15 Dicembre 2020

Covid-19, un terzo della popolazione mondiale è senza protezione sociale

 

Circa 2,7 miliardi di persone, in 126 paesi a basso e medio reddito, non hanno ricevuto nessuna forma di protezione sociale, di fronte alla crisi economica globale scatenata dalla pandemia.  Mezzo miliardo di persone ha perso il lavoro o è sotto-occupata.

Circa 2,7 miliardi di persone, in 126 paesi a basso e medio reddito, non hanno ricevuto nessuna forma di protezione sociale, di fronte alla crisi economica globale scatenata dalla pandemia.  Mezzo miliardo di persone ha perso il lavoro o è sotto-occupata.

Oltre un terzo della popolazione mondiale non ha ricevuto alcun supporto in termini di protezione sociale, per far fronte alla crisi economica generata dal Covid-19.

È quanto emerge nel nuovo rapporto di Oxfam Un riparo nella tempesta, elaborato in collaborazione con Development Pathways, che analizza le misure di sostegno sociale messe in campo dai governi in 126 paesi a basso e medio reddito per fronteggiare la crisi economica scatenata dalla pandemia, in ambiti come disabilità, disoccupazione, infanzia, terza età.

Disuguaglianza globale: degli 11.800 miliardi di dollari destinati alla protezione sociale, l’83% è stato allocato da 36 paesi ricchi, lo 0,4% in 56 paesi a basso reddito

A livello globale sono stati stanziati 11.700 miliardi di dollari in più quest’anno per affrontare le conseguenze della pandemia, di cui 9.800 miliardi (l’83%) in 36 paesi ricchi, mentre solo 42 miliardi (lo 0,4%) in 59 paesi a basso reddito.

Delle risorse espressamente previste per la protezione sociale, i paesi ricchi hanno circa 695 dollari a persona, diversamente da quelli a basso reddito o emergenti che hanno destinato tra i 28 e i 4 dollari pro-capite. A peggiorare il quadro c’è che i paesi ricchi hanno aumentato solo di 5,8 miliardi di dollari l’aiuto pubblico per la protezione sociale – meno di 5 centesimi per ogni 100 dollari raccolti per contrastare il Covid-19.

Le donne colpite dalla crisi occupazionale sono il doppio degli uomini

È perciò cruciale l’espansione dei programmi di assistenza sociale visto che: mezzo miliardo di persone è disoccupato o sotto occupato ed il numero di donne in questa condizione è il doppio degli uomini; i lavoratori nei paesi a basso reddito hanno perso il 23% delle ore lavorative; le famiglie si indebitano, saltano i pasti, non possono mandare i figli a scuola, vendono i loro beni; le rimesse dei migranti verso le famiglie, che da queste dipendono, sono crollate.

Il rapporto evidenzia inoltre che:

  • nel 41% dei paesi analizzati le misure di protezione sociale consistevano di un’erogazione una tantum, già da tempo esaurita e solo il 13% aveva programmi della durata di più di sei mesi; 8 su 10 paesi non sono riusciti a raggiungere nemmeno metà della popolazione.
  • Alcuni paesi come Sud Africa, Bolivia e Namibia erano meglio attrezzati con programmi di welfare preesistenti alla pandemia. Molti paesi, secondo l’analisi di Oxfam, potrebbero ritrovarsi nella medesima situazione adottando migliori politiche di protezione sociale. Kenya e Indonesia, per esempio, potrebbero ridurre i tassi di povertà rispettivamente del 25 e 31%, investendo l’1,7% dei loro PIL in programmi di assistenza sociale universale.
  • Molti paesi in via di sviluppo hanno messo in campo aiuti non finanziari come la distribuzione di cibo, ma si tratta di misure insufficienti a colmare i buchi nei programmi di lotta alla povertà.

Poter contare su livelli di protezione sociale adeguati non è solo un’ancora di salvezza per i più deboli, ma un diritto di tutti. Allo stesso tempo rappresenta uno dei più efficaci investimenti possibili per ridurre disuguaglianze e povertà. – ha detto Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam – Oggi più che mai è necessario garantire aiuti ai paesi poveri, un sistema di tassazione progressivo e adottare uno spirito concreto di solidarietà internazionale. La disuguaglianza è una caratteristica insita nell’attuale sistema economico globale più che un semplice difetto di progettazione. Il risultato è che milioni di persone allo stremo stanno ricevendo un sollievo temporaneo alla loro condizione, che però non risolve il problema”.

Una crescente emergenza globale, le storie di chi non ce la sta facendo

In questo contesto è quindi sempre più devastante l’impatto della crisi economica causata dalla pandemia, soprattutto nei paesi in via sviluppo, dopo anni di investimenti insufficienti e inefficaci.

Molte testimonianze, nel rapporto pubblicato oggi, dicono quanto impossibile sia affrontare l’attuale situazione per le fasce più vulnerabili della popolazione soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. Sovann Vary, madre single in Cambogia, racconta di aver perso il lavoro di collaboratrice domestica, e aver comprato un tuk-tuk (taxi a 3 ruote) con 5mila dollari presi in un prestito; in assenza di aiuti dallo Stato non riesce più a ripagare il suo debito. Brenda Carolina in Guatemala, come molti altri lavoratori informali non ha più un’occupazione e può contare, per sé e per la propria famiglia, solo su sporadici aiuti alimentari, dopo che gli sono state negate le misure di sostegno previste dal governo.

Ogni giorno sentiamo migliaia di storie come quelle di Vary e Brenda. – continua Bucher – Per rispondere all’emergenza Covid, Oxfam ha già raggiunto 11,3 milioni di persone in tutto il mondo, ma l’aumento dei bisogni in questo momento è esponenziale. C’è ancora tempo per i governi dei paesi in via di sviluppo per un cambio di rotta, in grado di garantire un presente e un futuro dignitosi alle fasce più povere della loro popolazione, mettendo in campo programmi di protezione sociale universale. Allo stesso tempo i paesi più ricchi devono creare le condizioni perché tutto ciò accada, aumentando lo stanziamento di aiuti internazionali e cancellando il debito estero dei paesi poveri”.

Appello per l’istituzione di un Fondo Globale per l’emergenza e per la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo

Oxfam lancia un appello urgente per la creazione di un Fondo globale che sostenga programmi di welfare efficaci nei paesi in via di sviluppo, scongiurando un ulteriore aumento delle disuguaglianze e della povertà globale e gettando le basi per un’economia post-Covid, più giusta e resiliente.

Un obiettivo che può essere raggiunto se i governi impegneranno un ulteriore 2% del loro Pil in programmi di protezione sociale, garantendo un reddito di sicurezza per le categorie più vulnerabili, ossia bambini, anziani, madri sole e persone con disabilità.

Si può sostenere l’appello di Oxfam al G20 per la cancellazione del debito qui.

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