Catania: migranti soccorsi ieri a nord della Libia

A poche ore dal Consiglio europeo straordinario, Oxfam chiede ai capi di stato e di governo riuniti a Bruxelles di ripristinare immediatamente un’operazione sul modello di Mare Nostrum, coordinata e finanziata a livello europeo, in grado di fermare le stragi nel Mediterraneo e con l’esplicito obiettivo di salvare vite umane. Operazione che non può essere coordinata da Frontex, agenzia che ha come finalità principale quella di proteggere i confini esterni dell’UE, e non certo di salvaguardare la vita e la sicurezza delle persone in mare.


“La nuova operazione umanitaria europea deve poter disporre di mezzi e risorse adeguati e non soffrire di restrizioni geografiche che troppo spesso impediscono alle navi Triton di salvare i migranti in pericolo oltre le 30 miglia dalla costa italiana o maltese”, dice Alessandro Bechini, direttore dei programmi in Italia di Oxfam. Confrontare le cifre lascia senza fiato: a metà aprile 2014, con Mare Nostrum, i morti accertati erano stati 17; nello stesso periodo del 2015, con l’operazione Triton condotta da Frontex, si sono contati più di 900 morti accertati. E questo numero non comprende le centinaia di vittime degli ultimi giorni.


L’intenzione di procedere all’identificazione e distruzione dei mezzi usati dai trafficanti solleva molte preoccupazioni, perché potrebbe bloccare sulle coste libiche migranti che continuerebbero ad arrivare comunque dagli altri paesi africani, esponendoli alla sistematica violazione dei diritti umani e alla drammatica instabilità politica che da tempo si registrano nel paese.


Sempre Bechini: “Allontanare dal nostro sguardo il dramma dei viaggi dei migranti potrà placare la coscienza di qualcuno, ma non impedirà loro di continuare a rischiare la vita, non in mare ma nel deserto o nei centri di detenzione della Libia. E’ invece fondamentale agire sulle cause dei flussi migratori, aumentando senza indugi le quote destinate dagli Stati membri e dalle istituzioni internazionali alle politiche di sviluppo nei paesi di origine dei migranti. Conflitti, povertà e diseguaglianze sono i motivi che spingono queste persone a intraprendere viaggi terribili alla ricerca di nuove opportunità in Europa: solo intervenendo a questo livello, sarà possibile trovare soluzioni durature a una crisi umanitaria di queste proporzioni”.

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