Oxfam Italia, associazione in prima linea contro ogni forma di disuguaglianza, ogni anno attribuisce un riconoscimento pubblico a persone o enti (professionisti della comunicazione, operatori/associazioni) che con il loro lavoro abbiano lasciato un segno, dimostrando che è possibile combattere la disuguaglianza generando un impatto positivo per le comunità, in Italia e nel mondo.
Non sempre gli articoli di giornale possono leggersi per immagini come questo. Una spiaggia per vip come quella di Sabaudia e gli slum dei Sikh che sudano l’anima tra campi e serre per 4/5 euro l’ora, talvolta solo promessi, divisi da una strada dove s’incrociano vacanzieri in bici per tenersi in forma e indiani in bici per tenersi in vita. Eppure gli indiani risultano invisibili ai più, pur essendo visibilissimi a tutti quelli che in realtà non vogliono vederli, soprattutto mentre campano come bestie tra le bestie, contendendosi con loro il cibo, lavandosi con l’acqua delle mucche. Un inferno di schiavi e disuguaglianza sociale che conta 18.000 lavoratori in 7.000 aziende agricole a 1 km e mezzo dagli aperitivi sul lungomare. Un familismo amorale che coinvolge avvocati, commercialisti, medici, farmacisti e amici degli amici, sul quale le luci dei racconti devono accendersi, e un immenso falò di diritti umani che, una volta per tutte, nessuno escluso abbiamo il dovere di spegnere.
Goffredo Buccini
Goffredo Buccini, editorialista e inviato del Corriere della Sera. Ha scritto tre romanzi: Il Canone a Tre Voci (Frassinelli 2000, Sperling 2002), Orapronò (Frassinelli 2002), La Fabbrica delle Donne (Mondadori 2008, Premio Biella 2009). E sette saggi: O mia bedda Madonnina (Rizzoli 1993, con Peter Gomez), L’Italia Quaggiù (Laterza 2013), Governatori (Marsilio, aprile 2015), Ghetti (Solferino 2019), Italiani e no (Solferino 2021), Il tempo delle mani pulite (Laterza 2021, Corriere della Sera 2022), La Repubblica sotto processo (Laterza 2024, premio Bordin 2024).
K. è arrivata dal Bangladesh, vive in Italia, cresce un figlio con il suo lavoro, solo che mentre lui va a scuola e parla un ottimo italiano, quello di K. scappa via di qua e di là, tra parole tutte sue e altre difficili da assorbire o capire. Ha davanti a sé una vera sfida: prendere la patente di guida. Ad attenderla è rimasto l’ultimo ostacolo, il più complicato tra i tanti: l’esame di pratica. L’amico video maker Tommaso Vezzosi l’aiuta con le ultime 10 lezioni di guida aggiuntive, nei 10 giorni che precedono la prova tra le 6 e le 7 del mattino. Francesco Faralli è alle riprese e ne nasce il docu-racconto Patente K.
K. è tanto piccola, sorridente e ansiosa, quanto l’esame è grosso, arcigno, sicuro di sé e delle sue parole d’ordine. Il parcheggio a marcia indietro, a S o a L su tutte, come per tutti. Ma forse per lei, che pure aspira a un parcheggio di vita, sono un po’ più ostiche di quanto non lo siano per tutti noi. Ce la farà tra timori, fatalità e rotazioni del volante? Deve farcela! Ce l’ha poi fatta, e non resta che augurarci che altre possano farcela.
K.
Classe 1995, studi universitari in economia e contabilità, oggi vive in Italia con suo figlio, lavora e continua a studiare per diventare una mediatrice culturale.
Francesco Faralli
Classe 1976, diploma all’Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell’Immagine de L’Aquila. Regista pluripremiato per gli spot Corecom Toscana e Raccorti Sociali. Premio della Royal Photographic Society in Inghilterra al festival DEPICT! nel 2018, Best Music Video al Southampton International Film Festival del 2017, Best Music Video all’Apex Short Film Festival 2019, Premio Albero Manzi come miglior audiovisivo didattico nel 2009.
Tommaso Paolo Vezzosi
Classe 1981, studi in Industrial Design e laurea in Relazioni Internazionali presso l’Università di Bologna. Dal 2017 con Chiara Pancino è il direttore creativo di Flooida, collettivo di designer e professionisti della comunicazione orientato alla sperimentazione multimediale e multicanale in spazi fisici e digitali. Collabora con l’Istituto Universitario Sophia e con GRIOT (Gruppo Ricerca Imprese Opere Testi) del movimento internazionale Economy of Francesco.
