Ci è voluto un mese per raggiungere l’Etiopia. Durante il viaggio, il dolore per la perdita di mio figlio e di mio zio era così forte che non mi importava più di vivere o morire. Ma quando sono arrivata nell’insediamento di Gambella e ho visto tante altre persone ho iniziato a sentire un senso di comunità.

Biel ha 29 anni, vive come rifugiata sud sudanese in Etiopia insieme ai suoi tre figli, suo marito e attualmente è in attesa del suo quarto figlio.
Quando è scoppiata la guerra in Sud Sudan, Biel e la sua famiglia sono stati costretti a fuggire senza nulla: niente cibo e niente acqua pulita. Sono arrivati nell’insediamento di Gambella nel 2017 dopo un viaggio straziante, pieno di dolore e difficoltà.
IL CONFLITTO E L’ACCOGLIENZA IN ETIOPIA
“Quando il conflitto è scoppiato, io e mio marito ci siamo dovuti separare e siamo stati costretti a fuggire in direzioni diverse. Dopo un lungo viaggio, ci siamo ritrovati al punto d’ingresso in Etiopia, dove siamo stati registrati come rifugiati. Ora viviamo qui insieme”, racconta Biel.
L’Etiopia persegue una politica di accoglienza nei confronti dei rifugiati, garantendo l’accesso umanitario e la protezione a chi cerca asilo nel suo territorio. Al 30 novembre 2023, l’Etiopia accoglieva oltre 950 mila rifugiati e richiedenti asilo, principalmente provenienti da Sud Sudan, Somalia, Eritrea e Sudan, posizionandosi così come il terzo paese africano per numero di rifugiati ospitati.
In particolare, all’interno degli insediamenti di Gambella, nell’Etiopia occidentale risiedevano oltre 385 mila rifugiati sud sudanesi. (UNHCR, 31 dicembre 2023).

Per poter raggiungere l’insediamento a Gambella, Biel ha dovuto affrontare un viaggio molto duro insieme ai suoi figli: “Abbiamo dovuto bere l’acqua dal terreno, ci sentivamo vulnerabili e costantemente in pericolo. Non abbiamo avuto nulla da mangiare fino al nostro arrivo a Gambella”, spiega Biel.
Il contesto umanitario a Gambella continua a essere instabile, con frequenti conflitti armati tra le varie tribù. Le comunità ospitanti non hanno accesso alle stesse opportunità, alimentando una crescente competizione per le risorse limitate, soprattutto per l’acqua, il che provoca ulteriori conflitti e tensioni tra rifugiati e popolazioni locali. Tuttavia, rispetto all’anno scorso, la situazione è migliorata e le agenzie umanitarie ora possono operare in sicurezza sul terreno.
“Il supporto delle organizzazioni presenti mi ha aiutata a ritrovare un po’ di serenità, anche se a volte la tristezza riaffiora quando penso alle persone che ho perso durante il viaggio”, dice Biel.
L’ACQUA, UNA SFIDA QUOTIDIANA
In media, l’accesso all’acqua negli insediamenti di Gambella è di 14,63 litri per persona al giorno, un valore inferiore sia allo standard di emergenza accettabile di 15 litri, sia allo standard stabilito dall’UNHCR per la crisi prolungata di Gambella, che prevede 20 litri per persona al giorno.
“Quando siamo arrivati al campo -racconta Biel- l’acqua era un problema enorme. C’erano pochissimi punti d’acqua, distanti da dove vivevamo. I serbatoi erano troppo piccoli e i camion che li rifornivano non riuscivano a soddisfare la richiesta. Ottenere acqua era diventata una sfida quotidiana.”
Molte persone devono percorrere lunghe distanze alla ricerca di acqua e una volta arrivati al serbatoio bisogna aspettare il rifornimento e affrontare lunghe code, senza avere la certezza di riuscire ad avere abbastanza acqua.
“Vivere senza acqua era davvero difficile. Non sapevamo dove trovarne di pulita e, spesso, l’unica alternativa era quella contaminata. Questo ha portato molte persone ad ammalarsi di dissenteria”, spiega Biel

IL NOSTRO LAVORO CONTINUA
Oxfam lavora a Gambella con l’obiettivo di migliorare l’accesso all’acqua e a servizi igienico sanitari sicuri, adeguati, dignitosi e duraturi per le persone rifugiate sud sudanesi che vivono negli insediamenti e nelle comunità ospitanti circostanti a Gambella.
Attualmente stiamo fornendo servizi a oltre 385 mila rifugiati sud sudanesi e alle comunità ospitanti limitrofe. Dal 2022 al 30 ottobre 2023, sono state costruite oltre 6.000 latrine e 3.000 servizi igienici, sono stati mantenuti 8 sistemi di approvvigionamento idrico nei diversi insediamenti e in un centro di accoglienza, ed è stata monitorata regolarmente la qualità dell’acqua per garantire l’accesso ad acqua pulita e in quantità adeguata ai suoi utenti.
“Con i nuovi punti d’acqua -racconta Biel- la vita è diventata più semplice. Ora riesco a prendere l’acqua più velocemente e avrò più tempo da dedicare al mio bambino quando nascerà. Prima, le lunghe ore trascorse a cercare acqua mi lasciavano poco spazio per la mia famiglia, ma adesso posso finalmente concentrarmi su di loro.”
Per sostenere persone come Biel, unisciti a noi nella campagna DONA ACQUA, SALVA UNA VITA attiva dal 9 marzo al 5 aprile. Ogni donazione contribuirà a garantire acqua pulita e condizioni igieniche.
Il tuo aiuto può fare la differenza