Farida Bena, portavoce di Oxfam Italia, risponde così alle dichiarazioni del Ministro dell’ambiente italiano, l’on. Prestigiacomo: “Il ministro Prestigiacomo ha dichiarato ieri a Cancun che l’Italia “ha fatto il suo dovere, onorando gli impegni per il 2010 con 210 milioni di euro, ben 10 milioni in più rispetto a quanto promesso”. In realtà, il rapporto dell’Unione Europea presentato a Cancun mostra che i progetti per il clima finanziati dall’Italia ammontano a 156,87 milioni di euro. Spetta ora al governo italiano spiegare quali progetti sono stati finanziati con i 54 milioni di euro in più, dimostrando così che i fondi sono reali e che le parole del ministro rispondono al vero. In realtà, la somma spesa dall’Italia nel 2010 rischia di essere inferiore a quanto dichiarato dal ministro. Ciò perché, probabilmente, non tutte le risorse menzionate nel rapporto sono state spese nel 2010, ma finanzieranno i progetti per il clima anche nei prossimi anni. Inoltre, l’Italia potrebbe aver incluso nel calcolo anche i prestiti ai paesi in via di sviluppo che devono essere restituiti.
Il ministro Prestigiacomo ha poi dichiarato che l’Italia “ha già assicurato l’impegno anche per il 2011”. Siamo soddisfatti di sapere che l’impegno per il 2011 è mantenuto e che una copertura adeguata è prevista nella prossima legge di stabilità. Per dare credibilità all’annuncio, chiediamo al ministro di spiegare come sono stati trovati gli oltre 200 milioni di euro necessari per l’anno prossimo, visti i tagli al bilancio del ministero degli Affari Esteri e a quello del ministero dell’Ambiente. Si useranno dei prestiti per aiutare i paesi più poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici?
Infine, il ministro Prestigiacomo ha dichiarato che questi fondi non sono nuovi e addizionali. Si tratta di un passo indietro molto grave. Nell’accordo sottoscritto l’anno scorso a Copenhagen, l’Italia, rappresentata dal ministro, si era impegnata come gli altri paesi a fornire risorse nuove ed addizionali. Ora si vuole rinnegare questo impegno. L’Italia continuerà quindi a sottrarre fondi agli aiuti pubblici ai paesi in via di sviluppo per utilizzarli nella lotta contro i cambiamenti climatici. In questo modo, si obbligano i paesi più poveri a scegliere se ottenere le risorse promesse per adattarsi ai cambiamenti climatici o per lottare contro la fame. Una scelta inaccettabile.