Il valore di un’emozione può generare emozioni, che generano altre emozioni. La Scuola Fatoma è nata nel nome di Tomas-Fatoma, un giovane bracciante ghanese, tra i protagonisti del documentario One day One day, dedicato alle condizioni disumane del ghetto di Borgo Mezzanone, a 45 km da Manfredonia (FG). Prima di morire in un incidente stradale mentre tornava a casa in bicicletta, Tomas fece in tempo a lasciare appunto un’emozione: “La vità è capire. L’amore è capire. Se non ci capiamo a vicenda come fa a esserci l’amore? L’amore non arriverà”. Anche da qui il 23 settembre 2023 è nata la scuola: corsi d’italiano, rianimazione, cucina, arte, calcio, nuoto, addirittura equitazione, inizialmente pensando ai braccianti che abitano nella baraccopoli, poi rendendosi conto l’avventura avrebbe potuto aiutare tutti e tutti insieme. Al punto che gli italiani della borgata oggi dicono ai suoi fondatori: “Avete fatto una cosa bella. Avete messo in moto una borgata che era quasi morta. Avete delle facce da paraculo, però avete un cuore grandissimo.” E un altro anno scolastico è appena cominciato!
Fatoma Yaiw
Fatoma Yaiw è un’associazione culturale nata dall’esigenza di abbattere barriere linguistiche e culturali a Borgo Mezzanone. La missione? Fornire corsi di italiano e di integrazione sociale a chi, pur vivendo in Italia da anni, non ha ancora gli strumenti per comprendere appieno la lingua e la cultura del paese. L’ispirazione è giunta dal documentario “One Day, One Day“, che racconta la vita quotidiana a Borgo Mezzanone. La scomparsa tragica di Fatoma, uno dei protagonisti del film che stava apprendendo l’italiano, ha spinto a realizzare un sogno: aprire una scuola in suo onore. E così è nata Scuola Fatoma, la prima scuola di italiano per migranti di Borgo Mezzanone, con un team formato da due insegnanti Irma, Antonella e un mediaore culturale Omar, affiancati da Maddalena, la project manager, e supportati dal team di A THING BY. La scuola beneficia anche dell’aiuto di Magdalena della CGIL e degli incassi di One Day One Day, oltre al sostegno di oltre 1.000 donatori.
Se a oggi l’associazione Seconda Chance ha creato le condizioni perché 250 detenuti ottenessero una seconda occasione di vita, grazie a un lavoro e a tutto quello che può conseguirne, lo si deve certo anche all’art 27 della nostra Costituzione e a un paio di leggi che danno concretamente una mano, ma soprattutto all’infaticabile impegno di una donna, la giornalista Flavia Filippi, che nel giro di pochi anni ha tessuto migliaia di contatti tra carceri e aziende a vantaggio dei tanti che “finiscono in detenzione per motivi lontani dalla delinquenza e smettono d’immaginare un futuro”. Mentre la realtà dimostra che un futuro può esserci, proprio a partire da chi ha smesso d’immaginarlo. Un futuro che è alla portata di volontà che devono solo incontrarsi, superando pregiudizi e diffidenze.
Seconda Chance è un’associazione del Terzo Settore nata due anni e mezzo fa, una struttura con almeno un referente in ogni regione che cerca ininterrottamente, in tutta Italia e con ogni mezzo, compreso il “porta a porta”, imprenditori disponibili ad andare in carcere per valutare manodopera e per portare formazione, sport, attività ricreative. Una sfida inimmaginabile per energie profuse e risultati ottenuti. Oltre 360 offerte di lavoro procurate, adesione di aziende di ogni ordine e grado o importanti realtà istituzionali e produttive: dal Vaticano a Terna, a Nestlè, a Illy Caffè, a Fiege Logistics, a McDonald’s, all’Istituto Superiore di Sanità, a Conad Nord Ovest, a Gruppo Bosch, ad ANCE, ad Acqua Vera, a Lottomatica, a Gruppo Palombini, a Gruppo Marchesini, a Cookery, ad Autostrade per l’Italia, a Fipe Confcommercio, ad Arcaplanet, a Gruppo Cremonini, a Nespresso… e molto altro bolle in pentola (https://secondachance.net/)
In una casa si arriva, da una casa si riparte. In una casa si costruisce, o si ricostruisce, una vita. Ad averla una casa. Homes4All è nata per contrastare l’emergenza abitativa che fa perdere la casa a chi l’aveva o non ne offre una a chi non può permettersela ai prezzi di mercato, a chi è temporaneamente in difficoltà e potrebbe precipitare in estrema povertà, grazie a risorse proprie e di privati interessati a investire nel campo dell’immobiliare sociale. Ha dimostrato con fatti e mattoni che è possibile creare una concreta alternativa alla gestione pubblica, e non solo, del problema dell’abitare, rigenerando, perché a volte non basta il solo ristrutturare!, immobili moribondi o abbandonati, nonché approcci psicologici, contesti urbani e tessuti sociali. Il premio vuole essere un riconoscimento per come Homes4All ha operato a Torino, e un incoraggiamento per l’espansione in atto della sua attività, che mira in futuro a crescere a livello nazionale.
Homes4All
Homes4All è una startup innovativa società benefit BCorp ad alto impatto sociale che riduce l’emergenza abitativa favorendo la rigenerazione urbana grazie alla sua rete di investitori privati sensibili a logiche di sostenibilità.
La nostra attività si esplica nell’acquisizione, ristrutturazione e gestione di immobili a fini sociali provenienti dal bacino delle proprietà non performative sia all’interno della Città di Torino che a livello nazionale.
In questo modo realizziamo un ecosistema nel quale le famiglie bisognose trovano case dignitose e accessibili e gli investitori realizzano investimenti etici e remunerativi.
