Yemen: a cinque anni di guerra, lo spettro della carestia, il colera stanno riducendo un’intera popolazione alla fame. E i bambini sono i primi a pagare.
Alla terribile situazione si aggiunge la chiusura dei confini dovuta alla pandemia da Covid19.
Negli ultimi 5 anni si sono verificati, secondo i dati dell’OMS e dei suoi partner, oltre 142 attacchi su ospedali e strutture sanitarie.
Chiediamo che tutte le parti coinvolte cessino immediatamente le ostilità, e che il Governo italiano e la comunità internazionale rafforzi il proprio impegno per l’avvio di un vero processo di pace.
E facciamo appello alla generosità di ciascuno: aiutaci a proseguire il nostro lavoro a fianco dei bambini, delle donne, degli uomini dello Yemen.
Guerra, carestia, colera
- La guerra. Il conflitto in Yemen dura ormai da cinque anni, con bombardamenti pesantissimi dei quali fanno le spese soprattutto donne e bambini. 12.366 vittime civili, tra il 26 marzo 2015 e il 7 marzo di quest’anno e oltre 100 mila vittime totali. Oltre 4 milioni di sfollati interni sopravvivono in alloggi di fortuna o nei villaggi, dove la popolazione locale ha offerto loro un riparo.
- Il coronavirus. L’OMS ha da poco attivato un numero verde per informare la popolazione yemenita sull’emergenza, predisponendosi a mandare aiuti immediati. In un contesto umanitario non dissimile da quello siriano, dove si è registrato il primo caso ufficiale di Covid19.
- Il colera. Da inizio anno sono più di 56 mila le persone contagiate e oltre 2,2 milioni dal 2017: si tratta della più grave epidemia del mondo, aggravata dal collasso del sistema sanitario e delle infrastrutture idriche. Inoltre il numero di contagi potrebbe aumentare con l’arrivo della stagione delle piogge in aprile.
- La carestia. Più di 10 milioni di persone sono sull’orlo della carestia. 2 milioni di bambini e 1,4 milioni di donne in gravidanza soffrono di malnutrizione acuta. 24,1 milioni di persone su 30,5 dipendono dagli aiuti umanitari. I prezzi dei beni alimentari sono saliti in media del 47%.
- L’isolamento. Le vite di 22 milioni di persone saranno in pericolo se non aumentano le importazioni di cibo, carburante, medicine: il blocco delle importazioni deve essere permanentemente eliminato. Anche il prezzo del petrolio è aumentato enormemente: il prezzo medio al litro è salito del 280% da quando il conflitto è iniziato.
- L’infanzia negata. I bambini subiscono l’impatto peggiore del conflitto e, con il proseguire dei combattimenti, il loro futuro appare sempre più tetro. Più di 1.600 scuole sono state distrutte, e fame e debiti spingono molte bambine – anche sotto i 10 anni – verso i matrimoni precoci: nel Governatorato di Amran nel nord del Paese, ad esempio, tante famiglie stremate, rimaste senza cibo e senza una casa, arrivano al punto di dare in matrimonio figlie anche piccolissime, in un caso anche di tre anni, per poter comprare cibo e salvare il resto della famiglia.
- Emergenza idrica e sanitaria. Quasi 18 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua pulita e all’assistenza sanitaria di base, rimanendo così inevitabilmente esposte a epidemie mortali. Le scorte di medicine e materiali sanitari si stanno esaurendo.
- La situazione a Hodeidah. Oltre 80.000 persone sono state già costrette ad abbandonare la più grande città portuale dello Yemen, in completo assetto da guerra con truppe schierate, trincee e barricate. Le vittime tra i civili rimasti intrappolati in città continuano ad aumentare, e la popolazione non ha la minima possibilità di fuggire o ottenere assistenza medica.