27 Marzo 2025

IL VIAGGIO DI ANTONIO DE MATTEO TRA I RIFUGIATI DI GAMBELLA

 

Sopravvivere. È questa la parola chiave. Negli insediamenti, l’acqua non è scontata. Quando non c’è, tutto si ferma. Se dal rubinetto non scende nulla, la vita si complica e ogni giorno si lotta per averne abbastanza. (…) Qui, giovani e bambini si ammalano e muoiono per malattie che altrove sarebbero facilmente curabili.

Antonio de Matteo, attore e fotografo, protagonista della serie televisiva Mare Fuori e nostro ambassador da poco più di un anno, ha visitato insieme al nostro staff locale e italiano gli insediamenti di Gambella, in Etiopia, testimone delle privazioni e sfide che le persone devono affrontare ogni giorno. A Gambella, siamo impegnati a fornire acqua pulita e servizi igienico sanitari a oltre 385 mila rifugiati in fuga dal Sud Sudan, in maggioranza donne e bambini.

Nei campi di Gambella, Antonio ha incontrato moltissimi bambini. Foto: Michela Rizzotti/Oxfam
Nei campi di Gambella, Antonio ha incontrato moltissimi bambini. Foto: Michela Rizzotti/Oxfam

GAMBELLA, UN RIFUGIO DIMENTICATO

Fuggire dalla guerra, in paesi tra i più poveri al mondo, significa ritrovarsi in insediamenti sovraffollati di paesi altrettanto poveri, dove la possibilità di guadagnarsi da vivere è limitata, il cibo scarseggia e soprattutto dove si contraggono malattie mortali dovute all’acqua sporca e alla scarsa igiene. Gambella, una remota regione nell’Etiopia occidentale al confine con il Sud Sudan, è da tempo un rifugio per le persone in fuga dal conflitto, teatro di tensioni etniche, competizione per risorse limitate e violenza sporadica, che colpisce sia i rifugiati che le comunità ospitanti.

Nel suo viaggio, Antonio de Matteo ha visitato tre dei sette insediamenti di Gambella, Nguenyyiel, Kule e Jewi; ha parlato con le donne e gli uomini, ed è rimasto molto colpito dalla resilienza delle persone, a fronte di gravi mancanze in termini di salute, nutrizione e istruzione:

La cosa che più mi ha colpito è la straordinaria resilienza dell’essere umano. Quei villaggi di capanne, con piccoli negozi, strade polverose e un caldo torrido e asfissiante, erano sempre illuminati dai sorrisi dei rifugiati. Bambini che non possiedono nulla, ma sono curiosi di tutto, impazienti di conoscere, di scoprire, di confrontarsi.”– Antonio de Matteo, Ambassador Oxfam Italia

Ngakutoth Biel è arrivata in Etiopia dal Sud Sudan nel 2017. Durante la fuga, ha perso un figlio e lo zio. Foto: Petterik Wiggers/Oxfam
Ngakutoth Biel è arrivata in Etiopia dal Sud Sudan nel 2017. Durante la fuga, ha perso un figlio e lo zio. Foto: Petterik Wiggers/Oxfam

In questo contesto, l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico sanitari è vitale. Negli insediamenti, in media, l’accesso all’acqua potabile non raggiunge i 15 litri per persona, 5 litri in meno dello standard di emergenza definito da UNHCR. I sistemi idrici sono caratterizzati da guasti frequenti e richiedono una manutenzione continua; le infrastrutture sono fatiscenti, i serbatoi usurati e mancano servizi igienico-sanitari sicuri. Il clima e le condizioni ambientali complicano ulteriormente la situazione, con temperature elevate e scarse precipitazioni che influiscono sull’agricoltura, come ha notato Antonio; gli aiuti umanitari sono purtroppo l’unico mezzo di speranza per garantire la sopravvivenza.

Installare punti di distribuzione d’acqua vicino alle abitazioni dei rifugiati è cruciale per le donne, che prima erano costrette a percorrere chilometri per attingerla. Foto: Petterik Wiggers/Oxfam
Installare punti di distribuzione d’acqua vicino alle abitazioni dei rifugiati è cruciale per le donne, che prima erano costrette a percorrere chilometri per attingerla. Foto: Petterik Wiggers/Oxfam

SOLUZIONI CONCRETE SALVAVITA

A Gambella lavoriamo per aumentare le capacità della popolazione rifugiata e delle comunità ospitanti attraverso il potenziamento dei servizi idrici e igienico sanitari. Antonio ha potuto verificare in prima persona come questi interventi migliorino la vita quotidiana delle persone:

A Jewi, uno dei sette insediamenti di Gambella, Oxfam controlla direttamente la fornitura di acqua dal fiume Baro fino all’insediamento. Lì abbiamo avuto l’opportunità di vedere la solarizzazione del sistema di approvvigionamento idrico, il trattamento dell’acqua del fiume, il centro di pompaggio e il deposito centrale. Sulla via del ritorno, ci siamo fermati ai punti d’acqua dove donne e bambini raccoglievano l’acqua al mattino da un punto di distribuzione situato vicino alle loro case.

Antonio De Matteo con il nostro staff sul campo presso una cisterna che abbiamo installato nell’insediamento di Jewi, a Gambella. Foto: Maheder Haileselassie/Oxfam
Antonio De Matteo con il nostro staff sul campo presso una cisterna che abbiamo installato nell’insediamento di Jewi, a Gambella. Foto: Maheder Haileselassie/Oxfam

La visita di Antonio ha riguardato anche le scuole, dove sensibilizziamo ragazzi e insegnanti sull’importanza delle corrette pratiche igieniche:

Abbiamo visitato la scuola secondaria di Kule, che ospita un totale di 3.588 studenti rifugiati. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare prima il direttore della scuola, poi 60 studentesse e i rappresentanti del Wash Club, attivo all’interno della scuola. Oxfam ha distribuito in passato kit di dignità e lampade/torce solari, e attualmente sostiene le attività del Wash Club

Il 66% dei rifugiati sono bambini e bambine sotto i 18 anni: ci concentriamo quindi su questa fascia d’età, attraverso lo strumento del Wash Club, che riunisce ragazzi in età scolare proponendo attività ludiche e informative incentrate sui principi di igiene di base. La distribuzione di kit igienico sanitari inoltre, specificatamente differenziati per sesso, contribuisce a mantenere l’igiene e migliorare la salute, riducendo il rischio di infezioni correlate e diminuendo l’assenteismo scolastico tra le ragazze adolescenti.  Protezione e benessere sono strettamente connessi: per questo donne e ragazze ricevono anche torce e lampade alimentate a energia solare, per permettere loro di spostarsi nelle ore notturne – ad esempio per recarsi ai bagni – in sicurezza, in mancanza di energia elettrica.

Attraverso questo programma, vogliamo raggiungere oltre 350 mila persone nei sette insediamenti di rifugiati e oltre 18 mila persone all’interno delle comunità ospitanti circostanti.

DONA ACQUA, SALVA UNA VITA

Per assicurare acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati a quante più persone possibile, dal 9 marzo al 5 aprile abbiamo lanciato la campagna di raccolta fondi DONA ACQUA, SALVA UNA VITA. Una campagna che ci permetterà di portare aiuto a Gambella come nelle più gravi emergenze del mondo.

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