15 Aprile 2025

Nel silenzio globale il Sudan vive la più grave emergenza umanitaria

 

Il Sudan è attraversato da un conflitto che dura ormai da due anni, e che ha causato la più grave crisi umanitaria al mondo. Un’emergenza che nei prossimi mesi rischia di precipitare ulteriormente, investendo buona parte dell’Africa orientale e mettendo a rischio milioni di vite.

Panoramica del centro di transito di Renk, che ospita centinaia di migliaia di persone in fuga dal conflitto in Sudan. Foto: Herison Philip Osfaldo/Oxfam
Panoramica del centro di transito di Renk, che ospita centinaia di migliaia di persone in fuga dal conflitto in Sudan. Foto: Herison Philip Osfaldo/Oxfam

L’intesificarsi degli scontri ha infatti già costretto quasi un terzo della popolazione a lasciare le proprie case e 3,7 milioni di persone a fuggire dal paese. In questo momento in Sudan 1 abitante su 2 è colpito da malnutrizione, mentre in una parte del paese la popolazione sta già affrontando gli effetti della carestia, che potrebbe colpire altri 8 milioni di persone nel giro di poco tempo.

A causa del conflitto in corso – evidenzia inoltre il rapporto – in questo momento la crisi umanitaria in Sudan colpisce oltre 30 milioni di persone, il numero più alto mai registrato in un solo paese, mentre più di 17 milioni di bambini non possono andare a scuola.

Tereza vive a pochi chilometri dal centro di transito di Renk, in Sud Sudan, dove ogni giorno arrivano rifugiati dal Sudan. La sfida per la sopravvivenza quotidiana li accomuna. Foto: Peter Caton/Oxfam
Tereza vive a pochi chilometri dal centro di transito di Renk, in Sud Sudan, dove ogni giorno arrivano rifugiati dal Sudan. La sfida per la sopravvivenza quotidiana li accomuna. Foto: Peter Caton/Oxfam

IL RISCHIO DI UNA CATASTROFE UMANITARIA IN TUTTA LA REGIONE

Senza cibo e nel tentativo di mettersi in salvo dai combattimenti sempre più persone sono quindi costrette a fuggire verso il Ciad e il Sud Sudan, due dei paesi più poveri al mondo, del tutto impreparati a gestire un’emergenza profughi di questa portata, perchè a loro volta colpiti dall’impatto della crisi climatica e da livelli di malnutrizione altissimi. Una situazione che soprattutto in Sud Sudan sta aggravando le tensioni interne, mettendo a rischio la fragile pace raggiunta pochi anni fa.

L’IMPATTO DEL TAGLIO DEGLI AIUTI UMANITARI

L’arrivo della stagione delle piogge potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione, causando inondazioni e bloccando le vie di comunicazione verso intere zone del paese, rendendo impossibile portare aiuti essenziali. Inoltre, il taglio degli aiuti internazionali – da parte degli Stati Uniti e degli altri paesi donatori – renderanno sempre più difficile la risposta umanitaria.

Fin’ora infatti sono stati stanziati appena il 10% degli aiuti richiesti dalle Nazioni Unite per rispondere all’emergenza nel 2025. A questo si aggiunge la cancellazione di circa 64 milioni di dollari dei finanziamenti di USAID per il Ciad e il Sud Sudan, che rischia di produrre conseguenze gravissime, dato che gli Stati Uniti fino ad ora erano il principale paese donatore per entrambi i paesi.

Madre e figlia attingono l’acqua in una delle cisterne che abbiamo installato per i rifugiati a Renk. Foto: Peter Caton/Oxfam
Madre e figlia attingono l’acqua in una delle cisterne che abbiamo installato per i rifugiati a Renk. Foto: Peter Caton/Oxfam

IL NOSTRO IMPEGNO CONTINUA

Anche in questa gravissima emergenza umanitaria, siamo presenti al confine con il Sudan, a Renk, in Sud Sudan, per garantire accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari a oltre 150 mila sudanesi in fuga dal conflitto. Nella parte orientale del Ciad, abbiamo già prestato soccorso a più di 94 mila rifugiati.

La guerra ci ha portato via tutto. Siamo fuggiti all’improvviso, con addosso solo i vestiti che indossavamo. Qui non ci sono le bombe, ma non c’è nemmeno cibo. Stiamo letteralmente morendo di fame.” A parlare è Nadia, una rifugiata sudanese arrivata a Renk, in Sud Sudan, insieme al figlio di cinque anni, dopo aver perso il marito e altri due figli a causa del conflitto.

Khamis e la sua famiglia, fuggiti dalle violenze in Sudan, in arrivo al centro di transito di Renk, in Sud Sudan. Foto: Peter Caton/Oxfam
Khamis e la sua famiglia, fuggiti dalle violenze in Sudan, in arrivo al centro di transito di Renk, in Sud Sudan. Foto: Peter Caton/Oxfam

Il NOSTRO APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

Gli scontri tra guppi armati sudanesi e sud-sudanesi stanno rendendo la situazione sempre più instabile e pronta a esplodere. – racconta Fati N’Zi-Hassane, direttore di Oxfam in AfricaSenza un cessate il fuoco, c’è il serio il rischio che in poco tempo si verifichi un’escalation regionale, con conseguenze umanitarie catastrofiche”.

Lanciamo un appello urgente alla comunità internazionale: è indispensabile un aumento immediato delle risorse per portare soccorso alla popolazione civile. Allo stesso tempo, chiediamo alle parti in conflitto di attivarsi con ogni mezzo diplomatico possibile per raggiungere un cessate il fuoco duraturo.

Per approfondire questa drammatica emergenza leggi il nostro nuovo report – realizzato in collaborazione con il South Sudan Forum, l’Inter-Agency Working Group for East and Central Africa (IAWG) e il Forum des ONG en Afrique de l’Ouest et Centrale (FONGI). 

SCARICA IL RAPPORTO

 

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