3 Settembre 2015

Un colpo al cuore dell’Europa

 
Basta tragedie nel Mediterraneo

La foto del bambino tragicamente morto sulla spiaggia della Turchia, fuggito con i genitori e il fratellino dalla guerra in Siria, ha prepotentemente catturato l’attenzione dei media, e scosso le coscienze di tutti. Ma l’indignazione, l’angoscia e anche la rabbia di fronte a una morte tanto assurda sono del tutto insufficienti se non vengono seguite da azioni concrete, le sole che permettano di salvare la vita e dare speranza di futuro alle migliaia di bambini e bambine che in questo momento sono pronti a imbarcarsi con le loro famiglie. Bambini che noi non vediamo, ma che sappiamo esistono e che, soprattutto, possiamo ancora salvare.


E’ necessario, urgente e vitale che l’Europa tutta si impegni con coraggio e forza in questa impresa. E’ necessario che vengano aperti e tutelati canali sicuri perché i migranti possano raggiungere l’Europa e chiedere asilo da guerre, fame e carestia. Che trovino accoglienza e riparo e che abbiano, come tutti noi, la possibilità di dare un futuro sicuro a se stessi e ai loro figli.


Perché è questo che i genitori di quei bambini cercano. Ed è questo che cerca ciascuno di noi. Riteniamo infatti imprescindibile che ognuno di noi, ovunque si trovi, abbia il diritto a costruirsi una vita dignitosa e a un futuro, a prescindere dal luogo della propria nascita o dall’estrazione sociale da cui proviene.  Perché quei bambini divengano a tutti i diritti i nuovi cittadini di domani.


Aylan era un curdo, curdo come la popolazione che più sta resistendo all’avanzata dell’Isis, difendendo e portando avanti i valori della nostra cara, vecchia Europa di fronte alla barbarie, alla violenza e alla morte. Quegli stessi valori che la stessa Europa si sta dimenticando. Con la sua morte, paradossalmente, Aylan sembra aver dato la sveglia ai nostri governi perché si prendano in carico le sorti e le speranze dei suoi futuri cittadini.
Oxfam si impegna fornendo ai migranti assistenza e accoglienza, servizi di base e assistenza psicologica e legale. Stiamo lavorando anche perché abbiano un ambiente più sicuro nei loro paesi d’origine.


Anche la Direttrice Esecutiva di Oxfam International Winnie Byanyima è intervenuta in questi giorni sul tema, scrivendo un articolo per Al Jazeera che potete leggere qui
La sua testimonianza è preziosa, essendosi anche lei ritrovata in passato a dover fuggire insieme alla sua famiglia dal proprio paese, l’Uganda, a causa della brutale dittatura di Idi Amin e riuscendo poi a costruirsi una nuova vita nel Regno Unito.
E’ scandaloso e inaccettabile che ci siano voluti così tanti morti perché ci fosse un risveglio delle coscienze. Alla base di questa negligenza c’è una sensazione di paura che possiamo riassumere nella domanda: “Cosa comporterà la presenza di questi migranti per la nostra comunità? Chi sono queste persone?” Sono sentimenti forti, ma fuori luogo”, afferma Byanima, che continua “è giusto dire che dobbiamo portare pace e sicurezza nei paesi di origine dei migranti, ma usare questo argomento per non accoglierli è vigliaccheria”.


Non abbiamo salvato Aylan. Ma siamo ancora in tempo perché una tragedia simile non si ripeta.


Aiutaci dare una speranza a chi fugge da guerra e fame.

Dona ora su https://www.oxfamitalia.org/sostienici/

Condividi l’articolo:
oxfam facebook oxfam Twitter oxfam Linkedin

Articoli correlati