Homes4All interviene direttamente sul territorio concentrando l’attenzione su aree specifiche della città con elevato potenziale di riqualificazione, attivando così processi di rigenerazione urbana e innovazione sociale.
Nel 2015, nella Casa Famiglia Caritas di Montevarchi nasce il progetto di un gruppo di giovani che aiutano le persone accolte. Per attuarlo, creano un’associazione di volontariato che raccoglie e vende più di 2400 capi usati di abbigliamento ancora in ottimo stato, rivendendoli in temporary shop e su eBay. Negli anni l’attività attira a sua volta altri giovani e nuove competenze che la trasformano in Clothest, una piattaforma e-commerce no profit di abiti e accessori second-hand di alta moda che va ottenendo ottimi risultati. Ora si propone non solo di finanziare la Casa, ma di ampliare l’impatto sociale del lavoro svolto, includendo nell’attività le stesse persone accolte nella Casa Famiglia. Ci sono voluti quasi 10 anni d’impegno e lavoro, di testa e di cuore, ma Clothest si appresta a chiudere un circolo virtuoso e solidale, facendo impresa dentro e con una comunità.
Promotore della moda circolare, Clothest raccoglie e vende abiti usati di brand del lusso per finanziare i progetti di assistenza della Casa Famiglia Caritas di Montevarchi che aiuta circa 200 persone all’anno, con ospitalità per 40 persone, mista tra residenze stazionarie e temporanee. Acquistando abiti usati ma in ottime condizioni sulla piattaforma di e-commerce, chi fa un acquisto con Clothest contribuisce a ridurre l’impatto ambientale della moda e assistere individui in difficoltà. Il progetto inizia nel 2015 e in poco tempo ha raccolto più di 2.400 capi usati ancora in ottimo stato, rivendendoli in temporary shop e su eBay. A cosa punta Clothest nel futuro? Ampliare il proprio impatto sociale, includendo nell’organico lavorativo le stesse persone svantaggiate accolte nella Casa Famiglia. https://www.clothest.it/
Iabicus e Oxfam con questo premio hanno voluto identificare nella campagna Close The Gap di Coop un modello di riferimento, esemplare, per significare l’impegno sociale di chi sta sul mercato per produrre impatto e cambiamento. E siccome dietro ogni attività di comunicazione, vicino a chi scrive c’anche chi decide, questa prima edizione del premio vuole riconoscere a Sara Taschera, direttrice della comunicazione un ringraziamento speciale per il lavoro che viene svolto da lei e da tutto il team ogni giorno sui temi che ci stanno più a cuore.
Sara Taschera
Dopo 20 anni di esperienza in Strategic Planning e Branding nei principali network internazionali di Comunicazione – fra i quali Ogilvy, Leo Burnett e Havas – durante i quali ha avuto modo di lavorare su progetti molto articolati per molti brand del largo consumo e non solo (Nestlè, Ferrero, Parmalat, Campari ma anche ING Direct, Sole 24 Ore, Natuzzi, Citroën), nel gennaio del 2022 è entrata in Coop Italia per gestire la Direzione Comunicazione. In quanto responsabile del reparto, si occupo dello sviluppo e della gestione del piano di comunicazione dell’insegna a livello nazionale nonché di tutte le campagne mirate a veicolare l’impegno del brand sul fronte commerciale e istituzionale.
Close the Gap
Alla fine del 2023, il governo decide di rialzare l’IVA sugli assorbenti – dopo che a inizio anno aveva invece deliberato di abbassarla al 5%. Confermata la delibera, Coop decide, insieme a Onde Rosa, di rilanciare la petizione “Il ciclo non è un lusso”, sostenuta già nel 2021, per tornare a chiedere l’abbassamento dell’Iva. Ma decide anche di impegnarsi attivamente sui propri punti vendita, “neutralizzando” l’aumento e simulando quindi, sugli assorbenti a marchio, l’IVA al 5%. Per comunicare la sua presa di posizione, Coop esce a gennaio su tutti i principali quotidiani nazionali con una nuova campagna “La tassa di essere donna” che, semplicemente, dice le cose per come stanno. Poco dopo, Coop sceglie di chiamare a raccolta i suoi partner storici e insieme a loro figure illustri del panorama sociale ed economico nazionale, per chiedere di sottoscrivere la petizione mettendoci, letteralmente, la firma. In occasione dell’8 marzo, la campagna esce di nuovo, questa volta sottoscritta dai 45 nomi e cognomi di chi ha scelto di rispondere alla chiamata, nella convinzione che per andare avanti nessun passo indietro possa essere accettabile e che per dirlo forte serva un coro a molte voci, come molte sono le firme raccolte ad oggi: oltre 773.000.
Oxfam è un movimento globale di persone che combattono la disuguaglianza per vincere la povertà. Salviamo e ricostruiamo le vite nelle emergenze, promuoviamo lo sviluppo sostenibile e ci battiamo per costruire un futuro senza ingiustizie in cui tutti, ovunque, abbiano garantiti i propri diritti essenziali e in cui nessuno sia lasciato indietro.