La dichiarazione di Martin Hartberg, portavoce di Oxfam a Gerusalemme:
“Questo cessate il fuoco deve continuare. La violenza nel corso delle ultime settimane è stata devastante per la gente a Gaza e in Israele. Centinaia di vite sono state perse mentre case, scuole e asili sono distrutti. Le persone hanno bisogno di poter tornare a vivere una vita normale. Per oltre una settimana le scuole a Gaza e nel sud di Israele sono state chiuse e le attività grazie alle quali le persone si guadagnano da vivere a Gaza – come la pesca e l’agricoltura – sono state interrotte perché troppo pericolose.
Ma un cessate il fuoco da solo non è sufficiente. Non è possibile ritornare a lavorare come prima. Da cinque anni Gaza è soggetta a un blocco paralizzante che ha limitato le importazioni e le esportazioni e ha distrutto la sua economia. Da quando il blocco di Gaza è iniziato, un terzo delle imprese di Gaza hanno chiuso e l’80 per cento della popolazione ha ora bisogno di aiuto per farcela.
Il blocco di Gaza ha anche fatto sì che le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie, a causa delle restrizioni sull’importazione di cemento, abbiano dovuto faticare per ricostruire case e reti idriche già distrutte durante l’operazione Piombo Fuso del 2008-2009. Conseguenza di ciò è che il sistema fognario a volte ha inondato le strade di Gaza.
La comunità internazionale deve essere coraggiosa. Solo togliendo il blocco avremo qualche possibilità di porre fine all’incessante ciclo di violenza che ha devastato milioni di vite. Se il blocco di Gaza continuerà e i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania rimarranno separati sarà impossibile raggiungere la soluzione di due stati per due popoli auspicata dalla comunità internazionale “.