16 Ottobre 2024

UN ANNO DI AIUTO UMANITARIO A GAZA

 

Siamo qui, e continueremo ad esserci.

Dopo oltre 16 anni di blocco della Striscia di Gaza e 56 anni di occupazione militare, la guerra scatenata da Israele in risposta ai terribili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 ha creato una catastrofe umanitaria senza precedenti. Da quel giorno, Gaza è diventata sinonimo di sopravvivenza disperata. Oltre 2 milioni di persone, intrappolate in una piccola striscia di terra, lottano per soddisfare i bisogni fondamentali. Ogni giorno, ogni ora è lotta per la vita.

Dal primo momento, abbiamo mobilitato ogni risorsa, ogni mano amica. Abbiamo lavorato giorno e notte, con i nostri partner locali, per distribuire cibo, acqua, denaro, ripristinare impianti idrici e servizi igienico-sanitari e garantire protezione alla popolazione. Dopo dodici lunghi mesi, siamo riusciti a supportare più di 770 mila persone.

LA PORTATA DELLA TRAGEDIA

La crisi umanitaria che affligge la regione ha causato conseguenze devastanti su più fronti, colpendo duramente la popolazione civile e le infrastrutture. I numeri che seguono offrono uno sguardo sulla portata di questa tragedia, evidenziando la gravità della situazione in cui si trovano milioni di persone, prive di sicurezza e di servizi essenziali.

  • 1,9 milioni di persone sono sfollate, spesso costrette a vivere in campi sovraffollati o in alloggi di fortuna, esposte alle intemperie, alla fame e alle malattie
  • Oltre 40 mila persone hanno perso la vita
  • Oltre 370 mila abitazioni sono state danneggiate, di cui 79 mila completamente distrutte
  • Circa il 68% dei terreni coltivati e delle strade hanno subito gravi danni
  • Solo 17 ospedali su 36 sono parzialmente funzionanti
Gli edifici bombardati da un attacco aereo israeliano a Rafah, avvenuto a metà febbraio 2024, hanno subito un pesante attacco da parte dell'esercito israeliano, in cui circa 100 palestinesi sono stati uccisi in una sola notte. Foto: Alef Multimedia/Oxfam
Gli edifici bombardati da un attacco aereo israeliano a Rafah, avvenuto a metà febbraio 2024, hanno subito un pesante attacco da parte dell’esercito israeliano, in cui circa 100 palestinesi sono stati uccisi in una sola notte. Foto: Alef Multimedia/Oxfam

ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO SANITARI

Le operazioni militari israeliane hanno pesantemente danneggiato o distrutto i sistemi idrici e fognari; la mancanza di acqua potabile, l’accumulo di rifiuti e la presenza di acque reflue negli accampamenti sovraffollati hanno facilitato il diffondersi di numerose malattie potenzialmente mortali, come l’epatite o la poliomielite. Abbiamo garantito a oltre mezzo milione di persone acqua pulita e servizi igienico sanitari, lavorando per ripristinare le reti idriche e il sistema fognario.

  • A Gaza City, nella zona centrale della Striscia, a Khan Younis e a Rafah, abbiamo distribuito acqua potabile a 150 mila persone.
  • Cinque impianti di desalinizzazione, alimentati ad energia solare hanno trasformato l’acqua salata in acqua potabile garantendo tre litri d’acqua al giorno a 48 mila persone
  • Abbiamo riabilitato 15 reti idriche danneggiate a Gaza City, nella zona centrale e a Khan Younis, permettendo a oltre 300 mila persone di accedere nuovamente ad acqua pulita.
  • Inoltre, le reti fognarie danneggiate in 23 località sono state ripristinate, migliorando le condizioni igieniche per oltre 140 mila persone.
  • Infine, la costruzione di latrine e lavabi sicuri ha permesso a oltre 27 mila sfollati di avere accesso a servizi igienico-sanitari adeguati.
Wafa attinge dell’acqua a una cisterna installata da Oxfam nel campo di Al-Mawasi, in cui si sono rifugiate migliaia di persone. Foto: Alef Multimedia/Oxfam
Wafa attinge dell’acqua a una cisterna installata da Oxfam nel campo di Al-Mawasi, in cui si sono rifugiate migliaia di persone. Foto: Alef Multimedia/Oxfam

CIBO E BENI DI PRIMA NECESSITÀ

Dopo nove mesi di conflitto, il 96% della popolazione di Gaza era ormai sull’orlo della carestia: 2,15 milioni di persone soffrivano di malnutrizione acuta. Questo dato preoccupante emerge dal rapporto sulla Classificazione Integrata delle Fasi della Sicurezza Alimentare (IPC), pubblicato a fine giugno 2024.

