte di caffè viene esportata già tostata, macinata e imbustata in pacchi da 250 gr, attraverso il commercio equo: in questo modo una ulteriore e rilevante parte del costo rimane ai produttori.
Abbiamo inoltre incrementato la produttività:
- migliorando le tecniche tradizionali di produzione
- introducendo sistemi integrati di lotta agli insetti
- ringiovanendo le piantagioni.
Il caffè cresce nelle zone montagnose dei due paesi, che sono le zone più povere e marginali, e anche le più fragili dal punto di vista idrogeologico ed ambientale. Il caffè oltre a garantire, se ben gestito, redditi interessanti, contribuisce in maniera decisiva a proteggere i versanti dall’erosione e da pericolose frane: il caffè cresce in associazione con piante arboree, che forniscono l’ombra di cui ha bisogno. Una piantagione di caffè difende il suolo quasi quanto un bosco.
Un programma di successo dunque, che ha contribuito, attraverso scambi di esperienze tra produttori e tra le due istituzioni pubbliche che supportano il settore cafetalero (Codocafè in Dominicana e Incah in Haiti) anche alle relazioni tra i due paesi.
Un programma che ha rischiato seriamente di essere messo in ginocchio, assieme a milioni di piccoli produttori, dall’epidemia di una malattia, già presente ma in maniera non così invasiva: la ruggine del caffè. Una malattia che si è diffusa a livello globale (complice anche il cambiamento climatico), che si previene migliorando le tecniche produttive e sostituendo le piantagioni con varietà resistenti. Per molti produttori di piccola scala, questo è impossibile senza un appoggio esterno: così, la ruggine del caffè colpisce soprattutto l’economia di sussistenza, mentre la media e grande impresa riesce a ridurre i danni grazie alle maggiori capacità economiche.
La partnership con la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza
Abbiamo sviluppato un’iniziativa specifica contro la ruggine del caffè. In oltre 4 anni di lavoro, abbiamo distribuito circa 10 milioni di piante di una varietà resistente, che garantisce ottima qualità. Siamo riusciti a ottenere questi numeri attraverso il recupero ed il miglioramento di una tecnica vivaistica tradizionale, quella dei vivai in terra. Invece di portare con i camion le piantine con la terra, prodotte nei vivai, abbiamo dotato i produttori di sementi formazione e un minimo di assistenza tecnica, così da permettere loro di autoprodursi le piantine di varietà resistente, per sostituire le piante vecchie e malate.
Questa innovazione ha portato a una riduzione del costo di ciascuna piantina dell’800%! Il progetto ha vinto il Sodalitas Social Award 2018 nella categoria “Clima, energia e Acqua”.
Nel quadro di questa iniziativa è stato anche possibile formare alcuni assaggiatori di caffè haitiani, cubani e della Repubblica Dominicana, grazie alla disponibilità di Lavazza a offrire i propri esperti professionisti e le proprie strutture di trasformazione. Una iniziativa di grande impatto, data la difficoltà ad accedere a questo tipo di formazione, difficilmente disponibili anche sul mercato.
Questo video racconta la storia di una famiglia di cafficoltori coinvolti. nel programma.
È interessante notare come la cafficoltura, anche grazie ai benefici portati da Oxfam, affascini anche i giovani.
Il figlio del produttore intervistato ci racconta che vuole studiare e poi tornare alla “finca” del padre per applicare quanto appreso: un messaggio importante e in controtendenza quando la maggior parte dei giovani non intende seguire le orme dei genitori contadini. Questo infatti costituisce un enorme problema per la sostenibilità dell’agricoltura e più in generale per la difesa e la protezione del territorio, visti gli effetti, che anche in Italia conosciamo bene, dell’abbandono delle campagne.
Da segnalare anche che grazie alla collaborazione con Lavazza, è stato possibile realizzare una piccola torrefazione in loco, gestita da una microimpresa di giovani, che tostano e imbustano caffè per il mercato locale.