Proteggere le comunità, le organizzazioni partner e i propri operatori da qualsiasi forma di comportamento inadeguato e abuso, anche nei contesti più poveri e vulnerabili del pianeta; cambiare la cultura lavorativa e migliorare le politiche e pratiche di salvaguardia in tutta la confederazione. Con queste finalità Oxfam ha nominato una Commissione indipendente a marzo 2018, dopo lo scandalo dei casi di abuso di alcuni operatori dell’affiliata britannica nel 2011 ad Haiti. Presieduta dall’ex sottosegretario generale della Nazioni Unite Zainab Bangura e composta da alcuni dei più autorevoli esponenti per la difesa dei diritti delle donne a livello mondiale, ha ricevuto mandato di indagare a largo spettro, parlando con lo staff, viaggiando nelle aree più difficili di intervento umanitario, scavando in profondità in ogni zona d’ombra.
Oxfam Italia e il piano d’azione nazionale
Pur non avendo mai riscontrato casi di abuso, molestia o sfruttamento sessuale nel proprio operato Oxfam Italia ha partecipato con convinzione al processo di cambiamento e miglioramento delle politiche di salvaguardia.
È da subito intervenuta con un Piano di azione nazionale per rendere sempre più efficace la prevenzione di qualsiasi forma di comportamento inappropriato in tutti i contesti in cui interviene, supportando con formazione e strumenti i propri operatori impegnati nei contesti più difficili del mondo, dove la vita dei più deboli, donne e minori, è spesso minacciata
A un anno dall’inizio delle sue attività, il rapporto finale della Commissione viene pubblicato oggi e Oxfam ne accoglie convintamente tutte le principali raccomandazioni. Ne emerge un quadro diversificato e complesso in cui permangono ambiti di criticità su cui “Oxfam è intervenuta e continua a intervenire, impegnata in un autentico cambiamento – si legge nel rapporto – Con la determinazione di raggiungere una trasparenza capace di proteggere le persone per cui lavora. Trasparenza che in futuro potrà rendere Oxfam leader del cambiamento nel settore umanitario.”
Da interviste e incontri effettuati con lo staff di 5 affiliate su 19 emergono criticità relative a una serie di questioni che vanno dal comportamento inadeguato di manager e personale in generale, debolezza nell’adozione di pratiche e politiche di salvaguardia, scarsa trasparenza, difficoltà a conciliare la vita privata con quella lavorativa, episodi di abuso di potere, senso di frustrazione in alcuni membri dello staff.
“Ne risulta un quadro che, seppur parziale, offre indizi significativi di criticità che reclamano la nostra azione immediata per un rinnovamento culturale ispirato a principi di pari dignità e opportunità che metta al centro le vittime. – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale d Oxfam Italia – Oxfam ha intrapreso un percorso molto serio ma anche di immane portata, considerando che conta 3.000 partner, oltre 20 milioni di beneficiari che cambiano costantemente, 50.000 tra volontari e stagisti, 10.000 operatori. Arrivare a tutti è un lavoro fondamentale ma un’operazione che richiede tempo e risorse.”
Oxfam Italia è tra le affiliate visitate dalla Commissione, che non ha riscontrato nessun caso di comportamento inappropriato o forme di abuso di potere tra i membri del suo staff. Un generale apprezzamento è stato espresso verso le attività del Piano nazionale relative all’ascolto e coinvolgimento di stakeholder, quali donatori istituzionali, aziende, volontari, giornalisti, organizzazioni e altri partner della società civile, constatando un clima di fiducia dello staff italiano nel sistema di salvaguardia e nel percorso di trasformazione culturale.
La Commissione indipendente segnala casi di abuso sessuale e di prevaricazione, denunciate dalle comunità beneficiarie incontrate in tre aree del mondo colpite da crisi l’anno scorso. L’indagine ha riguardato non solo Oxfam, ma anche diverse agenzie internazionali impegnate nella risposta umanitaria.
“Nessuna accusa di abuso o sfruttamento sessuale denunciata è ascrivibile al personale di Oxfam Italia– ha aggiunto Barbieri – Se da un lato siamo sollevati, dall’altro sentiamo di dover agire senza risparmio di energie proprio nei paesi colpiti dalle più gravi emergenze del nostro tempo, per assicurare che chi ha già subito l’ingiustizia di guerre e fame, non sia vittima ulteriore di sopraffazioni esecrabili. Molestie o abuso sono i casi più gravi di condotta inadeguata che vogliamo prevenire in ogni contesto anche in quelli più complicati come i campi con decine di migliaia di rifugiati. Abbiamo un codice di condotta molto rigoroso che tutti gli operatori devono sottoscrivere all’atto dell’assunzione, un sistema di reporting, un canale di whistleblowing e una precisa definizione dei comportamenti inappropriati. E questo riguarda non solo Oxfam, ma organizzazioni partner, beneficiari, contractor esterni.”
Mentre la Commissione era al lavoro si è ritenuto utile avviare un sondaggio con le 10.000 persone che lavorano per Oxfam. Il dato incoraggiante è che l’80% dei 4.000 che hanno partecipato, non ha alcun timore di denunciare comportamenti scorretti. Un segnale di fiducia verso il sistema di salvaguardia contro gli abusi per altro molto rafforzato nell’ultimo anno e mezzo
Oltre al lavoro svolto negli ultimi 18 mesi secondo il Piano di azione globale in 10 punti – Oxfam annuncia oggi di voler dare impulso a nuove iniziative per un cambiamento della cultura lavorativa e un miglioramento delle pratiche e politiche di salvaguardia:
- stanziamento di 550.000 euro per rafforzare il sistema di salvaguardia delle organizzazioni locali che lavorano in prima linea nei paesi del sud del mondo;
- aumento delle capacità di salvaguardia in 13 delle aree a più alto rischio a beneficio delle comunità e dell’intero settore umanitario;
- nomina di un Chief Ethics Officer che monitora il rispetto dei valori e degli standard etici di cui Oxfam è portatrice;
- nomina di un Global Culture Lead che guidi la confederazione attraverso una trasformazione culturale fondata su principi di genere e di inclusione delle vittime.