La devastazione dei terreni agricoli, la distruzione delle vie di comunicazione e la perdita delle principali fonti di reddito, aggravate dalle severe restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari, hanno spinto la popolazione di Gaza verso una condizione di fame estrema. Nei mercati di Gaza City e nel nord della Striscia, verdure fresche, frutta e fonti proteiche come carne e pollame sono quasi del tutto assenti, mentre i prezzi dei pochi alimenti disponibili, come i cibi in scatola, sono diventati proibitivi.

Abbiamo fornito aiuti alimentari essenziali e mezzi di sussistenza a oltre 300 mila persone.

  • Abbiamo distribuito 18 mila pacchi alimentari contenenti beni non deperibili e pronti al consumo, fornendo supporto a oltre 90 mila persone
  • Abbiamo inoltre consegnato 31 mila cesti di ortaggi freschi, a beneficio di oltre 180 mila persone
  • Infine, 300 agricoltori delle aree di Khan Younis e Deir el Balah hanno ricevuto attrezzature e fertilizzanti per favorire la produzione agricola locale
La consegna di pacchi di cibo in una comunità a Nord di Gaza. Foto: Jomana Elkhalili /Oxfam
La consegna di pacchi di cibo in una comunità a Nord di Gaza. Foto: Jomana Elkhalili /Oxfam

PROTEZIONE PER LE PERSONE PIÙ VULNERABILI

Abbiamo fornito assistenza e protezione alle persone più vulnerabili, come donne, ragazze e persone con disabilità, raggiungendo oltre 56 mila persone.

  • A Rafah, 227 persone con disabilità hanno ricevuto dispositivi di assistenza, e 335 persone con esigenze di salute specifiche hanno potuto avere accesso a strumentazione medica;
  • Oltre 5 mila ragazze e adolescenti nel Sud di Gaza hanno ricevuto supporto psicologico e sociale;
  • Oltre 12 mila donne, ragazze e neomamme hanno ricevuto kit contenenti indumenti e articoli per l’igiene personale e la cura di sé.

Le restrizioni imposte dal governo israeliano hanno reso ogni passo più difficile. I valichi sono stati chiusi, gli aiuti bloccati, i convogli umanitari colpiti. Gaza è diventata il luogo più pericoloso al mondo per chi lavora per la vita, per chi lavora per l’umanità. Nonostante le avversità noi siamo qui. E continueremo a esserci.

GLI STATI DEVONO AGIRE CON DECISIONE

Gli Stati devono intraprendere tutte le misure necessarie per fermare queste atrocità. È fondamentale permettere l’accesso pieno e sicuro all’assistenza umanitaria, evitando che i Palestinesi vengano ulteriormente sfollati con la forza.

Gli Stati devono interrompere la vendita di armi e qualsiasi altra forma di supporto militare che alimenti il rischio di genocidio e crimini di guerra. Devono rispettare le misure già imposte dalla Corte Internazionale di Giustizia e garantire che la legge internazionale venga applicata senza esitazioni.

È TEMPO DI SOSTENERE L’AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE

Oggi, più che mai, serve uno sforzo internazionale senza precedenti per costruire un futuro di pace. Un futuro che garantisca dignità, sicurezza, giustizia e prosperità, per palestinesi e israeliani allo stesso modo. Perché solo con la giustizia possiamo sperare in una pace duratura. La comunità internazionale deve anche lavorare verso una soluzione politica definitiva.

Questo significa:

  • fermare l’espansione di Israele nei Territori Palestinesi Occupati
  • smantellare gli insediamenti illegali
  • porre fine all’occupazione militare
  • revocare il blocco su Gaza
  • rimuovere le restrizioni che impediscono all’economia palestinese di prosperare.

È tempo di sostenere l’autodeterminazione del popolo palestinese, consentendo loro pieno accesso ai meccanismi legali e ai forum internazionali.

IL NOSTRO IMPEGNO

Abbiamo sensibilizzato l’opinione pubblica e i governi sull’urgenza di proteggere i civili e di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario, chiedendo un cessate il fuoco permanente e una soluzione politica che assicuri pace e libertà sia per israeliani che per palestinesi.

In questo contesto, abbiamo consegnato alla Farnesina oltre 100.000 firme raccolte in tutta Italia, espressione della volontà dei cittadini italiani, che chiedono al Governo e alla comunità internazionale di agire con urgenza per ottenere un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e fermare l’invio di armi a Israele, spesso utilizzate per colpire civili e infrastrutture vitali.

Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili ORA

FIRMA LA PETIZIONE

 

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