In Turchia si contano oltre 15 milioni di persone colpite con quasi 2 milioni di sfollati, che in molti casi vivono all’aperto o in rifugi senza acqua pulita e beni di prima necessità. Madri costrette a partorire in tenda senza assistenza medica
Ad Aleppo oltre 180 mila sopravvissuti sono allo stremo
A 1 mese esatto dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria, causando oltre 45 mila vittime, la situazione per milioni di sfollati resta disperata, mentre gli aiuti e il sostegno internazionale si stanno riducendo drasticamente, nonostante i bisogni restino enormi.
È l’allarme lanciato oggi da Oxfam al lavoro per fronteggiare l’emergenza umanitaria nei due Paesi, mentre nelle zone più colpite dal sisma in Turchia in questo momento centinaia di migliaia di famiglie si trovano ancora in rifugi improvvisati per restare vicino alle proprie abitazioni andate distrutte, senza aver accesso ad acqua pulita e servizi igienici di base, al freddo e con pochissimo cibo.
Un’emergenza che colpisce per primi donne e bambini. Basti pensare che i team di Oxfam, al lavoro sul campo, hanno incontrato donne costrette a partorire in tenda senza assistenza medica anche a distanza di giorni e giorni.
Il quadro dell’emergenza in Turchia: oltre 400 mila gli edifici distrutti
Complessivamente nel Paese il terremoto ha stravolto la vita di oltre 15 milioni di persone nelle 11 province colpite e quasi 2 milioni di persone sono state evacuate con l’aiuto del Governo o con mezzi propri; oltre 400 mila edifici sono stati distrutti o danneggiati, di cui 270 mila solo nelle province di Hatay e Kahramanmaras.
Nel frattempo mancano strutture e abitazioni sicure per offrire un riparo a chi ha lasciato la propria città, e in tantissimi vivono all’aperto con la paura di rientrare nelle proprie abitazioni a causa delle continue scosse di assestamento che continuano a danneggiare edifici e infrastrutture essenziali.
Resta inoltre gravissima la situazione per migliaia di rifugiati siriani, che avevano trovato salvezza in molte aree colpite dal sisma in Turchia dalla guerra iniziata 12 anni fa.
In Siria le situazioni più gravi ad Aleppo e Idleb
In Siria si contano ad oggi quasi 9 milioni di persone colpite dal terremoto in 43 distretti di 10 governatorati, di cui oltre 4,2 milioni di persone ad Aleppo e quasi 3 milioni ad Idleb. Il sisma nel Paese ha distrutto o danneggiato gravemente infrastrutture essenziali e circa 8.900 edifici, tra cui 660 scuole.
Solo ad Aleppo, dove sono stati gravemente danneggiati gli edifici di 11 tra i quartieri più poveri, oltre 180 mila sfollati sono allo stremo in rifugi e tendopoli sovraffollate o improvvisate con pochissimi beni di prima necessità, mentre oltre 200 mila persone a Lattakia e Tartous, sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Il Governo ha dichiarato Aleppo, Lattakia, Idleb e Hama zone disastrate.
La risposta di Oxfam in Turchia e Siria
Oxfam sta intervenendo In Turchia in collaborazione con una rete di cooperative femminili e volontari, in coordinamento con le autorità pubbliche, per accelerare l’allestimento di campi e rifugi adeguati, riparando le infrastrutture idriche necessarie; portando beni di prima necessità, cibo, coperte, acqua pulita e kit igienici agli sfollati. Con l’obiettivo di soccorrere 1 milione di persone, anche sostenendo la ripresa delle attività economiche.
Anche in Siria, ad Aleppo, i team di Oxfam sono al lavoro per portare beni di prima necessità, soprattutto acqua pulita e kit igienico sanitari a oltre 26 mila sfollati; si sta inoltre lavorando per verificare la sicurezza di centinaia di edifici e riparare le infrastrutture idriche che servono migliaia di persone. Qui Oxfam vuole portare aiuto a 300 mila siriani nei prossimi 6 mesi.
Si può sostenere la risposta di Oxfam su oxfam.it/terremoto-turchia-siria